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Antonella Biscardi, scrittrice e produttrice, si racconta in un’intervista

martedì 17 Settembre 2019

Intervista ad Antonella Biscardi, scrittrice e produttrice “Nel mio libro c’è un invito a rallentare, un po’ come andare in bicicletta, con il vento fra i capelli e camminare lenti verso la vita, guardandola, accogliendola, non divorandola … nasce dal desiderio di comunicare positività, dolcezza e amore. I miei hashtag sono: #felicità #amore #tradizioni #ricordi #vita #pezzidinoi“.

Ciao Antonella, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?

Piacere di scambiare quattro chiacchiere con voi, sono Antonella, chiedetemi cosa può interessarvi di me“.

Recentemente, l’8 settembre scorso, sei stata a Sciacca in occasione dell’evento letterario “IN… chiostro” in compagnia del tuo editore siracusano Carlo Morrone per presentare il tuo libro di racconti “Pezzi di noi”. Come è andata questa trasferta siciliana? Cosa ti porti a Roma dalla Sicilia?

La Sicilia nel cuore, tanti nuovi incontri e amici. La Sicilia è solare, accogliente, forte. Ci vengo sempre volentieri e la lascio certa di ritornarci presto“.

Chi è Antonella nella sua passione per l’arte della scrittura?

Io scrivo di getto. Sentimenti, emozioni, il quotidiano nella meraviglia e nella tristezza. Tutto ciò che viviamo lo considero un arricchimento, vivere cercando di essere sé stessi di realizzare i propri sogni è un po’ la “mission” di ciò che scrivo“.

Come nasce il tuo libro e di cosa parla? Cosa dovranno aspettarsi i lettori di questa raccolta di racconti?

L’ho indicato prima dicendo che vorrei creare emozioni. I racconti sono momenti della nostra vita, vissuti in un modo, ma che possono essere interpretati in tanti modi. Come dire, da un racconto ogni lettore costruisce il proprio. Come è la vita, ognuno vede e sente le cose in modo differente. E poi c’è un invito, a rallentare, un po’ come andare in bicicletta, con il vento fra i capelli e camminare lenti verso la vita, guardandola, accogliendola, non divorandola. Corriamo troppo, quasi non gustiamo più. E poi in risposta a come nasce il libro, aggiungo solo che nasce dal desiderio di comunicare positività, dolcezza e amore. I miei hashtag sono: #felicità #amore #tradizioni #ricordi #vita #pezzidinoi“.

Qual è stato il tuo percorso artistico letterario?

Il percorso lo avevo scritto nel DNA, scrivo da sempre, dal diario da bambina chiuso con il lucchetto per non farlo leggere. Mamma insegnante, papà giornalista, zio studioso di Vicenzo Cuoco e letterato, insomma a casa si respirava cultura“.

Stai lavorando ad un nuovo romanzo?

Non smetto mai di scrivere, forse uscirà un altro libro“.

Quali sono secondo te le caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi scrive per essere definito un vero scrittore? E perché proprio quelle qualità?

Sicuramente deve trasmettere emozioni, deve far vivere al lettore ciò che racconta e trasportarlo in quel mondo. Sia se si scrive un saggio che un romanzo. Si è secondo me scrittori quando si riesce a trasmettere qualcosa, ad arricchire il lettore“.

Perché secondo te oggi è importante scrivere, raccontare con la scrittura?

Le tradizioni sono qualcosa che stanno velocemente andando via. Scrivere e leggere è trattenerle“.

Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?

La lista sarebbe infinita, leggendo il mio libro ce ne sono citati tanti che hanno formato la mia vita, che l’hanno guidata e arricchita. Scrittori e poeti di tutte le epoche, scrittori dell’anima, da Gibran a Coelho, da Neruda a Hesse“.

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre autori.

Il profeta di Gibran è sempre sul mio comodino. Siddharta di Hesse, Il guerriero della luce di Coelho“.

Secondo te perché un romanzo, un libro abbia successo è più importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o meno originale e accattivante per chi legge)?

Il successo di un libro dipende dalla pubblicità e dalla distribuzione. Oggi tutto è immagine e capacità di promuoverla. Detto questo un libro per me ha valore se storia e linguaggio sono comprensibili e avvolgenti, se emozionano“.

Nel gigantesco frontale del Teatro Massimo di Palermo, la mia città, c’è una grande scritta, voluta dall’allora potente Ministro di Grazia e Giustizia Camillo Finocchiaro Aprile del Regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, che recita così: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». Tu cosa ne pensi di questa frase? Davvero l’arte e la bellezza servono a qualcosa in questa nostra società contemporanea fondata sulla tecnologia e sulle comunicazioni social?

È importante non dimenticare da dove veniamo, chi siamo e guardare avanti con positività e speranza nel meglio. L’arte è una manifestazione che rimane nel tempo, è necessaria per non dimenticare epoche e situazioni“.

In Italia si pubblicano ogni anno circa 60-65 mila nuovi titoli, la media ponderata di vendita di ogni nuovo titolo è di circa 50 copie, mentre chi legge effettivamente l’opera letteraria acquistata non supera il 10%, il che vuol dire che delle 50 copia vendute solo 5 copie vengono effettivamente lette da chi acquista in libreria o nei distributori online. Partendo da questo dato numerico, che per certi versi fa impressione e ci dice chiaramente che in Italia non si legge o si legge pochissimo, secondo te cosa si dovrebbe fare per migliorare questa situazione? Cosa dovrebbero fare gli editori, gli scrittori e gli addetti ai lavori in generale per far aumentare il numero dei lettori e degli appassionati ai racconti e alle storie da leggere?

C’è rimedio alla tecnologia? C’è rimedio al progresso? Ricordate che si scriveva con il pennino e l’inchiostro? Poi con la penna a sfera, poi con la macchina da scrivere, poi con il pc, ora direttamente dallo smartphone o si detta. Cosa voglio dire? Che per me è inesorabile la fine nel giro forse di un decennio del libro cartaceo, di quell’adorabile carta da odorare, scarabocchiare, riempire di sabbia, di macchie, di vissuto. Leggeremo tutti in formato elettronico o in qualche altra diavoleria, come in parte accade oggi… E allora? scriviamo, scriviamo tanto, pubblichiamo il più possibile per lasciare il ricordo di questi nostri tempi“.

Una domanda molto difficile Antonella: perché i lettori di questo magazine dovrebbe comprare e leggere il tuo libro? Cosa diresti loro per convincerli a comprare e a leggere “Pezzi di noi”?

Non mi piace cercare di convincere, “seguite l’istinto”, questo direi“.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti?

Tanti progetti, non potrei vivere senza. Te li svelo alla prossima intervista“.

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