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Coronavirus, Blutec di Termini Imerese: ipotesi di riconversione in industria sanitaria

martedì 7 Aprile 2020
Blutec (Termini Imerese)

Complice, forse, l’agenda economica del periodo, con il Coronavirus a dettarla, ecco che per l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese potrebbero affacciarsi nuove opportunità di riconversione industriale. Il polo oggi Blutec potrebbe essere, infatti, riconvertito per la produzione di dispositivi e macchinari di alta tecnologia per il sistema sanitario.

L’azienda è attualmente gestita da commissari straordinari dopo un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto Blutec. L’ipotesi progettuale è del Distretto Meccatronica che, come scrive il Sole24Ore, ha già avviato contatti con i commissari, con i sindacati e con l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano.

targa florio a termini imereseGuardiamo con attenzione al lavoro del distretto Meccatronica – dice l’assessore – che è in condizione di avviare un lavoro sinergico tra imprese e può mettere a regime un progetto di riconversione”. Del progetto è stato informato anche Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia e commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus.

Il dossier preparato da Antonello Mineo, presidente di Meccatronica in Sicilia, parte da una considerazione: Blutec ha già le macchine (stampanti in 3D e in 5D) necessarie per la produzione. “Sono ferme da un po’ – spiega Mineo – e vanno riavviate ma è un problema facilmente risolvibile. Volendo nel giro di qualche settimana si può arrivare alla produzione“.

Il progetto parte dall’esperienza del Distretto e dall’iniziativa di sette delle 110 aziende che ne fanno parte (300 i milioni di fatturato complessivo e 2.500 addetti in tutto) di avviare la produzione di mascherine e dispositivi di protezione per far fronte ai bisogni di lavoratori e operatori sanitari dell’isola. “Abbiamo messo in piedi un network che si avvale di ingegneri, specialisti, tecnici e manodopera qualificata – aggiunge Mineo, abbiamo le carte in regola per guardare oltre all’emergenza e intercettare i fabbisogni del sistema sanitario della Sicilia ma non solo in termini di dispositivi ma anche di apparecchiature ad alta tecnologia adeguate alla guerra contro il Covid-19“.

Mostra interesse per il progetto nemmeno il segretario regionale della Fiom Roberto Mastrosimone: “Osserviamo con attenzione a questo scenario, lo stabilimento è di fatto già nella disponibilità di Invitalia e del ministero. A Termini vi sono tutte le condizioni per fare un grande investimento: siamo in attesa, per esempio, che venga firmato l’accordo di programma che vale 240 milioni“.

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