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Calcio, nervi tesi a Trapani. L’attacco dei dipendenti a Pellino: “Vuole scaricare le sue responsabilità su di noi”

giovedì 24 Settembre 2020

Clima molto teso in casa Trapani.

Da alcuni giorni è scontro frontale fra il socio di minoranza Gianluca Pellino e i dipendenti-giocatori del club.

Una vicenda che ormai continua a far discutere da settimane. Da quando sono rientrati nel capoluogo di provincia siciliano, i tesserati hanno faticato addirittura ad allenarsi con continuità.

Una situazione che il capitano Felice Evacuo, nella giornata di sabato scorso, aveva così descritto. “In questo momento non ci sono le condizioni per poter svolgere un allenamento in sicurezza. Questa è l’ennesima dimostrazione – dichiarava il capitano granata – che la società non è stata in grado di adempiere ai propri obblighi, sanitari ed organizzativi. Speriamo che le istituzioni sportive possano intervenire il prima possibile perchè questa situazione sta diventando mortificante per noi professionisti che amiamo il nostro lavoro e lo vorremmo svolgere giorno dopo giorno. Vorremmo avere – concludeva il capitano – il diritto-dovere di allenarci e presentarci al meglio contro la Casertana. Ma, come è stato testimoniato, da 16 giorni abbiamo svolto un allenamento”.

Nel frattempo è intervenuto anche l’esonero dell’ormai ex tecnico Daniele Di Donato, a cui si è aggiunta la trattativa per la risoluzione del contratto del DS Sandro Porchia. Una situazione frammentaria, in cui i dipendenti non hanno ancora percepito i loro emolumenti. Quel che è certo è che l’umore che aleggia negli uffici dello stadio Provinciale non è certamente buono.

LA LETTERA

In una lettera molto accesa, i lavoratori della società granata scrivono alle Città e alla sue istituzioni per far sentire la propria voce.

I dipendenti del Trapani Calcio anche quest’anno, in condizioni difficilissime, con propri mezzi per sopperire alla mancanza di chi avrebbe dovuto fornirgli, hanno consentito che la squadra concludesse lo scorso campionato, con una salvezza sul campo, vanificata dalla stessa proprietà. Hanno svolto tutta l’attività necessaria per consentire l’iscrizione al campionato di Serie C. Tutto ciò senza ricevere lo stipendio da tre mesi, oramai quasi quattro“.

Si apprende dalla stampa che il signor Pellino avrebbe acquistato il Trapani Calcio (Fonte Alivision)“, per poi scoprire che  “avrebbe acquistato meno del 10% delle quote. Oggi non si conosce qual è il ruolo del signor Pellino all’interno del Trapani Calcio, se non quello, per sua stessa affermazione, di socio di minoranza. Non risulta nessun incarico dirigenziale, nessuna delega, nessuna carica nel consiglio di amministrazione“.

CHIAMATE PRIVATE AI DIPENDENTI

Ciò nonostante il signor Pellino – continuano i dipendenti nella lettera -, arrivato a Trapani qualche giorno fa, continua a chiamare, direttamente e indirettamente, in aperta Ed evidente violazione della privacy, dipendenti del Trapani Calcio, che da tempo hanno peraltro sollevato eccezione di inadempimento alla proprietà, per chiedere rientro al lavoro, senza che la società abbia ottemperato ai propri obblighi“.

Il signor Pellino definisce ex dipendenti persone che oggi sono dipendenti del Trapani e tutti gli effetti. Visto che nessuno ha mai ricevuto alcuna comunicazione di licenziamento, secondo le procedure previste dalla legge“.

VIOLATE LE PROCEDURE SANITARIE

Il signor Pellino consente l’ingresso all’impianto di soggetti che non hanno seguito le procedure sanitarie e che non hanno alcun incarico ufficiale in società. Comunica nomine e incarichi via radio, senza seguire l’iter previsto dalla legge“. Tutto ciò, scrivono i dipendenti, “chiedendo perfino ai dipendenti di contravvenire propri doveri d’ufficio, comunicando a lui stesso, con una telefonata un messaggio, password e documentazione interna“.

Appare evidente l’intento di voler scaricare sui dipendenti le sue responsabilità e quelle di una società inadempiente. Che fino ad oggi non è stata in grado di garantire il rispetto dei requisiti minimi per consentire al Trapani calcio di iniziare il campionato“.

Tutto ciò “con grave danno non solo per i calciatori professionisti e per i dipendenti ma anche per l’intera città, profondamente lesa nella sua immagine“.

E’ giusto che la città, i concittadini dei dipendenti, il sindaco e tutti gli organi federali siano messi a conoscenza di quanto sta succedendo a Trapani“. Così si conclude la durissima missiva firmata da tutto lo staff granata.

IL SINDACO CHIEDE UN INCONTRO ALLA FIGC

Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, ha scritto ai presidenti di Figc e Lega Pro per chiudere “un incontro urgente”. Sul tavolo la situazione del Trapani Calcio.

Il primo cittadino sottolinea nella lettere che “non solo le operazioni societarie sembrano avvolte nella nebbia, ma soprattutto non v’e’ alcuna certezza sulla capacità della compagine di assicurare una serena partecipazione al campionato“.

Tranchida denuncia che “molti lavoratori ed alcuni fornitori stanno presentando innanzi al Tribunale di Trapani istanza di fallimento della Società“. Inoltre, “non v’e’ notizia dei pagamenti degli emolumenti ai tesserati che dovrebbero avvenire entro il 30 settembre“.

Infine la società non è stata nelle condizioni di assicurare lo svolgimento delle sedute di allenamento, nonché il funzionamento logistico e a quanto sembra anche il rispetto di semplici protocolli sanitari anti covid che attualmente risultato rispettati anche dalle compagini dilettantistiche“.

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