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Coronavirus, gli Avvocati contro il Governo: “Siamo alla paralisi, aiuti economici subito”

venerdì 13 Marzo 2020
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L’ANAI (Associazione Nazionale Avvocati Italiani), preso atto dello stato di emergenza nazionale determinato dalla Pandemia da Coronavirus:

LETTI

I plurimi provvedimenti adottati dal Governo italiano finalizzati:

– al contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID -19, con l’adozione di stringenti regole di natura sanitaria;

– al sostegno all’economia nazionale, con l’impegno di ingenti risorse, da destinarsi a supporto del lavoro ovvero a tutela delle imprese, dei lavoratori dipendenti e delle famiglie;

CONSIDERATO

– che in detti atti governativi non vi sono concreti riferimenti ad aiuti economici, di qualunque natura essi possano essere, a favore del mondo dei liberi professionisti ed in particolare a favore degli Avvocati;

– che la categoria forense, nella sua quasi totalità, è rappresentata da studi composti da singoli Avvocati, i quali, come tutto il mondo delle partite iva e del terziario, ha avuto negli ultimi anni un calo del proprio reddito medio e nella stragrande maggioranza ha in corso rateizzazioni per debiti o mancati pagamenti;

– che vista l’emergenza nazionale e la sostanziale paralisi dell’attività professionale, la situazione economica di detti professionisti verrà ulteriormente ad appesantirsi nei prossimi mesi, con gravissime ripercussioni in ordine alla loro capacità sia di continuare a lavorare e sia di poter far fronte alle scadenze fiscali e previdenziali previste nei prossimi mesi;

– che l’attività professionale svolta dagli Avvocati, così come quella di tutte le partite IVA, rappresenta l’indispensabile tessuto connettivo del mondo economico nazionale e va tutelato al pari di quanto si sta prevedendo per le grandi e piccole imprese, i lavoratori dipendenti e le famiglie:

LETTO

Il comunicato in data 11 Marzo 2020 del Presidente della Cassa Nazionale Forense, con il quale è stata decisa la sospensione dei termini di tutti i versamenti e degli adempimenti previdenziali forensi sino al 30 Settembre 2020

CONSIDERATO

– che la sospensione dei i versamenti e degli adempimenti previdenziali forensi sino al 30-09-20 (dettata da una cogente normativa nazionale che impone a Cassa Forense di assicurare lo equilibrio finanziario con previsione di sostenibilità dei propri conti a 50 anni) per quanto apprezzabile, è da ritenersi insufficiente, infatti tale provvedimento si limita a spostare nel tempo il versamento degli oneri contributivi a carico degli iscritti, prevedendo di fatto il pagamento di tutto quanto dovuto dai singoli avvocati, normalmente spalmato nel corso dello intero anno, negli ultimi tre mesi (ottobre – Dicembre); periodo dell’anno, peraltro, in cui ricadono altre importanti ed onerose scadenze fiscali, basti pensare al saldo IRPEF (nelle sue tre declinazioni nazionale, regionale e Comunale) ed IRAP,dell’anno precedente e l’acconto IRPEF ed IRAP per l’anno anno in corso, all’anticipo IVA del mese di Dicembre;
– che per garantire la sopravvivenza professionale della stragrande maggioranza degli iscritti alla emergenza in corso, che va ad aggiungersi al notorio momento di difficoltà economica in cui versa gran parte dell’avvocatura, è opportuno che vengano adottate concrete misure a favore della categoria da parte sia del Governo che di Cassa Forense;

– che il Governo, come per già fatto per altre categorie sociali, ha l’onere di sostenere il lavoro degli avvocati e i loro “posti di lavoro” con un concreto e tangibile contributo economico a loro favore;

– che il Governo potrebbe e dovrebbe farsi carico dell’ammontare di tutti i contributi previdenziali dovuti dagli Avvocati, o parte di questi, e da versarsi nel corso dell’anno 2020 e più precisamente i contributi dovuti dagli iscritti in base al reddito maturato nell’anno 2019, e da dichiararsi con il Mod. 5 2020, ed i contributi fissi dovuti per il corrente anno;

– Che Cassa Forense, così come gli altri vertici dell’Avvocatura, dovrebbe richiedere al Governo di assumere formalmente un concreto impegno economico a favore della categoria, ovvero dovrebbe richiedere al Governo che si faccia carico degli oneri contributivi e previdenziali dovuti dagli Avvocati nel corso del corrente anno o di gran parte di questi, con esonero dal versamento, totale e/o parziale, da parte degli iscritti;

– Che Cassa Forense, alla luce della propria solidità finanziaria, con gli altri vertici della Avvocatura, dovrebbe richiedere al Governo di intervenire sul comma 24 della L. 201/11 prevedendo, per un periodo di almeno tre anni, che il dato temporale relativo all’equilibrio finanziario previsto nella norma a suo carico sia ridotto da 50 a 40 / 45 anni e ciò al fine di avere una maggiore elasticità nella gestione delle proprie risorse economiche;

– Che Cassa Forense, comunque ed in ogni caso, valuti l’opportunità di prevedere la possibilità per gli iscritti, di effettuare il versamento, in tutto o in parte, dei contributi dovuti per il corrente anno in via rateizzata nel corso dei prossimi due anni;

– Che Cassa Forense, comunque ed in ogni caso, valuti concretamente l’opportunità di rinviare all’inizio dello anno 2023 il previsto aumento del contributo soggettivo dal 14,5% al 15%.

INVITA

Cassa di Previdenza Forense, CNF ed OCF, a rappresentare al Governo Italiano, in questo eccezionale momento di emergenza nazionale, che per salvaguardare la sopravvivenza professionale di gran parte degli Avvocati, vi è la necessità che siano adottati tempestivamente:

concreti interventi economici a favore della categoria forense ed in particolare vi è la necessità che lo Stato si faccia carico degli oneri contributivi e previdenziali dovuti dagli Avvocati nel corso del corrente anno, o di gran parte di questi, con esonero dal versamento, totale e/o parziale, da parte degli legali stessi;

➢ idonei provvedimenti, riguardanti il comma 24 della L. 201/11 prevedendo che, per un periodo di almeno tre anni, il dato temporale relativo all’equilibrio finanziario previsto nella norma a carico di Cassa Forense sia ridotto da 50 a 40/45 anni e ciò al fine di consentire a quest’ultima di avere una maggiore elasticità nella gestione delle proprie risorse economiche;

INVITA INOLTRE

Cassa di Previdenza Forense a valutare concretamente l’opportunità di:

➢ prevedere la possibilità per gli iscritti di effettuare il versamento, in tutto o in parte, dei contributi dovuti per il corrente anno in via rateizzata nel corso dei prossimi due anni;

➢ di rinviare all’inizio dello anno 2023 il previsto aumento del contributo soggettivo dal 14,5% al 15%.

➢ attivarsi pertanto presso i competenti ministeri al fine di ottenere le necessarie autorizzazioni .

 Avv. Isabella Maria Stoppani

 

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