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Caccia: la nota dell’assessore Cracolici sul prossimo calendario venatorio

sabato 12 Agosto 2017
caccia

“Il calendario venatorio della Regione Siciliana prevede regimi di tutela particolare per alcune specie migratorie, limitazioni sul turismo venatorio e sul numero di capi prelevabili e prescrizioni speciali nelle zone vicine alle aree interessate dagli incendi.”

L’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, risponde così ad alcune critiche sollevate dal mondo ambientalista in merito al calendario venatorio 2017/2018.

Per la prima volta è stata introdotta una fascia di rispetto di cento metri lungo i confini delle aree interessate dagli incendi, dove sarà interdetto il prelievo venatorio, oltre al generale divieto di caccia nelle zone percorse da incendio già previsto dalla legge. Inoltre sono state previste limitazioni sul turismo venatorio, nel rispetto delle indicazioni dell’Unione Europea. La legislazione prevede che le regioni possano adottare un regime di pre-apertura, che anticipi l’apertura generale della caccia. Sono previste cinque giornate di pre-apertura, mentre l’apertura generale è stata fissata per il 17 settembre“.

Il calendario venatorio, si legge nella note dell’assessore, è stato sottoposto al parere obbligatorio dell’Ispra e alle osservazioni del Comitato Faunistico Regionale, rappresentato dai portatori di interesse del mondo ambientalista, venatorio, agricolo e scientifico.

Va ricordato – continua Cracolici – che l’Ispra non si sostituisce all’amministrazione regionale che detiene la competenza esclusiva sul calendario venatorio, ma fornisce suggerimenti tecnici. Per alcuni orientamenti stabiliti in autonomia rispetto alle considerazioni dell’Ispra, il decreto fornisce, come previsto per legge, tutte le motivazioni tecnico scientifiche nelle premesse del provvedimento. Lo stesso parere dell’Ispra prevede, come ogni anno, giornate fisse di pre-apertura per alcune specie ed un preciso numero di capi prelevabili per ciascun cacciatore, come stabilito nel calendario venatorio in vigore“.

Conclude l’assessore all’Agricoltura: “Non si tratta affatto di un atto straordinario, ma di una procedura che viene rinnovata anno dopo anno, come previsto dalle norme, in tutte le regioni italiana”.

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