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Città metropolitane, il duro impatto del Covid sulle imprese

mercoledì 24 Giugno 2020

Oltre 33mila addetti in meno e un tracollo del fatturato tra i 3,7 e i 5 miliardi di euro.  Sono i numeri dell’impatto della pandemia da Covid-19  nella città metropolitana di Palermo, ipotizzati  per l’anno in corso dall’agenzia di informazioni commerciali Cerved  in un report realizzato a livello nazionale per l’Anci, l’associazione dei comuni italiani.

Dati ancora previsionali, in questo primo semestre del 2020. Ma pesanti, così come quelli per l’economia italiana, considerato che, come si legge nello studio, la perdita che potrebbero subire le imprese delle 14 città metropolitane del Paese varia tra i 244 e i 321 miliardi di euro nel biennio 2020-21, a seconda di come si evolverà il contagio.

Cerved ha ipotizzato due diversi scenari, uno soft (o di base) e uno pessimistico, in base ai quali ha quantificato le possibili perdite economiche.

Il primo ordine di ipotesi indica un graduale ritorno alla normalità a partire già dal mese scorso, seppure in presenza di misure restrittive per  contenere l’epidemia; lo scenario pessimistico, invece, è quello che vede la persistenza di una situazione emergenziale fino alla fine di quest’anno  in cui si considera anche l’eventualità di nuovi lockdown.

In base allo scenario soft, le città metropolitane registrerebbero nel 2020 una perdita dei ricavi pari all’11,8%, con un rimbalzo nel 2021 del 10,2%, che comunque non riporterebbe i fatturati ai livelli del 2019, chiudendo con un calo del -2,8%. Nel caso in cui ci si avvicinasse allo scenario peggiore, la caduta dei ricavi nel 2020 sarebbe del 16,4%, con un gap complessivo, tra il 2019 e il 2021, del -4,3%.

Città su cui il Covid ha impattato di più sono Milano, Roma e Torino, dove, stando allo scenario di base, si registrerebbero perdite di fatturato pari rispettivamente a 74 miliardi, 63,2 miliardi e 25,9 miliardi di euro. Stando invece allo scenario pessimistico, le perdite sarebbero rispettivamente di 97,6 miliardi, 82,4 miliardi e 33,9 miliardi di euro.

Tornando alla Sicilia, a Palermo nonostante la previsione di un recupero dell’economia nel 2021, i numeri rispetto al 2019 manterrebbero comunque il segno meno (-3,3% secondo lo scenario di base e -5,7% secondo il pessimistico). A Catania la perdita di fatturato prevista nel 2020 oscilla, sempre a seconda dello scenario, fra i 3,4 miliardi di euro (-9,4%) e i 4,4 miliardi di euro. (-13,2%), con una flessione nel biennio 2019-2021 che si andrebbe a attestare sul -2,4% oppure il  -3,7%. Messina, infine, potrebbe perdere tra 1,5 miliardi di euro (-12,4%) e 2 miliardi (-17,7%).  Nel biennio 2019-2021, nello città dello Stretto le perdite oscillerebbero dunque tra il -3,4% e il -5,4%.

Quadro nero anche per l’occupazione. Moltissimi  infatti gli addetti che appartengono a settori in cui la crisi da coronavirus sta avendo ha un impatto molto forte: 17.488 a Messina (ovvero il 41% del totale degli addetti nella città metropolitana), 33.126 a Palermo (33,2%), 31.276 a Catania (30,5%).
I settori più colpiti variano da territorio a territorio. A Palermo quello che secondo il Cerved pare destinato a patire maggiormente è quello dei trasporti marittimi, per il quale si prevede, nel biennio 2020-21, una perdita di 0,8 miliardi di euro, seguito dal comparto dei concessionari di autoveicoli e motocicli (-0,4 miliardi) e da quello della gestione delle autostrade (-0,1 miliardi).

Nella città metropolitana di Catania, a soffrire di più sarà con ogni probabilità il settore della microelettronica e dei componenti elettronici finire, a i (-0,3 miliardi), seguito da quello degli autotrasportatori (-0,3 miliardi) e dei concessionari di autoveicoli e motocicli (-0,2 miliardi). Sono infine gli alberghi e la raffinazione di prodotti petroliferi a soffrire di più a Messina, con un calo stimato  per entrambi in -0,2 miliardi, seguiti dall’edilizia con -0,1 miliardi in meno.

 

 

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