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Cane alano malnutrito e maltrattato: il sequestro dell’Oipa CLICCA PER IL VIDEO

sabato 7 Maggio 2022

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Magrissimo, con un occhio malato e problemi di deambulazione, un alano di circa sette mesi è stato sequestrato dal Nucleo delle guardie zoofile dell’Oipa di Bologna.

«Molte segnalazioni ci sono arrivate da parte dei cittadini di Funo di Argelato, località del Bolognese in cui ogni giorno gli abitanti vedevano passeggiare una coppia con il giovane alano che spesso veniva malamente “sgridato” quando non riusciva a camminare», racconta Marina Curti, vicecoordinatore regionale delle guardie ecozooofile di Oipa Bologna. «E così, siamo andati nell’abitazione della coppia procedendo con il sequestro ai sensi dell’articolo 544 ter del Codice penale (Maltrattamento di animali), nonostante le minacce e le urla della coppia».

Gli agenti dell’Oipadopo un tentativo di fuga dell’uomo, hanno infine avuto la possibilità di verificare lo stato di salute del cane, che si presentava magrissimo, abbattuto, con gravi problemi di mobilità, impaurito e con una patologia oculare all’occhio destro. Il povero alano non era neppure microchippato. A questo punto, le guardie dell’associazione hanno fatto intervenire anche le forze dell’ordine, la Polizia municipale locale e i veterinari dell’Ausl.

Il referto veterinario, a conferma di quanto accertato dagli agenti dell’Oipa e di quanto segnalato dai cittadini, ha evidenziato un grave stato cachessia, la protrusione della terza palpebra dell’occhio destro e uno stato sensorio abbattuto.

«Rimaniamo sempre stupiti nel constatare una tale incuria nella gestione degli animali», prosegue Marina Curti. «In questi casi, il sequestro per maltrattamento è un obbligo. È davvero importante che i cittadini segnalino situazioni di questo tipo. Fortunatamente, abbiamo constatato che la sensibilità verso il benessere animale negli ultimi anni è molto aumentato».

Ora il cane è ospite di una struttura pubblica ed è curato, alimentato adeguatamente e sarà seguito con attenzione sino alla decisione sulla sua definitiva collocazione da parte dell’autorità giudiziaria.

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