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Bellolampo immobile: “La Regione non paga”, la Rap teme un crac finanziario

venerdì 7 Febbraio 2020
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Ombre si aggirano sulla partecipata comunale di Palermo: la Rap. La paura del crac finanziario della azienda mette in agitazione i lavoratori della raccolta dei rifiuti a Palermo. I dipendenti chiedono rassicurazioni alla Regione Siciliana. Lo stato di agitazione è proclamato dal 12 febbraio. Intanto i vertici aziendali cercano di mettere acqua sul fuoco promettendo extra costi legati al trasporto di rifiuti che partono da Bellolampo e arrivano sino alle discariche catanesi. Ma le organizzazioni chiedano con urgenza un incontro al comune.

Il comune di Palermo deve fare immediata chiarezza sul futuro della Rap e dei lavoratori che sono legittimamente preoccupati: per garantire una corretta informazione ed evitare facili strumentalizzazioni che danneggiano l’immagine dell’azienda e della città”. La Fiadel-Cisal ha chiesto con una nota un incontro urgente all’amministrazione comunale e in particolare al sindaco Leoluca Orlando e all’assessore Giusto Catania. “Bisogna chiarire una volta e per tutte le condizioni finanziarie della società, così da fugare ogni dubbio: se la crisi sarà accertata, siamo pronti a tutelare i lavoratori in tutti i modi”. Lo dicono Nicola Scaglione e Giuseppe Badagliacca della Fiadel-Cisal.

Non si registra alcun fatto nuovo né concreto sulla vertenza Rap, continua l’Inadempienza della Regione siciliana che non ha versato i 7,5 milioni di euro promessi, né ci risulta che la gara per la VII vasca della discarica di Bellolampo sia stata predisposta e quindi la consegna di quest’ultima non sarà prima del 2021. Torniamo dunque a sollecitare Regione e Comune di Palermo affinché mantengano gli impegni assunti, sul pagamento degli extra costi dovuti al conferimento dei rifiuti prodotti a Palermo in altre discariche della Sicilia”. Cosi in una nota le Rsu di Rap, per la Fit Cisl Vincenzo Traina , per la Uil trasporti Francesco Sinopoli e per Filas Carmelo Giallombardo annunciano lo stato di agitazione dei lavoratori di Rap.

Nel dettaglio i sindacati spiegano: “Undici milioni di euro il costo delle fatture pagate dalla Rap per il solo periodo 26 luglio – 31 dicembre 2019 e una previsione di circa 24 milioni per il 2020, la Regione mantenga l’impegno sui 7,5 milioni di euro e il Comune di Palermo certifichi le fatture emesse dalla Rap e si impegni a dare la garanzia per la copertura degli extra-costi per l’anno 2020, diversamente, verrà messo a serio rischio l’equilibrio economico-finanziario della società”.

Le Rsu di Rap continuano: “Da luglio 2019 è scaduto il contratto di servizio che lega la Rap al Comune di Palermo e si è proseguito a tutt’oggi con proroghe, non è più sostenibile il mancato confronto per il prolungamento temporale e per l’adeguamento dei tanti servizi oggi svolti e non riconosciuti dal Comune, servizi che incidono fortemente sui bilanci dell’azienda come ad esempio l’impianto TMB in discarica, la raccolta dei materiali ingombranti ed il recupero di grandi postazioni abbandonate. Ed ancora, dopo il bilancio del 2018 chiuso con una perdita di circa 12 milioni di euro che ha eroso quasi l’intero capitale sociale della Rap, aspettiamo la ricapitalizzazione tanto dichiarata dall’amministrazione comunale ma mai avvenuta.” 

Le assemblee sindacali si terranno dal 12 al 18 febbraio coinvolgeranno i lavoratori nelle varie sedi e in tutti i turni di lavoro per affrontare tutte le tematiche che stanno provocando grandi preoccupazioni fra i dipendenti, soprattutto legate al rischio di un nuovo fallimento. “Restiamo comunque in attesa di un confronto con le parti interessate, Regione e Comune affinché si possano trovare immediate soluzioni”.

 

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