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Carlo Fusco e Alessandro Loprieno, creatori di WeShort per il cinema breve | INTERVISTA

giovedì 21 Gennaio 2021
Carlo Fusco e Alessandro Loprieno

«Ho più obiettivi e cerco di centrarli tutti, uno alla volta. Io penso che “se c’è un problema c’è una soluzione, altrimenti non è un problema”. Credo che l’unico modo per fallire è mollare, mollare non è presente nel mio vocabolario» (Alessandro Loprieno)

Alessandro Loprieno

«Il progetto che mi ha fatto cambiare strada è stato il film “Vento di Sicilia” nel quale misi un cast Hollywoodiano, Danny Glover, Michael Madsen, John Savage, Steven Bauer, Hal Yamanouchi e gli attori siciliani Luigi Maria Burruano e Giovanni Martorana … Lo girai completamente in Sicilia, fra Palermo, Isola Delle Femmine, Corleone, Cinisi, Catania, Agrigento. Fu un’esperienza indimenticabile, ricordo soprattutto la gentilezza e la semplicità dei siciliani.» (Carlo Fusco)

 

 

Carlo Fusco e Michael Madsen

Ciao Carlo, Ciao Alessandro, benvenuti e grazie per la vostra disponibilità. Se voleste presentarvi ai nostri lettori cosa raccontereste di voi quali artisti, imprenditori e professionisti della settima arte?

Carlo

Ciao Andrea, grazie a te. Io mi occupo principalmente di regia cinematografica e produzione, ho diretto e prodotto diversi film attualmente presenti su varie piattaforme. In particolare l’ultimo film, The Final Code scritto da Ieva Lykos, sta riscuotendo un grande successo ai festival Internazionali. Imprenditore? Una parola grande , sono imprenditore di me stesso.

Alessandro

Ciao Andrea, grazie a te! Sono uno startupper con una profonda passione per cinema, finanza e tecnologia. Sono sempre stato una persona molto ambiziosa e determinata nel raggiungere i miei obiettivi e voglio realizzare i miei sogni. Do molto valore alle relazioni e alla famiglia. Credo che se farò del bene, tornerà indietro. Amo tantissimo scrivere, infatti ho alcune sceneggiature e soggetti nel cassetto. Il mio unico talento innato credo siano le pubbliche relazioni…

Qual è stato il vostro percorso professionale, accademico, esperienziale e artistico per fare il vostro lavoro? Quali le tappe più importanti della vostra carriera che volete ricordare ai nostri lettori?

Carlo

Beh, a parte gli studi, credo che il progetto, non dico più importante, ma che mi ha fatto cambiare strada, è stato il film Vento di Sicilia , nel quale misi un cast Hollywoodiano, Danny Glover, Michael Madsen, John Savage, Steven Bauer, Hal Yamanouchi e gli attori siciliani Luigi Maria Burruano e Giovanni Martorana, che purtroppo non ci sono più. Lo girai completamente in Sicilia, fra Palermo, Isola Delle Femmine, Corleone, Cinisi, Catania, Agrigento. Fu un’esperienza indimenticabile, ricordo soprattutto la gentilezza e la semplicità dei siciliani.

Alessandro

Il cinema è la mia passione da quando ero bambino ed è stato da sempre il mio sogno quello di far qualcosa di rilavante per la settima arte. Ho studiato alla facoltà di lingue, lettere e arti a Bari e il cinema come autodidatta da sempre… Ho fatto tante esperienze professionali e formative in ambito di startup, tecnologia e finanza. Ho una forma mentis internazionale, parlo quattro lingue straniere e ho vissuto in città come Madrid e Londra. Oltre ad essere il fondatore di WeShort ho un background in finanza e investimenti e ho partecipato a progetti come Media Capital Technologies nuovo fondo che finanzia film delle major di Hollywood. Sono anche direttore investimenti di “Crowducers”, nuova società italiana che si occupa di ricerca capitali per film di Hollywood e di profilo internazionale. Ho lavorato quasi nove anni per una compagnia aerea low cost come assistente di volo e certamente quest’esperienza la definisco la mia scuola di vita, di marketing e di business. Tra le cose rilevanti ho avuto la fortuna di conoscere Carlo proprio partendo dal fatto che abbiamo iniziato a lavorare insieme sul suo nuovo film e ho colto l’occasione per raccontargli la mia idea di WeShort. A Carlo è piaciuta molto ed è diventato il Chief Operating Officer di WeShort…

