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Calcio, Catania a porte chiuse. Pogliese: “Clima surreale, penalizzazione inaccettabile”

lunedì 25 Novembre 2019
Curva Calcio Catania tifosi ultras

Uno scenario da film dell’orrore quello che si è presentato ieri in occasione di Catania – Casertana. La partita, valida per la sedicesima giornata del campionato di Serie C – Girone C, è stata infatti giocata a porte chiuse.

LA DECISIONE DELLA QUESTURA

La decisione, intrapresa dalla Questura etnea, deriva dal fatto che la società rossoazzurra non è stata in grado di garantire un servizio steward adeguato.

La società del Calcio Catania ha chiarito i motivi della mancata predisposizione degli addetti alla sicurezza in una nota ufficiale.

La mancata individuazione di un così alto numero di steward (105 quelli richiesti n.d.r.) negli stretti tempi necessari (in mattinata il Catania aveva reperito complessivamente 37 steward, 20 guardie giurate e 20 ausiliari) è dipesa esclusivamente dalla concomitanza di numerosi altri eventi che vedranno impegnate le tante società di sicurezza contattate e dal diniego “consigliato” ricevuto da tanti steward catanesi contattati“.

Sul campo termina 1-1, ma i tifosi sono preoccupati dalle evidenti difficoltà economiche della società rossoazzurra. Al di là della classifica, che ormai recita un doloroso -19 dalla capolista Reggina, c’è bisogno di chiarezza nei confronti dei tifosi.

LE DICHIARAZIONI DI POGLIESE

Ed è proprio sulla linea della chiarezza che è intervenuto il sindaco di Catania Salvo Pogliese.

Il clima surreale nel Massimino deserto in cui si è svolta la gara con la Casertana, è una penalizzazione inaccettabile per la passione dei tifosi”.

Salvo Pogliese, sindaco di Catania

“Le evidenti difficoltà societarie non possono condizionare oltremodo l’andamento di una stagione agonistica che tutti speravamo fosse quella della svolta, dopo anni di tribolazioni e delusioni”.

“Oltre il momento contingente che punisce ogni tentativo di liberare l’entusiasmo e l’attaccamento ai colori della Città, è arrivato il momento di fare chiarezza”, sottolinea Pogliese

Il Catania è “un patrimonio che prima ancora che alla proprietà e all’amministratore delegato, appartiene ai tifosi, ai simpatizzanti, agli sportivi, in una parola alla Città di Catania“.

POGLIESE CHIEDE UN’INCONTRO ALLA SOCIETÀ ETNEA

Noi siamo pronti a fare la nostra parte – sottolinea Pogliese -,  avviando un percorso di confronto con gli organi societari a cui pur riconoscendo gli sforzi compiuti, vanno rappresentate le esigenze di una piazza che non può rassegnarsi al declino e alla rassegnazione.

“In tante occasioni, alcune anche drammatiche, questa comunità di cittadini ha dimostrato di avere la forza per potersi rialzare e risorgere dalle proprie ceneri”.

Occorre uno sforzo congiunto di umiltà, generosità e lungimiranza per risalire la china, superando pregiudizi di ogni tipo per riprendere un cammino virtuoso”.

Il palazzo del Municipio è sempre aperto per tracciare un piano di rinascita con la dirigenza pro tempore del Calcio Catania Spa“.

Già da subito, siamo disponibili con l’assessore allo sport Sergio Parisi, a un primo incontro per segnare un nuovo corso chiaro“, chiosa Pogliese.

LA RISPOSTA DEL CALCIO CATANIA

La società del Calcio Catania ha risposto in una nota al primo cittadino del capoluogo etneo Salvo Pogliese.

“Il Sindaco di una delle città più importanti d’Italia – sottolinea la società – si accorge soltanto ora delle difficoltà in cui versa l’azienda Calcio Catania”.

“La società etnea sottolinea che, nonostante le difficoltà, non si e’ mai registrato alcun sit-in dei dipendenti al Comune, riducendo in questi anni il disavanzo e disputando nel contempo tornei altamente competitivi”.

E’ stato ricostruito “un sistema operativo che ne aveva caratterizzato l’epoca migliore. Tutto ciò senza mai chiedere aiuti che sarebbero stati e sarebbero sempre utili“.

A Pogliese viene anche ricordato quando “versato al Comune per l’uso del Massimino e del fatto che quando si e’ purtroppo verificato un ritardo nel pagamento della somma pari a 1.800 euro per l’utilizzo dello stadio, inopinatamente alcuni dipendenti del Comune hanno provveduto a non aprire le porte dell’impianto”.

Uguale solerzia non e’ stata adottata quando, per esempio, si e’ trattato di sostituire un irrigatore guasto, adducendo l’immancabile scusa della mancanza di fondi“.

“Il Catania, infine, si dice disponibile a incontrare il sindaco sottolineando pero’ che quello di Pogliese “sembra più un appello indirizzato ad un’azienda fallita: il Calcio Catania non lo è, i dipendenti continuano ad andare al lavoro e chi ha la responsabilità della conduzione continua ad assumerla, quotidianamente, nonostante un clima funereo”.

Noi siamo vivi e determinati a fare del nostro meglio per il Calcio Catania“, chiosa il comunicato.

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