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Assemblea territoriale 2019 della Cna: a Catania la “Giornata contro l’abusivismo imprenditoriale”

lunedì 25 Novembre 2019

Momento di confronto ad alti livelli quello svoltosi al Mercure Excelsior Hotel di Catania per la giornata contro l’abusivismo imprenditoriale, in occasione dell’assemblea territoriale 2019 della Cna. Ospite d’eccezione, il capo della Procura etnea, Carmelo Zuccaro, insieme ad alcuni fra i vertici delle forze armate e dei corpi di polizia presenti in città.

Il presidente di Cna Catania, Floriana Franceschini, ha aperto i lavori puntando proprio sull’attenzione delle Istituzioni: «confidiamo che la collaborazione di oggi nell’analizzare il fenomeno abusivismo in città e provincia possa configurare un nuovo modello sinergico, ma anche dare il via a un nuovo modello di imprenditorialità».

La Franceschini ha poi parlato di «un esercito di persone che svolgono i mestieri e le professioni più varie in piena clandestinità, portando l’attacco della concorrenza sleale agli imprenditori onesti. Dal 2008 al 2018 oltre 3.000 aziende hanno chiuso i battenti nella nostra area, con circa 10mila addetti che, conseguentemente, hanno perso la loro occupazione, alcuni di questi certamente andando a ingrossare le fila del “nero”, alimentando ulteriore clandestinità o finendo per praticare lo sport nazionale del doppio lavoro».

«L’abusivismo va poi a braccetto con la contraffazione», ha concluso Floriana Franceschini, «considerato come alla base vi sia la medesima distorta concezione di imprenditoria».

Oltre alla concorrenza sleale che mette alle corde gli artigiani che operano correttamente, vi è anche da evidenziare il pericolo che l’abusivismo comporta per la salute dei consumatori e per la sicurezza degli stessi lavoratori.

«Pensiamo solo a quel che può significare per la sicurezza stradale un cambio gomme in un’auto svolto da un operatore non qualificato», da evidenziato Giuseppe Calì, portavoce nazionale e provinciale etneo dei Gommisti Cna. Calì ha altresì sottolineato la sinergia con Legambiente, presentando alla platea la piattaforma “Cambio pulito”.

Il procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, ha spiegato come certo sia utile «comprendere se si vuole accettare lo stato di cose corrente o cambiarlo, nel qual caso sia chiaro che non si cambia da solo.  Di sicuro, la situazione catanese è inaccettabile. E parlo della disoccupazione giovanile come del livello di abusivismo, della spesa dello Stato sprecata in assistenzialismo come del clientelismo. Tutto ciò, ripeto, è inaccettabile». Per Zuccaro serve quindi una crescita culturale, «capire che ognuno di noi fa la differenza quando compie il proprio dovere e quando, all’occorrenza, si rivolge alle forze dell’ordine, pretendendo da tutti il loro impegno per il bene di tutti i cittadini».

Per Salvatore Fazzino, vice questore vicario del capoluogo etneo, «Catania è una città dalle enormi potenzialità, che ha la sesta questura d’Italia per importanza e peso, ma la nostra opera non potrà mai sopperire la collaborazione dei cittadini, che devono segnalare e denunciare, nella certezza che la loro privacy mai sarà violata».

Il tenente colonnello Piercarmine Sante Sica, dal settembre 2018 comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catania, ha dal canto suo evidenziato «il ruolo di interfaccia dell’Arma a riguardo alle segnalazioni degne di nota vagliate dalla Cna e inoltrate a me. Ovviamente, ci facciamo garanti della massima riservatezza con cui saranno trattate le informazioni e le fonti».

Di «Istituzioni 2.0» ha parlato il tenente colonnello Massimiliano Pacetto, comandante del gruppo di Catania della guardia di finanza, che ha sottolineato «come la GdF voglia fare sentire ai cittadini, agli imprenditori la vicinanza dello Stato, nella consapevolezza di quanto un imprenditore che opera in aree difficili abbia da insegnare a chi di contro opera in aree più facili da vivere».

Stefano Sorbino, comandante della polizia municipale di Catania, ha invece preferito tracciare un quadro, invero non ottimista, della situazione in città. Per Sorbino, «a Catania si è in presenza di problematiche economico-sociali che complicano ancora di più il lavoro di controllo degli illeciti. La polizia municipale è comunque l’“avamposto” per il monitoraggio delle attività commerciali, nonostante un minore senso della legalità che porta talvolta la cittadinanza al biasimo nei nostri confronti, invece che al sostegno».

Nella sua relazione annuale, Andrea Milazzo, segretario di Cna Catania, ha evidenziato come quella dell’associazione degli artigiani sull’abusivismo «non voglia essere una lotta contro persone che spesso vivono situazioni di difficoltà, ma una campagna di civiltà e di legalità. Milazzo ha puntato il dito anche contro la classe politica. «Negli anni ci siamo resi conto che la politica non ha fra le sue priorità questa battaglia. A volte perché considera, a torto, l’abusivismo una sorta di ammortizzatore sociale, confinato in un contesto molto marginale, altre perché teme che intraprendere azioni forti possa rappresentare una perdita di consenso», ha dichiarato il segretario.

«Gli sbagli della politica sono evidenziati senza ombra di dubbio dalle condizioni della nostra economia. È stato commesso sempre lo stesso errore», ha proseguito Milazzo, «non si è puntato sulla centralità delle imprese. Anzi, in questi ultimi anni il decisore politico ha effettuato scelte che spesso andavano nella direzione opposta. Pensiamo al tema della pressione fiscale, al peso della burocrazia, allo split payment, alla ritenuta dell’8% sui bonifici. E anche negli ultimi mesi stiamo assistendo alla previsione di nuovi aggravi: il versamento anticipato delle ritenute ai lavoratori, previsto dal decreto fiscale, lo sconto immediato in fattura in sostituzione dell’ecobonus, le restrizioni dei rimborsi delle accise sul gasolio all’autotrasporto merci, i pagamenti elettronici, la plastic tax: colpire indifferentemente tutti i prodotti non è una svolta green, ma solo un aggravio fiscale. Per cambiare veramente avremmo bisogno che chi governa fosse convinto – come noi! – che lo sviluppo delle imprese è lo sviluppo del Paese. Ma così palesemente non è».

Dopo i saluti del presidente di Cna Sicilia, Sebastiano Battiato, che ha sottolineato «l’importanza dell’attività che svolge la Cna nel contesto sia etneo che regionale, con la sua storica opera di sostegno costante alle piccole e medie imprese, con la sua funzione formativa e di assistenza», il segretario generale nazionale, Sergio Silvestrini, ha chiuso i lavori con un intervento che ha preso le mosse dalla crisi complessiva italiana degli ultimi anni: «il nostro Paese è in difficoltà e lo sarà sempre più fino a che, finalmente, non si “riunificherà” davvero. Troppo il divario nord-sud, fino a che l’alta velocità non giungerà a Palermo, l’Italia non sarà realmente una».

Per Silvestrini, «in Sicilia vi sono enormi potenzialità, ma la precondizione per la crescita sua e del Paese tutto è riscoprire il senso della giustizia, delle regole, capire quanto talune “irregolarità” siano un tumore per l’Italia intera».

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