Avete ideato, progettato e realizzato una prestigiosa, innovativa e interessante piattaforma online, WESHORT. Ci raccontate come è nata l’idea, come avete scritto il progetto e quali gli obiettivi e i risultati che vi aspettate?

Carlo

In realtà l’ideatore è stato Alessandro, poi un giorno me ne ha parlato. Ho trovato l’idea geniale e ora ne faccio parte. Obiettivi ? Dare vita “lunga” ai cortometraggi.

Alessandro

L’idea arriva da molto lontano, nasce inizialmente molto distante da ciò che è l’identità di WeShort oggi, si è evoluta molto, nel senso che all’inizio il mio progetto era stato scritto e orientato per innovare sale cinematografiche, poi ho deciso focalizzare le mie energie sulla creazione di una piattaforma On-Demand verticalizzata esclusivamente sul cinema breve. Quella delle sale rimane una vision un po’ più a lungo termine… A questa ideazione ha contribuito la mia contaminazione con tante persone di finanza, marketing digitale e tecnologia. In particolare è stato fondamentale il brainstorming con Paolo, un consulente marketing a dir poco visionario, che ha riconosciuto il mio profondo amore per il cinema trasferendomi il know-how necessario per far nascere WeShort. Il progetto ha avuto praticamente due anni di concepimento e sei mesi di pre-accelerazione, quest’ultima è stata svolta passo dopo passo a partire da agosto dello scorso anno con Grownnectia, società di consulenza del mondo startup che ci ha selezionati in uno dei loro programmi durante il quale abbiamo validato problema, mercato e soluzione conducendo più di mille e duecento interviste e sviluppando tutti i documenti utili per gli investitori. Come tutte le “startup” ci aspettiamo di arrivare ad una “exit”, detto in poche parole ci aspettiamo di avere successo, portando “guardo un corto” come una scelta di tutti i giorni, così come il pubblico fa già per film e serie.

Quando sarà inaugurata la piattaforma?

Carlo

Beh difficile rispondere a questa domanda , il bimbo è nato ora ma dimostra di essere geniale.

Alessandro

Sarà inaugurata molto presto, attraverso una première che durerà due settimane, ovviamente virtuale. Siamo impegnati a lavorare 14 ore al giorno per l’evento e stiamo selezionando i titoli inediti da inserire nel catalogo iniziale. Daremo una data precisa di inizio première molto presto, prestissimo direi, non possiamo dire di più al momento.

Se per un momento doveste pensare alle persone che vi hanno dato una mano, che vi hanno aiutato significativamente nella vostra vita artistica, professionale e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che avrete vissuto, che sono state determinanti per le vostre scelte professionali e di vita portandovi a prendere quelle decisioni che vi hanno condotto dove siete oggi, a realizzare i vostri sogni, a chi pensereste? Chi sono queste persone che vi sentite di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?

Carlo

Ringrazio l’attrice Ieva Lykos, ho capito tante cose e mi ha sempre sostenuto nei momenti di crisi e di sconforto nel lavoro.

