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Ars, via libera al maxi emendamento ma salta la stabilizzazione di 5.300 precari

giovedì 26 Settembre 2019
ars

Tra dissesti finanziari e crisi di maggioranza in merito ai collegati, ieri a Sala d’Ercole si è ritornato a votare. Protagonista dei lavori in aula è il maxi emendamento al collegato della V commissione. Un documento che racchiude le norme più significative di tutti i collegati specifici di ogni settore. Il maxi-emendamento è stato riscritto al ritorno delle ferie estive dei deputati regionali che al loro rientro hanno scoperto che il dissesto finanziario della Regione Siciliana è più grave del previsto. Di fatto sono saltate tutte le norme che avevano bisogno di una copertura finanziaria. Quindi zero contributi, per associazioni, fondazioni, musei, etc. Il maxi emendamento ridotto all’osso racchiude 36 articoli e riguardano varie argomenti: dal personale, alla sanità, al made in Siciliy, allo sport, al riutilizzo dei fanghi provenienti dalla acque reflue nel settore agricolo.

Prima di iniziare la seduta presieduta dal deputato, Roberto Di Mauro, questi ha avvisato che l’articolo sui lavoratori socialmente utili costerebbe 179mila euro. Quindi, quindi l’articolo è stato stralciato.  Decisione che ha destato preoccupazioni nel movimento 5 stelle ma anche in pezzi dell’Udc come il deputato Lo Giudice: “Piuttosto che stralciare questa norma per via di questa spesa, allora possiamo prevedere che queste spese siano a carico degli enti utilizzatori“. In corner salva la situazione il presidente della V commissione e deputato del Pd, Luca Sammartino che avvisa tutti i deputati presenti all’interno di Sala d’Ercole che sarà ripresentata una riscrittura della norma sui precari “per evitare che le aspettative create nei lavoratori siano inutilmente deluse“. Però i tempi stringono e non è detto ci si arrivi.

Intanto, però, la norma che avrebbe permesso la stabilizzazione di 5.300 precari Asu viene stralciata e quindi va in fumo – per lo meno per adesso – la sistemazione di questi lavoratori in servizio soprattutto nei comuni e negli enti regionali.  Accantonato l’articolo che prevede la stabilizzazione degli Asu per mancanza di copertura, passano invece alcune norme che prorogano i contratti degli ex lavoratori Pumex e Almaviva.

Durante il lavori d’Aula sono stati approvati gli articoli che riguardavano lo “Sviluppo di una piattaforma informatica multifunzionale “Blockchain” per l’applicazione ai servizi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari” e la promozione del Made in Sicily. Approvati anche l’articolo 8 che riguarda “la regolarizzazione oneri previdenziali e assistenziali per i lavoratori delle società e i consorzi d’ambito del settore dei rifiuti” e all’articolo 9: “Disposizione in materia di Autorità d’Ambito ottimali poste in liquidazione“.

Il governo subisce un ko tecnico il merito all’articolo 7  che si occupa della nascita dell’ “Osservatorio del Florovivaismo e del paesaggio rurale del Mediterraneo“. Per l’opposizione la normativa ha un capitolo di spesa. Con 33 voti favorevoli  passa la soppressione dell’articolo, che era stato difeso dal governo.

Ok invece alla norma che dovrebbe sanare la paradossale situazione all’Istituto incremento ippico: dieci anni fa i 30 palafrenieri sono stati tutti promossi e da allora nessuno dava da mangiare ai cavalli. Approvata una nuova pianta organica, che prevede il trasferimento di alcuni funzionari al Consorzio agrario e il ripristino di alcune vecchie mansioni. “All’istituto per l’incremento ippico lavoravano una trentina di palafrenieri che sono stati promossi a istruttori – ha detto in aula il governatore Nello Musumeci –  ma cosa ha da fare l’istituto di 30 amministrativi? Con questa norma mandiamo questa gente a fare una lavoro adatto alla mansione. Mi sembra un’ingiustizia non metterli a fare un lavoro commisurato e mi sembra un’ingiustizia per i cavalli che hanno bisogno delle opportune cure“.

Il resto del maxi-emendamento viene rinviato a martedì prossimo. Come è rinviata alla prossima settimana la discussione a Sala d’Ercole in merito al dibattito sul dissesto finanziario, che si credeva che potesse avvenire il 26 alla presenza del Presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè e del governatore Musumeci.

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