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Operazione Lazarus, il boss Galletta stava a casa con pensione civile e bonus accompagnamento

mercoledì 18 Gennaio 2017
dia

carmelo-zuccaroL’hanno chiamata “Operazione Lazarus“, perché il boss mafioso, “coperto” alla giustizia da certificati medici compiacienti, nella vita quotidiana guariva miracolosamente dalla patologie di cui avrebbe sofferto. Il blitz della Direzione Investigativa Antimafia di Catania che, su delega della locale Dda, diretta dal procuratore Carmelo Zuccaro (nella foto a lato), ha  portato all’emissione di provvedimenti di custodia cautelare contro il clan Santapaola-Ercolano. Tra i destinatari del provvedimento il boss Maurizio Galletta, il “Lazarus” dell’inchiesta, ritenuto dagli investigatori un esponente di primo piano della cosca di Cosa nostra, e altri due indagati affiliati alla criminalità organizzata. Coinvolti nell’indagine anche dei medici professionisti che a vario titolo avrebbero favorito il boss. Gli indagati, in totale sono 10.

La Procura ha disposto un’acquisizione di documenti al Policlinico Universitario di Catania nell’ambito del blitz antimafia della Dia; secondo quanto ricostruito dagli investigatori, medici, pubblici e privati, avrebbero favorito il boss con falsi certificati medici volti ad attestare un quadro clinico grave che l’indagato avrebbe presentato per attenuare provvedimenti cautelari emessi nei suoi confronti.

Sul piano cartolare, Galletta era invalido con problemi di deambulazione e respiratorie, ma a casa saliva su ponteggi e puliva il cortile. Per questo Maurizio Galletta, 41 anni, esponente di spicco del clan Santapaola-Ercolano, sebbene condannato per un omicidio e un duplice omicidio, era dal luglio del 2008 agli arresti domiciliari a Catania dopo che il Tribunale di sorveglianza di Bologna ha ritenuto le sue “condizioni fisiche non conciliabili con il regime carcerario“. Ma per la Procura di Catania, che si è avvalsa delle indagini della Dia che lo ha arrestato e portato in carcere, Galletta avrebbe “accentuato le sue patologie con l’appoggio di alcuni medici compiacenti“. Secondo l’accusa in questo modo il boss avrebbe avuto “la possibilità, seppure in regime di detenzione domiciliare, di gestire affari illeciti“.

E non solo. “Grazie alla patologia simulata – sostiene la Procura di Catania, diretta da Carmelo Zuccaro – riceve un trattamento previdenziale da parte dell’Inps, con una pensione civile e una indennità di accompagnamento“. Agli atti dell’inchiesta numerose intercettazioni audio e video eseguite dalla Dia di Catania, diretta da Renato Panvino. Ascoltato, a sua insaputa, un cardiologo prevede che secondo lui “passeranno i guai quelli che hanno scritto che questo è paralizzato“. Ma anche, aggiunge il medico, “il professore che ha scritto che ha una grave insufficienza respiratoria“. “Perché – spiega il cardiologo nell’intercettazione – lui effettivamente ha una grave insufficienza respiratoria, ma cosi grave…“.

Se decidono di fare gli esami in un ospedale militare – ipotizza – secondo me questa insufficienza respiratoria verrà a cadere“. anche se il ‘paziente’ “ha imparato a respirare a modo suo, imita i broncospasmi“. Le telecamere della Dia, inoltre, riprendono Galletta mentre pulisce delle palette davanti casa sua. E lo ascoltano mentre sembra armeggiare con degli attrezzi a casa e chiama: “Francesco, sono sopra il ponte, dov’è…”, chiede. Anche per questo l’inchiesta è stata denominata ‘Lazarus‘.

 

 

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