Carlo Fusco e Ieva Likos

Alessandro

Mi piace molto questa domanda, credo che la gratitudine sia uno dei fattori principali del successo e io riconosco tanta gratitudine alla mia famiglia innanzitutto che mi supporta e mi sopporta, mamma, papà (è anche il mio “angel investor”) e Stefano mio fratello minore, anche lui fa parte di WeShort in qualità di socio e direttore amministrativo. Poi devo ringraziare zio Damiano per tutto l’aiuto che mi ha dato negli anni e tutt’ora mi dà e zio Giulio per avermi trasferito la passione per il cinema quando ero piccolo. Devo ringraziare anche tutti i miei mentori che tutt’ora mi seguono e mi danno consigli incluso quelli che purtroppo non ci sono più come il Dottor Giuseppe Gallo e il mio “avvocatone” purtroppo spentosi recentemente. Ovviamente devo anche ringraziare il mio cane Uma che dona una gioia immensa tutti i giorni e mi fa lavorare più sereno. Voglio anche ringraziare Quentin Tarantino, Martin Scorsese, Kubrick, Fellini, Tornatore e tutti i cineasti che mi hanno fatto innamorare sempre più della settima arte…Ringrazio il mio idolo calcistico Alex Del Piero e i miei idoli musicali Ennio Morricone e il rapper Eminem, le loro musiche sono state la colonna sonora della mia vita… ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato a crederci, quindi ringrazio anche me stesso, ultimo ma non meno importante (sorride)

«Appartengo a quella categoria di persone che ritiene che ogni azione debba essere portata a termine. Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo.» (Giovanni Falcone, “Cose di cosa nostra”, VII ed., Rizzoli libri spa, Milano, 2016, p. 25 | I edizione 1991). Voi a quale categoria di persone appartenete, volendo rimanere nelle parole di Giovanni Falcone? Siete delle persona che puntano un obiettivo e cercano in tutti i modi di raggiungerlo con determinazione e impegno, oppure pensate che conti molto il fato e la fortuna per avere successo nella vita e nelle cose che si fanno, al di là dei talenti posseduti e dell’impegno e della disciplina che mettiamo in quello che facciamo?

Carlo

Ovviamente alla categoria delle persone che affrontano i problemi. Andrea, credimi, ne ho dovuta mangiare di polvere per arrivare dove sono adesso.

Alessandro

Totalmente, ho più obiettivi e cerco di centrarli tutti, uno alla volta. Io penso che “se c’è un problema c’è una soluzione, altrimenti non è un problema”. Credo che l’unico modo per fallire è mollare, mollare non è presente nel mio vocabolario. La resilienza è una virtù molto bella, ognuno dovrebbe scoprire e perseguire la propria missione nella vita con trasporto e dedizione quotidiana proteggendo i propri sogni. Questo è ciò che ho fatto io fin ora e continuerò a farlo. Chiaramente il granello d’oro della dea fortuna è utile, ma tutto il resto del percorso è una preparazione a saper accogliere quel granello di fortuna nella propria vita, essere preparati ad esso, quel granello che migliora le cose… Quindi non abbattetevi quando non vedete i risultati tangibili subito, sappiate vedere anche i risultati “invisibili” perché quelli con tanta pazienza e disciplina porteranno quelli tangibili, purtroppo oggigiorno siamo tutti frettolosi di ottenere le cose, anche io cerco di darmi delle ricompense ma quelle servono per continuare a lavorare piacevolmente sui miei obiettivi.

«I perdenti, come gli autodidatti, hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell’erudizione è riservato ai perdenti.» (Umberto Eco, “Numero Zero”, Bompiani ed., Milano, 2015). Cosa ne pensate di questa frase del grande maestro Umberto Eco? In generale e nel mondo dell’arte, del cinema, della cultura, della letteratura contemporanea italiana? Come secondo voi va interpretata considerato che oggi le TV, i mass media, i giornali, i social sono popolati da “opinionisti-tuttologi” che sanno “tutto di tutto” e “niente di niente”, ma vengono subdolamente utilizzati per creare “opinione” nella gente e, se vogliamo, nel “popolo” che magari di alcuni argomenti e temi sa poco? Come mai secondo voi oggi il mondo contemporaneo Occidentale non si affida più a chi le cose le sa veramente, dal punto di vista professionale, accademico, scientifico, conoscitivo ed esperienziale, ma si affida e utilizza esclusivamente personaggi che giustamente Umberto Eco definisce “autodidatti” – e che io chiamo “opinionisti-tuttologi” – ma che hanno assunto una posizione di visibilità predominante che certamente influenza perversamente il loro pubblico? Una posizione di predominio culturale all’insegna della tuttologia e per certi versi di una sorta di disonestà intellettuale che da questa prospettiva ha invaso il nostro Paese?

