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Coronavirus, attività motoria o sportiva? Dubbi interpretativi sui DPCM

sabato 17 Ottobre 2020
La Domenica Favorita
Foto Archivio

Attività motoria o sportiva?

Un confine molto dibattuto nella giurisprudenza sportiva, ma che finisce per esserlo ancora di più in materia di DPCM sull’emergenza coronavirus. Difatti, mentre le prime devono essere fatte con l’utilizzo della mascherina, chi pratica “attività sportiva” può farlo senza.

UN CONFINE LABILE

Un concetto che il Ministero dell’Interno ha dovuto ribadire con un’apposita nota. “Con riferimento all’obbligo di indossare la mascherina nel corso dello svolgimento di attività motoria, il ministero dell’Interno precisa che, per tale attività, deve intendersi la mera passeggiata e non la corsa, anche quella svolta con finalità amatoriali, in quanto riconducibile ad attività sportiva. Quindi jogging e footing potranno continuare a svolgersi senza obbligo di mascherina“.

Una specificazione necessaria, visto anche i rischi del praticare jogging indossando la mascherina. Sul tema avevamo sentito qualche mese fa Miriam Gulotta, membro del consiglio giovanile esteso “Young Leaders” della FIDAL Sicilia.

Da rappresentante del mondo dell’atletica leggera e, soprattutto, da laureata in Scienze Motorie, ritengo che l’idea di correre indossando una mascherina sia malsana e pericolosa – commentava Miriam Gulotta -. In primo luogo, lo è sotto il profilo dei processi fisiologici. Se corro con un dispositivo di protezione individuale che mi copre naso e bocca, la mia possibilità di inspirare ossigeno ne risulta ridotta. Inoltre, accumulo molta più anidride carbonica del normale, a causa dell’impedimento fisico rappresentanto dalla mascherina durante la fase di espirazione“.

Questo crea uno scompenso fisiologico ed alcune alterazioni respiratorie che possono portare a stati confusionali, affaticamento precoce, iperventilazione (perchè il corpo cerca di compensare la mancanza di aria) e, nei casi più gravi, ad alcalosi sanguigna“.

Un chiarimento, quello del Ministero, che però è andato ad alimentare ulteriori dubbi interpretativi, come sottolineato nel suo intervento alla Camera da Giorgia Meloni. “Questi DPCM sono buoni sono per i meme su internet – attaccava la leader di Fratelli d’Italia, che poi aggiunge -. Come si misura la differenza fra attività motoria e sportiva? Qual’è la velocità in km/h per stabilirlo? Se faccio marcia mi multano?”.

MANCA LA TIPIZZAZIONE DELLE FATTISPECIE?

Ci si pone quindi il dubbio se, relativamente ai DPCM, manchi una precisa tipizzazione delle fattispecie. Questo non è un tema da poco, in quanto senza un simile elemento distintivo può vacillare la stessa certezza del diritto. Sono tante infatti le declinazioni della “corsa”, in quanto attività sportiva, da considerare. Basti pensare alla marcia o al trekking ad esempio, sport in cui le possibilità di contagio appaiono alquanto scarne se praticati in solitaria.

Ma il tema riguarda anche la questione della stessa camminata. Pur essendo vero che per un soggetto sano, la “passeggiata” presenta un impegno cardiovascolare molto blando (basso se la velocità è al di sotto dei 4 km/h), per un soggetto con patologie pregresse o avanti negli anni ciò potrebbe rappresentare un problema. Richiamando ad esempio le normative del COCIS o dello stesso decreto Balduzzi sul tema, si capisce quanto si possano venire a creare dubbi interpretativi su cosa sia sport o su cosa non lo sia.

E infine, per gli sport individuali limitrofi, quali ad esempio il nuoto, qual’è il contesto in cui vanno collocati? Un chiarimento appare necessario, per dissolvere la nebbia che riguarda questo tema. Tutto ciò anche alla luce di un possibile nuovo inasprimento delle chiusure a causa dell’aumento dei contagi. Fra le proposte al vaglio del Governo infatti, dopo la chiusura dei luoghi ludico-amatoriali, come ad esempio i centri di calcio a 5, vi sarebbero forti restrizioni in arrivo anche per le palestre.

 

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