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Api a rischio estinzione: perché sono importanti e cosa possiamo fare per salvarle

giovedì 20 Maggio 2021

Le api, siano esse da miele o selvatiche, sono fondamentali per l’impollinazione delle piante coltivate e di quelle spontanee.

Una specie su dieci di api e farfalle europee è minacciata di estinzione e una specie su tre vede la propria popolazione in declino. In tutta l’Unione Europea – Regno Unito compreso – 17 milioni di alveari e 600.000 apicoltori producono ogni anno circa 250.000 tonnellate di miele.

Per sensibilizzare sulla minaccia che incombe sugli impollinatori, l’UE ha istituito nel 2017 la “Giornata mondiale delle api”. Si celebra ogni 20 maggio, giorno in cui nacque lo sloveno Anton Janša (1734-1773), pioniere delle tecniche di apicoltura.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Secondo l’Anagrafe Nazionale Zootecnica, l’ape più diffusa in Italia è la Ligustica (75%), seguita dalla carnica (7%) e dalla sicula. In Italia gli apiari (luoghi dove sono sistemati gli alveari) registrati sono 153.339, per un totale di 63.408 attività di apicoltura. L’ape più diffusa nel bel Paese è la Ligustica (75%), seguita dalla carnica (7%) e dalla sicula (1,5%).

I tipo di allevamento in Italia è soprattutto di tipo convenzionale (89%). Il biologico si ferma all’11%.

API MOTORI DEL MONDO

Secondo gli esperti, quasi il 90% delle piante selvatiche da fiore ha bisogno di impollinatori per riprodursi: api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli. Tutte piante fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione delle specie e degli habitat. In generale, delle diversità biologica, che rappresenta la base della nostra esistenza e delle nostre economie.

Nel processo di produzione alimentare, oltre il 75% delle principali colture agrarie beneficia dell’impollinazione, operata da decine di migliaia di specie animali (almeno 16 mila tra gli insetti) in termini di produzione, resa e qualità dei raccolti.

Le colture agrarie interessate dall’impollinazione includono cereali, frutta e verdura, essenziali per le diete animali e l’alimentazione umana, nonché combustibili, fibre come cotone e lino e materiali da costruzione. La produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione animale rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari.

Secondo una rete di ricerca internazionale, coordinata dall’Istituto di apicoltura dell’Università di Berna, la morte in massa di api in Europa è un problema grave e in aumento di anno in anno: dal 5%-10% al 25%-40% nelle morti invernali.

LA FAO

“Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipendono in una certa misura dall’impollinazione per resa e qualità e l’assenza di api e di altri impollinatori eliminerebbe la produzione di di caffè, mele, mandorle, pomodori, cacao, zucche, fragole, solo per citare alcune delle colture che si basano sull’impollinazione”, scrive l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

“I tassi di estinzione degli impollinatori sono da 100 a 1.000 volte superiori al normale a causa degli impatti umani. Quasi il 35% degli impollinatori invertebrati, in particolare api e farfalle, e circa il 17% degli impollinatori vertebrati, come i pipistrelli, rischiano l’estinzione a livello globale.

Le pratiche agricole intensive, il cambiamento dell’uso del suolo, la monocoltura, i pesticidi e le temperature più elevate associate ai cambiamenti climatici pongono tutti problemi alle popolazioni di api e, di conseguenza, alla qualità del cibo che coltiviamo“.

COSA POSSIAMO FARE PER LE API?

I cittadini possono:

– piantare piante autoctone, che fioriscono in diversi periodi dell’anno;

– acquistare miele grezzo da agricoltori locali;

– acquistare prodotti da pratiche agricole sostenibili;

– evitare di usare pesticidi, fungicidi o erbicidi nei nostri giardini;

– proteggere le colonie di api selvatiche quando possibile;

– sponsorizzare un alveare;

– fare una fontana per api lasciando una ciotola d’acqua all’esterno;

– aiutare a sostenere gli ecosistemi forestali;

– sensibilizzare l’opinione pubblica condividendo queste informazioni all’interno delle nostre comunità e reti: il declino delle api colpisce tutti!

Gli apicoltori e agricoltori possono:

– ridurre o eliminare l’uso dei pesticidi;

– diversificare il più possibile le colture e / o piantare colture attrattive sui campi;

– creare siepi.

I Governi e decisori possono:

– rafforzare la partecipazione delle comunità locali al processo decisionale, in particolare quello delle popolazioni indigene, che conoscono e rispettano gli ecosistemi e la biodiversità;

– applicare misure strategiche, compresi incentivi monetari per aiutare il cambiamento;

– aumentare la collaborazione tra gli organismi, le organizzazioni nazionali e internazionali e le reti accademiche e di ricerca per monitorare e valutare i servizi di impollinazione.

Intanto l’Ue sta lavorando a  una nuova Strategia sulla biodiversità, prevista dal Green Deal europeo, da titolo “Riportare la natura nella nostra vita” e, al 2° posto tra gli obiettivi del Piano di ripristino degli ecosistemi, c’è: “Invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori”.

La Commissione, inoltre, ha lanciato il “Pollinator Park” , uno strumento digitale interattivo per aumentare la consapevolezza sull’allarmante declino degli impollinatori e mobilitare l’azione globale per affrontarlo.

 

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