Carlo

Mah, il problema non è solo nell’ambito dello spettacolo. Purtroppo oggi si sono persi i valori di una volta. Uno si sveglia la mattina e fa l’attore o il regista. Poi ci sono i filosofi da salottino che cazzeggiano su quello che è per noi un mestiere artistico. Governati da una massa di riscalda poltrone e fotti più che puoi, in tutto ciò una tv spazzatura e giornalisti che non fanno più il loro mestiere.

Alessandro

Di certo è una frase che fa eco… (sì, purtroppo sono dotato di questo humor, che ci posso fare…). Il “so di non sapere” socratico non va molto di moda ormai. Il pensiero critico è una cosa bellissima, confutare le informazioni apprese anche passandole in rassegna attraverso i propri filtri, partendo dai valori… Guarda Andrea, per me non vi può essere un predominio culturale in un’epoca orwelliana laddove regna la scarsità di cultura e la vuotezza collettiva, comunque ho fatto rimuovere l’antenna TV da casa mia, guardo solo cose On-Demand quindi il chiacchiericcio pedissequo e avulso di questi autodidatti e opinionisti non mi tange. Se molti preferiscono accettare ciò che viene detto o meglio dire “dettato” da chi viene anteposto, è una scelta libera. Con Internet oggi una persona può scegliere e cercarsi le fonti giuste, se non sa come farlo, Internet e molte persone più esperte possono dare di certo una mano. Ad esempio tutti sanno che il cinematografo lo hanno inventato i fratelli Lumière, ma siamo proprio sicuri? (sorride) Non tutti hanno il fiato per andare in apnea per leggere e immergersi completamente in oceani di conoscenza. Lo dico da persona che ha letto Delitto e Castigo tre volte perché non avevo capito un dettaglio importante, ed è più forte di me, mi piace andare in fondo alle cose, partendo dalla ricerca nell’animo umano, chi si prende il tempo oggi di fare ciò? Tutto il mondo ha avuto una grande occasione lo scorso anno, con il lockdown, per guardarsi dentro e misurarsi con le proprie profondità. Il sapiente è anche in un certo qual modo un esploratore, un esploratore della conoscenza. Oggi sapere una sola cosa non basta, a mio modo di vedere bisogna specializzarsi creando delle intersezioni di competenze uniche ed interessanti, per me è stato un trinomio naturale “cinema, finanza e tecnologia” unite alle competenze trasversali come, ad esempio, saper parlare in pubblico, comunicare in maniera persuasiva, gestione del tempo, delle emozioni e del team. Proprio questo pacchetto di competenze unito alla buona educazione, umiltà e un pizzico di senso dell’umorismo mi ha portato dalla Puglia ad esser considerato da persone di spessore come dei produttori di Hollywood e anche dallo stesso Carlo per esempio… Dalle mie parti si dice che nel paese dei ciechi quello a un occhio fa il sindaco. Io mi discosto dalle persone che si autocelebrano saccenti ed esperte. Competenza non è sinonimo di saggezza, se sei veramente erudito, sai benissimo che la maggior parte della gente non ha più tempo per fare la cosa più bella che esiste, ovvero ascoltare. Il saggio può dare al massimo l’esempio e fa parlare i suoi risultati che in silenzio accumula, ma lo fa per sé stesso di certo non per far vedere che lui “sa tutto o sa tanto”. Non si ascolta più tanto quanto si aspetta il proprio turno per parlare. Tornando ad Eco riformulo con altre parole ciò che disse un tempo a proposito di Internet: siamo in un’era sorda in cui tutti si da spazio ad alla libera espressione, purtroppo e per fortuna ci tutti i mezzi per farlo, credo vadano vanno usati con grano salis… Spesso mi hanno appellato come esperto magari in ambiti ancora poco conosciuti come la “blockchain” e devo dire che è bello condividere nozioni e conoscenza di cose ancora sconosciute, però non mi piace dire di essere l’esperto, chi se ne frega, dire che sei esperto soddisfa più un bisogno d’importanza, ego. Quando vengo considerato esperto di cinema, per me non fa differenza, io continuo a guardare i film da spettatore e da sognatore, ciò che mi contraddistingue penso sia l’amore sincero verso il cinema, se ami qualcosa veramente te ne freghi di essere considerato “l’esperto” lascio questo ad altri. Secondo me la parola esperto è obsoleta in un mondo come il nostro in rapido cambiamento, preferisco ritenermi “un eterno studente” così si allieta la pressione di quando si sanno le cose, il peso che si ha rispetto quando si è definiti esperti è sproporzionato e non da poi così tanti risultati a parte l’ego, peggio ancora quando ci si autodefinisce esperti, ci si “auto-sabota”, letteralmente. Credo che comunque la cultura sia qualcosa che prescinde dai risultati che possa conferire nella nostra sfera lavorativa, ma essa è sicuramente un buon catalizzatore di situazioni e opportunità. Ho imparato a non far pesare le cose che so a chi non le sa e mi piace creare una sintonia intorno a me, quindi mi circondo di persone che hanno una sincera voglia di imparare e con le quali lo scambio ci arricchisce vicendevolmente ogni giorno. Avere cultura aiuta ad essere meno superficiali. L’Italia per smantellare questo nanismo intellettuale, specialmente tra i giovani, deve fare una cosa molto semplice, dare spazio ai giovani e aiutare loro a crescere e a crescere le loro aziende, invece di aiutarli a scappare, e lo dico dopo aver vissuto anni tra Londra e Madrid poi rientrato in Puglia perché credo siamo noi a poter condizionare il contesto positivamente.

