Confcommercio Palermo: “Nuovi tram? Prima si faccia un sondaggio tra i cittadini e l’analisi costi-benefici”
PALERMO. “Riteniamo che il tram sia una delle indispensabili infrastrutture che possono migliorare la mobilità a Palermo anche nella direzione di una città sostenibile oltre che funzionale. La realizzazione delle prime linee e anche i cantieri della Chiusura dell’Anello Ferroviario, però, hanno comportato e comportano importanti sacrifici per cittadini e imprese oltre che ingenti costi e un’alterazione irreversibile delle stesse caratteristiche morfologiche della città, a volte con un impatto non sempre positivo per una città come la nostra che ha il dovere di preservare il proprio patrimonio”. A dirlo all‘Adnkronos è Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo a proposito delle nuove linee del tram destinate a ridisegnare la mobilità pubblica del capoluogo siciliano.

Per lei, “modernità e patrimonio architettonico possono coesistere armonicamente, certamente sarà cura di tutti non fare scelte progettuali avventate”. Anche perché il tram da solo non può risolvere i problemi della mobilità della città. “Palermo avrebbe bisogno di più mezzi pubblici, di più parcheggi“ dice Di Dio. Ecco perché “in funzione già di quanto è stato fatto è opportuno fare una verifica costi/benefici per tutti gli aspetti. Bisognerebbe fare uno studio sull’impatto che altre linee di tram possono avere a Palermo“ dice Di Dio. L’idea di Confcommercio è di farsi promotrice di un’indagine. “Pensiamo a una sorta di sondaggio sia con i nostri associati che con i cittadini che usano il tram per conoscere direttamente dagli utenti e dagli imprenditori come la pensano”.

“Ben venga dunque la proposta lanciata dalla Di Dio – precisa Ferrandelli – di effettuare una verifica costi/benefici e di realizzare uno studio sull’impatto che altre linee di tram possono avere a Palermo. Quello che manca a questa amministrazione è proprio il contatto con i cittadini e il saper dare risposte concrete alle reali necessità della città. Noi continuiamo con coerenza a portare una visione alternativa di mobilità dolce – conclude Ferrandelli – sicuramente più rapida e con costi di gestione nettamente inferiori”.
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