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Chlorurus rhakoura, il pesce ‘alieno’ ritrovato nelle acque dello Stretto

lunedì 11 Settembre 2017

Il pesce “alieno” sarebbe arrivato anche nelle acque del messinese. L’ipoteticità resta d’obbligo, sino a prova contraria, ma ne sono certi alcuni pescatori che esercitano l’attività nel versante peloritano dello Stretto e si dicono convinti dunque che anche da queste parti si trovi una tipologia di pesce, il Chlorurus rhakoura, mai vista prima nel Mediterraneo.

Si parla di una rara specie indopacifica di pesce pappagallo finora osservata solo lungo la barriera corallina tra Sri Lanka e Australia. Alcuni esemplari adulti sono già finiti nelle reti di un peschereccio vicino a Portopalo (Siracusa), altri a quanto pare sarebbero finiti nelle reti dei pescatori in altre zone della Sicilia e quindi anche nel mare di Messina.

Gli zoologi Gianni Insacco e Bruno Zava del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso, hanno così descritto questa specie sulla rivista Mediterranean Marine Science: “Si tratta di pesci che appartengono ad una specie rara e molto elusiva, che è stata descritta per la prima volta solo venti anni fa: per questo il loro ritrovamento nel Mediterraneo è ancora più sorprendente“, spiegano gli zoologi. “Gli adulti arrivano a 40 centimetri di lunghezza e si caratterizzano per il colore scuro, la coda sfrangiata e il margine blu elettrico della pinna ventrale e di quella caudale. Tutti gli esemplari nascono di sesso maschile, ma poi quelli che si trasformano in femmine sviluppano una vistosa protuberanza sulla testa“.

Abituati a nutrirsi di molluschi e coralli in acque poco profonde, nel Mediterraneo potrebbero fare concorrenza ai pesci scaridi, “ma non credo che riusciranno facilmente a naturalizzarsi diventando una presenza stabile: i quattro pesci esaminati nelle recenti settimane – spiega Insacco – avevano lo stomaco vuoto“.

Escludiamo l’introduzione per mano dell’uomo, visto che non sono commercializzati per uso alimentare nè in ambito acquariofilo, così come la migrazione attraverso il Canale di Suez, visto l’assenza della specie nel mar Rosso e nella parte occidentale dell’oceano indiano“, affermano Insacco e Zava.

E’ probabile che gli esemplari siano finiti nelle acque di zavorra di grandi navi che, a causa di malfunzionamenti dei sistemi di pompaggio e filtraggio, possono diventare delle “roulette ecologiche” in grado di trasportare specie aliene anche di grosse dimensioni, e perfino interi branchi di pesci”.

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