Alessandro Loprieno

«Tutti i film che ho realizzato sono partiti dalla lettura di un libro. I libri che ho trasformato in film avevano quasi sempre un aspetto che a una prima lettura mi portava a domandarmi: “È una storia fantastica; ma se ne potrà fare un film?” Ho sempre dei sospetti quando un libro sembra prestarsi troppo bene alla trasposizione cinematografica. Di solito significa che è troppo simile ad altre storie già raccontate e la mente salta troppo presto alle conclusioni, capendo subito come lo si potrebbe trasformare in film. La cosa più difficile per me è trovare la storia. È molto più difficile che trovare i finanziamenti, scrivere il copione, girare il film, montarlo e così via. Mi ci sono voluti cinque anni per ciascuno degli ultimi tre film perché è difficilissimo trovare qualcosa che secondo me valga la pena di realizzare. (…) Le buone storie adatte a essere trasformate in un film sono talmente rare che l’argomento è secondario. Mi sono semplicemente messo a leggere di tutto. Quando cerco una storia leggo per una media di cinque ore al giorno, basandomi sulle segnalazioni delle riviste e anche su lettura casuali.» (tratto da “Candidamente Kubrick”, di Gene Siskel, pubblicato sul Chicago Tribune, 21 giugno 1987). Oggi il cinema contemporaneo è spesso caratterizzato dalla banalità e dalla omogeneizzazione, quelle raccontate sono sempre più storie replicanti di film di successo del Novecento, o peggio ancora, storie déjà-vu. Kubrick ci racconta, invece, che nella sua esperienza, per trovare un soggetto originale ci metteva anni e centinaia di libri letti per trovare una “storia” dalla quale valeva la pena fare un film: tutti i suoi film, non è un caso, sono dei Master assoluti da studiare uno per uno. Voi, da addetti ai lavori, come spiegate questa decadenza contemporanea della settima arte? I film realmente originali sono pochissimi e spesso frutto di geni incompresi che vengono sistematicamente evitati dalle grandi produzioni. Perché secondo voi? Come spiegate questo proliferare di “giovani” replicanti e di personaggi mediocri che popolano nei massimi livelli, sia Italiano che Hollywoodiano, il cinema del Ventunesimo secolo?

