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Comune di Palermo, bocciate in commissione bilancio delibere di giunta sui tributi locali

lunedì 29 Novembre 2021
Comune Palermo, bandiera Arcobaleno, palazzo delle aquile

Dall‘ufficio Tributi del Comune di Palermo sono arrivate tre delibere della Giunta Orlando con carattere d’urgenza da votare in Commissione Bilancio, quali misure correttive rispetto allo stato di dissesto economico-finanziario e al piano di equilibrio della Città Metropolitana.

“Abbiamo appena espresso parere negativo alle tre delibere presentate con carattere di urgenza in Commissione Tributi. Queste delibere non avrebbero cambiato nella sostanza la situazione pregiudicata dei conti del Comune di Palermo, in quanto entrerebbero in vigore a partire dalla prossima riscossione, del luglio 2022. Inoltre riteniamo errato ed inaccettabile esasperare la pressione fiscale sui contribuenti palermitani già tartassati e in difficoltà. I problemi di gestione amministrativa non possono essere scaricati sui cittadini”, lo ha detto Fabrizio Ferrandelli, il capogruppo di Più Europa a Sala delle Lapidi e componente della I Commissione consiliare.

La questione attiene alla riscossione delle imposte locali, come la Tari, incassi indispensabili per far fonte alle spese del Comune, ma che esasperano le tasche dei contribuenti palermitani. Il consigliere di Palazzo delle Aquile lo ha spiegato bene. Il disappunto di Ferrandelli ha a che fare soprattutto con una delibera che metterebbe a rischio le licenze dei commercianti palermitani, oggi morosi perché vessati dalle difficoltà economiche create dalla pandemia da Covid 19, tasse e affitti da pagare nonostante le ingenti perdite di fatturato per il comparto delle attività produttive del territorio, a seguito delle restrizioni imposte per ridurre i rischi di contagio da Coronavirus.

“I commerciati colpiti dal momento di crisi vanno aiutati a pagare – ribadisce Ferrandelli – , vanno aumentate le rateizzazioni, va modificato tutto il quadro per sostenerli al momento della riscossione”.

Ma non finisce qui, “Un no secco ad eliminare le esenzioni, che tra l’altro porterebbero soltanto 250.000€ alle casse ma che sono sostanziali per i soggetti beneficiari, uno stop ulteriore al tentativo di ritirare le licenze a commercianti parimenti in difficoltà. Voglio dire  – continua Ferrandelli – che davanti ad un problema gestionale si risponde con atti gestionali immediati, abbiamo bisogno di misure correttive di riequilibrio immediate”, ma aggiungendo che “Di fonte alle difficoltà dei cittadini, non è pensabile ridurre i tempi di rateizzazione, i commercianti  – prosegue il capogruppo di Più Europa – rappresentano un gruppo di persone da tutelare di fronte ad una crisi economico-finanziaria che si sono ritrovati a fronteggiare e che vanno sostenuti, affinché possano riprendere le loro attività per pagare poi i tributi. Ma non inasprendo le misure ritirando addirittura le licenze, producendo un danno ulteriore, perché i negozi chiudono e si mandano sul lastrico delle famiglie, dei lavoratori. L’unico modo che l’amministrazione ha di ricevere i pagamenti è permettere ai commercianti di rimanere aperti, supportandoli, consentendo la ripresa.

L’unico voto positivo emesso riguarda la delibera sulla cartolarizzazioni dei crediti tributari, che consentano rateizzazioni più lunghe per il contribuente, “E’ la possibilità di far comprare ad altri enti di intermediazione questi crediti, in modo tale da aiutare chi ha una difficoltà economica, uno strumento che può garantirne il pagamento”.

“C’è un tema evidente che riguarda la riscossione. Nonostante la buona volontà di una dirigente capace, come la dottoressa Mandalà, che lavora tanto, però attiene al funzionamento della macchina amministrativa, tenendo conto del personale in carica, della strumentazione. Credo che sia arrivato il tempo di potere immaginare altre politiche: l’esternalizzazione dei servizi di riscossione con società concessionarie del Ministero delle Finanze, così da garantire ai cittadini servizi più celeri ma anche efficienti. E’ giusto che tutti, quelli che possono, paghino le tasse, ma senza vessare i contribuenti contraendone i tempi di rateizzazione a chi deve pagare ma non è nelle condizioni di farlo a causa della crisi”.

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