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Ci sono tre ministri siciliani nel nuovo governo Lega-5stelle

venerdì 1 Giugno 2018
giulia-bongiorno

Il nuovo governo del Paese riparte dal premier Giuseppe Conte e dall’accordo tra Movimento 5 stelle e Lega. All’interno dell’esecutivo che vede la luce dopo un parto particolarmente travagliato, a distanza di quasi quattro mesi dal voto delle Politiche, ben tre siciliani.

Giulia Bongiorno, Giulia Grillo e Alfonso Bonafede saranno infatti chiamati a far parte del nuovo governo.

Giulia Bongiorno, nuovo ministro della Pubblica istruzione,  palermitana, è stata in passato parlamentare  eletta nelle liste di Alleanza nazionale. Tra le sue difese più importanti, come avvocato, oltre a quella di Giulio Andreotti insieme all’avvocato Coppi, c’è quella di Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. Alle elezioni del 4 marzo è stata eletta con la Lega di Matteo Salvini.

Giulia Grillo, medico catanese, è il nuovo ministro delle Salute. È parlamentare pentastellato di secondo mandato ed è accreditata di un buon rapporto con Luigi Di Maio. Andrà a ricoprire una posizione strategica di primo piano in un ruolo chiave del nuovo esecutivo, così come Alfonso Bonafede che sarà il nuovo titolare del ministero della Giustizia. Bonafede, quarantenne di Mazara del Vallo è stato in passato vicepresidente della commissione Giustizia al Senato.

La Sicilia dunque si presenta con una rappresentanza ‘pesante’ al cospetto delle aspettative dei siciliani, anche in funzione del raccordo con la Regione che su temi come Economia, Rifiuti e Sanità, si presenta di grande interesse e di risvolti concreti non secondari per l’Isola.

Sarà infatti compito del nuovo ministro dell’Ambiente Sergio Costa dare il via libera ad alcune parti importanti che regolano i rapporti con la Sicilia, tra cui una serie di prescrizioni specifiche nella gestione del ciclo dei rifiuti.

Vanno però distinti i profili della gestione commissariale in capo al presidente della Regione Nello Musumeci, che riguarda l’emergenza, con le parti invece per le quali è necessaria un’intesa con Roma, con il ministero dell’Ambiente. Il sistema, in ogni caso, non dovrebbe andare in tilt, a proroga perfezionata, pur in presenza di una sovrapposizione di livelli di autorizzazioni regionale e nazionale.

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