Carlo

La risposta è semplice, Internet che se da una parte ha agevolato tantissimo la società dall’altra ci ha resi schiavi. Siamo schiavi di Facebook, schiavi del cellulare. Come puoi pretendere delle idee originali? Poi negli ultimi vent’anni il cinema è diventato un puttanaio, sesso in cambio di ruoli ed ecco là nei film attori che recitano peggio delle capre. Soldi pubblici che vengono erogati a seconda dell’amico politico, aziende che preferiscono sponsorizzare in un film il belloccio di turno e la belloccia, senza tener minimamente conto delle conseguenze artistiche. Registi costretti ad ingoiare il rospo, festival macchinati, io non lo so dove siamo arrivati, so solo che non mi piace. Continuo a fare il mio cinema indipendente.

Alessandro

Dire qualcosa di diverso porta con sé i suoi rischi e la gente non ama rischiare, specialmente chi investe vuole il risultato certo, osare costa, sperimentare pure, ma è là che nascono i capolavori. Si buttano tanti soldi ma si è restii di fronte a chi dice qualcosa di diverso, spesso perché non si ascolta, e direi che ascoltare è qualcosa che non si fa solo con le orecchie ma con il cuore. Le produzioni in Italia non investono con i loro soldi e non dispongono di grossi budget, Hollywood è in cerca di investitori, sto prendendo parte in prima persona nel processo di ricerca capitali da investitori privati e fondi di private equity sia per Hollywood che per l’Italia, ovviamente questo include WeShort. Kubrick è probabilmente il mio regista preferito, uno di quelli a cui sono più affezionato, è vero ciò che dice, cinema e letteratura vanno a braccetto, lui cercava storie dai libri non dagli scribacchini delle major di Hollywood, che ha spesso rifiutato. Confermo ciò che dici Andrea sui film di Kubrick, ho studiato moltissimo i suoi film e letto tanti libri, ritengo Kubrick sia tutt’ora sottovalutato. Il cinema è tutt’ora come dice un mio amico l’arte nazionalpopolare, capace di unire tutte le classi sociali con un unico linguaggio, ma è anche business. Spesso accade che si facciano film che riescono di più e altri che riescono meno, altri che riescono a cambiare l’immaginario di un’intera generazione, è sempre tutto in via sperimentale, il cineasta ha un grande coraggio, si mette in gioco prendendosi grandi responsabilità, ad ogni film s’impara qualcosa credo, questo probabilmente potrà dirlo meglio Carlo. Se hai una bellissima storia non vuol dire che venga fuori un bellissimo film, dipende da tante variabili, anche dal clima che si vive sul set. I personaggi sono spesso piatti perché non vengono scritti e creati con un sotto-testo narrativo. Avendo studiato Dostoevskij immagino un personaggio solo esclusivamente con una propria autonomia di pensiero. Oggi è vero ci sono tante storie poco originali ma raccontate bene, molte prendono vita da libri e da concetti già triti e ritriti, è difficile scoprire uno sceneggiatore veramente originale. Magari ti faccio leggere le cose che scrivo e mi dai una tua opinione, scherzi a parte, direi che pure la produzione stia vivendo un momento di cambiamento importante, ed è difficile scegliere dove investire, oggi tutto il cinema è in un momento di profonda trasformazione e se ne parla troppo poco, io ne parlo sulle pagine social Cineman09 che ho creato per parlare dell’innovazione cinematografica. Anche se in Italia non è che si investa tanto nel cinema, parlo dei privati, eppure vi sono incentivi fiscali notevoli, direi che qui dipende anche dalla mancanza di cultura finanziaria. Cerchiamo di dare il nostro contributo anche in questo. Le produzioni vengono letteralmente assalite da aspiranti sceneggiatori, esse in genere si basano molto sulle proiezioni economiche che può portare uno script in base al potenziale pubblico target, direi che ciò è importante e riduce i rischi ma la magia di un film si crea sul set, quando il progetto dalla carta passa alla realizzazione. Oggi anche chi vuole fare veramente lo sceneggiatore si deve innovare, anche chi vuole continuare a farlo deve trovare altre vie per portare alla realizzazione una storia, anche lo sceneggiatore si deve evolvere e non può più solo scrivere deve sapersi vendere. Spesso sfugge che stiamo vivendo un momento cinematografico particolarmente donna-centrico rispetto al cinema degli anni Novanta e credo sia anche giusto, non è semplice scrivere un film al passo con i tempi se non si è al passo coi tempi, forse non riusciamo tanto a vederla questa cosa perché ci troviamo dentro. Abbiamo il buon cinema anche oggi e avevamo il pessimo cinema anche ieri solo che siamo portati a ricordare il meglio perché il peggio è rimasto lì, mentre oggi si ha un atteggiamento critico ipertrofico nei confronti di film che nella loro essenza hanno cercato di dare un contributo, perché hanno voluto in qualche modo dire qualcosa anche se il risultato non è stato quello sperato, bisogna comunque fare un plauso se le intenzioni sono nobili e non ego referenziate.

