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Antoci: “L’operazione di oggi dimostra perchè la mafia voleva fermarmi”

mercoledì 15 Gennaio 2020

Emerge un contesto di significazione probatoria e chiavi di lettura dell’attentato Antoci che si è posto in contrasto con gli interessi della mafia“.

Lo hanno specificato i magistrati sull’operazione antimafia eseguita nel messinese con 94 arresti per vari reati e che ha posto sotto sequestro ben 151 aziende agricole.

I reati contestati ruotano difatti attorno al lucroso affare dei Fondi Europei per l’Agricoltura in mano alle mafie combattuto con forza con il cosiddetto “Protocollo Antoci“, ideato e voluto dall’ex Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, sfuggito ad un agguato grazie agli uomini della sua scorta.

Grazie di cuore – dichiara Antoci – al Procuratore Maurizio De Lucia e ai suoi Sostituti, ai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Messina e alla Guardia di Finanza di Messina. L’operazione di oggi evidenzia in modo chiaro il contesto in cui ci siamo mossi in questi anni mettendo il luce le motivazioni per le quali la mafia, attraverso quel terribile attentato, voleva fermarmi. Nonostante la consapevolezza che, con questa ulteriore ed imponente operazione, l’odio e il rancore contro di me cresceranno ancora di più, è comunque tanta la felicità che provo oggi nel vedere che il nostro lavoro serva al Paese e alla lotta alla mafia“.

Se ho potuto completare il lavoro del Protocollo e poi della Legge – continua Antoci –  lo devo a quei coraggiosi operatori della Polizia di Stato, gli uomini della mia scorta, che quella notte mi hanno salvato la vita. La mafia, come ulteriormente certifica questa importante operazione, voleva fermare tutto questo uccidendomi, ma loro, quella notte, con coraggio e sprezzo del pericolo, rischiando la loro vita, lo hanno impedito. Lo Stato ha vinto, se ne facciano una ragione mafiosi e mascariatori. Abbiamo colpito con un Protocollo, oggi Legge dello Stato, e con un’azione senza precedenti, la mafia dei terreni – aggiunge Antoci –  ricca, potente e violenta, pur rischiando la vita e perdendo la libertà mia e della mia famiglia . E’ una vita difficile e complicata, ma giornate come questa danno l’assoluta certezza che ne vale la pena. Sì, lo Stato ha vinto e oggi ancora di più” – conclude l’ex presidente del Parco dei Nebrodi.

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