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Come cambia la campagna elettorale: addio ai “santini”, la sfida oggi è social [Video]

martedì 11 Aprile 2017

santini elettoraliC’era una volta il “santino” elettorale. Quello che l’amico di, il parente di, il collega di, ti consegnava in prossimità delle elezioni (regionali o comunali). C’è chi li collezionava, chi li raccoglieva nel cestino della carta e chi (tra i politicanti) lo ordinava nelle tipografie per distribuirlo al proprio bacino elettorale. C’è anche chi giocava con il classico “celo”, “celo”, “manca”, stile figurine Panini.

Consiglieri di quartiere, ops… di Circoscrizione, consiglieri comunali e candidati sindaco. Una flotta di sedicenti esperti di politica, di problemi di quartiere, di enti locali, di attività comunali. Nell’era digitale e dei social network, la carta, il manifesto elettorale si evolve, ma non scompare del tutto. I costi sono elevati, soprattutto per chi vuole ottenere ampia visibilità e ampliare il proprio bacino di voti.

Ecco perché l’ultima frontiera del marketing politico-elettorale è dettato dalle sponsorizzazioni sui social network. Facebook e Twitter fanno da padroni, forti della portata di pubblico di utenti iscritti. Bastano pochi euro per vedere il proprio “santino” elettorale in formato jpeg, diffuso come “contenuto sponsorizzato” (ovvero pagato). Basta scorrere la propria home page di Facebook per vederla invasa, in questo periodo pre-elettorale, di centinaia di immagini o video di promozione elettorale.

 

La parola dell’esperto: «Facebook ha rivoluzionato anche la competizione politica. Con soli 20 euro di sponsorizzazione puoi arrivare anche a 20mila visualizzazioni di un video. Se sei un candidato dal profilo tra virgolette “basso” (ad esempio un consigliere di circoscrizione) con soli 50 euro puoi decidere di targettizzare la propria foto, il proprio manifesto, tramite geo-localizzazione, scegliendo cioè la città di appartenenza dell’utente, oppure puoi decidere anche gli interessi in comune. L’investimento minimo – spiega l’esperto di social marketing – è di 5 euro al giorno, mentre chi punta a ruoli importanti di solito si affida ad agenzie di advertising che si occupano solo della parte social. Per i politici dal profilo “alto”, ad esempio i candidati sindaco, i costi salgono. Ma sono sempre convenienti rispetto alla carta».  

 

A Palermo, ad esempio, tra i candidati più attivi sui social, il giovane Ismaele La Vardera (Lega e Fratelli d’Italia) e il leader dei Coraggiosi, Fabrizio Ferrandelli. Anche Ugo Forello (M5s), in verità, che però sfrutta meno le sponsorizzazioni e più le dirette social. «In generale – prosegue l’esperto – conviene puntare sui video. I risultati sono certamente più evidenti: mille euro investiti sui manifesti classici hanno molta meno copertura di mille euro investiti sulle sponsorizzazioni Facebook». Dopo il drastico calo delle vendite dei quotidiani cartacei, il web dà quindi la mazzata anche ai manifesti tradizionali. I banner sui siti web stanno pian piano prendendo il sopravvento, anche se l’utente medio utilizza ormai le estensioni per bloccare gli annunci pubblicitari. Estensioni che però al momento non funzionano sui social. L’esperto Zuckerberg ha trovato il modo per by-passare gli adblock. Del resto, sponsorizzazioni e pubblicità sono l’unica fonte di guadagno per Facebook.

 

Santine elettorali su Whatsapp E che dire di Whatsapp? Anche questo colosso è in mano al miliardario Mark, e i video di cui sopra vengono ormai condivisi a velocità spasmodiche tra i gruppi di amici e contatti in rubrica. Un modo facile, veloce e gratuito per farsi pubblicità. Il rovescio della medaglia è che la gratuità non è sempre sinonimo di efficacia. Il messaggio video su Whatsapp è infatti scomodo, invasivo e visto più come spam. Il suono della notifica e il contenuto (Video/Foto) viene salvato automaticamente sulla galleria degli smartphone.

Ma c’è c’è chi chi invece ne sa fare buon uso, puntando sull’ironia e la leggerezza. Eccone un esempio:

L’unica cosa certa è che il futuro degli “spin-doctor, gli esperti di comunicazione politica elettorale, è dettato ormai dall’evoluzione tecnologica.

 

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