Perché secondo voi oggi, nel Ventunesimo secolo, il cinema è importante per la gente, per il popolo se vogliamo? Cosa lo differenzia dalle altre produzioni artistiche quali la letteratura, le arti figurative, la musica nelle sue varie declinazioni, il canto e le altre forme d’arte?

Carlo

Il cinema ti fa sognare, il cinema ti sbatte in faccia la realtà, il cinema è vita.

Alessandro

Le immagini sono più facili da fruire, è un’attività mentale passiva, al contrario della lettura che è attiva. La cosa triste è che sempre più difficile trovare un piano sequenza e spesso i film sono diventati dei montaggi di clip stile video musicale. Il cinema ha comunque conservato il potere di unire le persone e dentro una sala cinematografica si respira l’ambiente più democratico che conosca. Il cinema è unione, è movimento, la vita è un cinema di emozioni credo che sia questo ancora a permeare nell’animo di tutti coloro che guardano un film anche se non amano il cinema, il cinema ci racconta la vita che vorremmo o l’eroe che vorremmo essere, è stupendo ed insostituibile.

Come vedete il cinema nei prossimi venti trent’anni? Come lo immaginate da addetti ai lavori? Quali trasformazioni subirà, visto che oggi, anche a causa dei disastri e dei gravi problemi creati dal Covid-19, le sale cinematografiche di tutto il mondo hanno subito un crollo e le varie piattaforme in streaming stanno avendo un successo di pubblico che fino a pochi anni fa nessuno avrebbe immaginato?

Carlo

Purtroppo le sale di una volta sono prima state inghiottite dalle multisale che a loro volta sono state bruciate dalle piattaforme. Ormai è così, ma guardare un film a casa o in una sala non sarà mai la stessa cosa. Il Covid19? Lasciamo stare rischio, di essere additato come un negazionista.

