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Comuni siciliani in dissesto, Zambuto: “Roma modifichi norme di contabilità finanziaria” | VIDEO

mercoledì 16 Giugno 2021

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La necessità di avviare un piano di riequilibrio finanziario per alcuni Comuni siciliani in dissesto è tra le priorità annotate nell’agenda politica del governo Musumeci. Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica, Marco Zambuto.

Una problematica legata alla solidità di bilancio che mette a dura prova le amministrazioni locali già compromesse dalla crisi economica attuale, imposta dall’emergenza sanitaria da Coronavirus, che ha depauperato le casse, mandando i bilanci in rosso, accompagnata dalla perdita di gettito fiscale locale da entrate proprie, considerato che molte attività produttive del territorio sono rimaste chiuse per lungo tempo per contenere la diffusione del contagio.

“Ci troviamo ad affrontare una situazione emergenziale che ha colpito quei comuni che già di per sé soffrivano per via di vincoli finanziari che imponevano ristrettezze enormi ai bilanci, previste da normative comunitarie e poi statali. Poi con l’arrivo del Covid, la riscossione in tutti i comuni è stata realmente difficile da realizzare. Noi come Regione Siciliana stiamo cercando di dare un supporto ai comuni nella fase della riscossione, mettendo a disposizione, attraverso un servizio di riscossione che la Regione realizzerebbe al fianco dei comuni che richiederebbero questa soluzione”, ha dichiarato l’assessore Zambuto aggiungendo “Ecco, si tratta di un accompagnamento di questi comuni e su questo siamo abbastanza avanti”.

Ma il problema fondamentale dei Comuni – sottolinea l’esponente del governo Musumeci –  sta nella modifica delle norme di contabilità finanziaria. La normativa nazionale toglie ai comuni la possibilità di vita economica e il segnale che arriva dai territori ci sta portando a fare una battaglia a livello nazionale perché si faccia una modifica sostanziale di queste norme a favore dei comuni a fronte di una condizione oggettiva di essi che rischiano di andare in default. Siamo nella fase della ripartenza che si sta realizzando nel Pnrr e questo momento dobbiamo realizzarlo anche a livello territoriale, locale”.

Il dissesto dichiarato dai Comuni interessati comporta certamente l’urgenza di una misura finanziaria di supporto che il governo regionale ha previsto nella legge di stabilità, condivisa ed approvata dall’Ars, assicurando alle amministrazioni pubbliche le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni fondamentali che hanno a che vedere con la garanzia dei servizi pubblici essenziali. Ma i rilievi costituzionali della Ragioneria del Mef hanno rilevato criticità in ordine al conseguimento degli equilibri di bilancio. Ma su questo fronte, c’è un’altra battaglia del governo regionale.

Zambuto ha fatto luce sugli interventi che il governo regionale ha recentemente messo in campo, e sulle azioni in procinto di essere applicate, per sostenere gli enti locali che versano in condizioni di prolungata criticità finanziaria, spiegando che “I trasferimenti regionali nei confronti dei comuni relativamente all’anno 2020 sono stati dati tutti per intero. E’ stato anche trasferito l’acconto 2021, con una delibera di Giunta della settimana scorsa abbiamo anche fatto una variazione di bilancio affinché si desse ai comuni il trasferimento delle risorse per i precari degli enti locali. E poi sono in fase di definizione i cosiddetti ristori: il fondo perequativo, il fondo degli investimenti dell’anno 2020, che facendo riferimento ai fondi extraregionali che in quanto tali hanno bisogno di una particolare procedura per la quale siamo in fase di definizione. Io conto che entro giugno si possano fare i decreti affinché i comuni possano avere i ristori rispetto alle mancate entrate”.

C’è poi la prospettiva, affrontata dall’Anci Sicilia nei giorni scorsi, di aprire un dialogo a Roma per rivedere i vincoli in materia di assunzione di personale,  per far fronte alla mancanza di figure apicali e alla carenza di figure professionali specifiche e qualificate nei servizi finanziari, negli uffici tecnici e nei servizi sociali, alla stabilizzazione dei precari, impiegati all’interno della pubblica amministrazione e in molti casi indispensabili al normale funzionamento della stessa. E la possibilità di stabilizzare passa, prima di tutto, dalle capacità finanziarie degli enti.

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