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Autorizzazione a procedere a Salvini: l’esito dipende dal voto di un senatore 5 Stelle

giovedì 9 Gennaio 2020

Non c’è alcuna certezza sul voto della Giunta delle immunità del Senato in merito alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti.

La proposta di respingerla è stata avanzata dal presidente della Giunta Maurizio Gasparri nella relazione che ha illustrato ai senatori, all’inizio della riunione. Il voto in giunta sancità la risposta alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania nei confronti dell’ex ministro dell’Interno per il ritardato sbarco di 131 migranti l’estate scorsa.

“Si ritiene doveroso prospettare l’opportunità che la Giunta coerentemente proponga all’assemblea il diniego della richiesta di autorizzazione a procedere di cui al documento in titolo”. È la conclusione della relazione del presidente della Giunta delle immunità del Senato Maurizio Gasparri sulla richiesta di autorizzazione a procedere.

I senatori del Movimento 5 Stelle hanno già fatto sapere che voteranno a favore del processo a Salvini, in quanto  – a loro dire – quella del ministro dell’Interno fu “un’attività isolata, di un abuso della potestà amministrativa perché l’indicazione di un porto sicuro competeva esclusivamente al Viminale. Non c’era alcun dialogo con gli altri ministeri”. Una tesi smentita dallo stesso Salvini che nella sua memoria difensiva ha allegato sette mail che dimostrerebbero il contrario e cioè che l’attività fu concertata con il governo, in particolare con Conte e con Di Maio.

Sul voto pesa l’incognita del senatore cinquestelle Mario Michele Giarrusso, che potrebbe votare in controtendenza rispetto alle indicazioni di partito. Giarrusso, infatti, da tempo è critico con il Movimento e con l’azione di governo e da mesi non restituisce più la quota di stipendio parlamentare come invece previsto dal regolamento M5s. Se dovesse votare contro o astenersi i numeri potrebbero ribaltarsi e la Giunta respingere la richiesta di far processare Matteo Salvini. Analoga incognita sul voto dell’autonomista Meinhard Durnwalder. Se così fosse, in sostanza, nell’aula del senato non arriverebbe alcuna indicazione ufficiale sulla richiesta di autorizzazione a procedere.

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