Alessandro

Mah, sicuramente vedo le persone scegliere di guardare un film breve come normale routine allo stesso modo come scelgono di guardare un film di lunghezza tradizionale o una serie televisiva. Il film breve o cortometraggio, non amo chiamarlo così, perché secondo me svilisce il significato di quello che è un film a tutti gli effetti, e, oltre a ciò, non si gira quasi più in pellicola quindi bye bye metraggio, viene trattato un po’ da sfigato, forse è per questo che mi ha fatto tenerezza e ho provato empatia per questo formato e così ho raccolto questa missione. Spesso sono stato trattato come il “cortometraggio”, ma ho resistito. Il film breve possiede resilienza, meritando luce e attenzione. Vengono premiati agli Oscar dagli anni 50’ ma il pubblico tutt’oggi non ha idea di dove guardarli, scoprirli, vivendo un’esperienza di altissima qualità filmica e contenutistica. Vedo in questa fase un ritorno alle origini e credo sia assolutamente necessario per progredire. Il cinema nasce breve, i primi film erano di durata breve e il pubblico non conosceva altro, per il primo ventennio del cinema è andata così poi quando è nata l’industrializzazione delle opere cinematografiche, con Hollywood etc. tutto è cambiato. Oggi riportiamo con gli strumenti odierni, ovvero una piattaforma OTT, le origini del cinema, anche per omaggiare chi ci ha regalato questa stupenda invenzione entrata nelle vite di ognuno di noi. Pensateci, quante storie d’amore sono nate con un appuntamento dove si è andati al cinema? Magari i vostri genitori si sono dati il primo appuntamento per guardare un film a cinema e dal quell’appuntamento è scattato tutto e siete nati voi. Io personalmente tutte le fidanzate le ho portate al cinema in passato, adesso da single se dico ad una ragazza di venire a casa a guardare un film pensa subito male, almeno prima avevamo la scusa del cinema (sorride). Credo che l’accesso alla produzione cinematografica diventi in futuro più collettiva e partecipativa, il pubblico come protagonista, significa che se manca il pubblico è inutile fare film, bisogna valorizzare le esigenze del pubblico e ascoltarlo, questo riguarda tutti da Hollywood alle piccole case di produzione in tutto il mondo. Io mi auguro di realizzare oltre a WeShort il mio progetto sulle sale cinematografiche, che di fatto è entrato nei piani di WeShort nella sua visione a lungo termine. Il tema delle sale è molto delicato, il cinema è il grande schermo, la sensazione di sopraffazione che si ha davanti allo schermo grande, l’audio, il fatto di sentirsi piccoli piccoli davanti a quel maestoso telo bianco è una sensazione insostituibile. Le sale nei prossimi anni devono rinascere, farò tutto il mio meglio per dare il mio contributo. Poi vedo anche un impegno anche dal punto di vista della protezione del patrimonio delle opere cinematografiche archiviandole in una “blockchain” e questo garantirebbe che non vada mai perduto nulla, è fantastico no? La famosa streaming war ha messo in difficoltà Hollywood che si sta riorganizzando, è bello partecipare a questo processo grazie alla Media Capital Technologies in cui ho creduto fin dall’inizio. Comunque, Netflix è una delle mie piattaforme preferite, mi ha respinto il cv per tre volte in passato, questo volevo dirlo (sorride) … In realtà io le uso un po’ tutte e ultimamente da circa un annetto uso anche MUBI, che è fantastica per chi ama un certo tipo di cinema d’essai.

Quali sono le prossime tappe del vostro progetto? Quali i vostri prossimi appuntamenti di lavoro che potete anticiparci?

Carlo

Beh, prima di tutto WESHORT!! Finalmente daremo la possibilità ai film brevi di essere visti dal grande pubblico. Personalmente sto mettendo su il mio prossimo film, ma ancora è prematuro dire di cosa si tratta.

Alessandro

La nostra pianificazione è quella di fare la Première, poi, prima campagna abbonamenti in Italia e il lancio nelle città europee. Riuscendo a fare tutto nel 2021 mi riterrei abbastanza soddisfatto. All’inizio WeShort sarà disponibile nella versione web. Lanceremo sicuramente APP Mobile e Smart TV, è già tutto pronto ma lo faremo al momento giusto.

Come volete chiudere questa chiacchierata e cosa volete dire alle persone che leggeranno questa intervista?

Carlo

Guardate i film brevi!! Alcuni sono geniali. Scusate se in alcune risposte sono stato molto schietto.

Alessandro

Siate capaci di cose straordinarie, non sottovalutate il potere della vostra mente! Il futuro riserva cose meravigliose quindi credete in voi stessi, portate avanti i vostri sogni… Non mollate mai! Fate l’abbonamento su WeShort J (sorride). IN SHORT WE TRUST!

 

WESHORT: SHORT CINEMA STREAMING ON-DEMAND ON YOUR SCREENS

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Carlo Fusco

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Andrea Giostra a Ballarò
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