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Cinquant’anni fa il terremoto che distrusse il Belìce e cambiò la Sicilia

domenica 14 Gennaio 2018

Tra il 14 e il 15 gennaio di cinquant’anni fa una serie di forti scosse di terremoto sconvolse la vita della Valle del Belice, una vasta area della Sicilia Occidentale compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo.

Una ventina i centri coinvolti nel sisma, alcune scosse furono avvertite fino al capoluogo siciliano e a Pantelleria. Una catastrofe che sconvolse la serenità di quei posti per sempre, cancellando definitivamente alcuni Paesi. I Comuni di Gibellina, Menfi, Montevago, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Menfi, Santa Ninfa, Santa Margherita Belice furono scossi irrimediabilmente nella loro vita quotidiana. Furono circa trecento i morti, circa cinquecento i feriti (anche sei numeri nelle cronache dell’epoca non sempre corrispondono), molte decine di migliaia gli sfollati. Era l’inizio di un incubo per i sopravvissuti.

La tragedia più grande fu vissuta a Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago. Una ferita ancora aperta a distanza di cinquant’anni.

Per decenni gli sfollati furono costretti a vivere e morire nelle tendopoli prima e nelle baraccopoli dopo. Le ultime baracche furono smantellate nel 2006. E’ questo il metro più crudo di una burocrazia che si rivelò incapace di dare risposte immediate a quel dramma. La vecchia ferrovia che collegava i centri più interni con la costa non fu mai ripristinata, la ricostruzione mai veramente completata. Alcuni centri, come Poggioreale e Gibellina furono abbandonati e ricostruiti altrove. E l’economia di quei posti continua a risentire ancora oggi del disastro di cinquant’anni fa.

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