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Coronavirus, Papatheu e Rossi (FI): “Buoni pasto con codice fiscale”

venerdì 27 Marzo 2020
Urania Papatheu e Mariarosaria Rossi
Urania Papatheu e Mariarosaria Rossi

“In una situazione drammatica come questa, in cui milioni di cittadini sono costretti a restare nelle proprie abitazioni, per evitare ulteriori contagi da Covid-19, il Governo deve dare risposte immediate e concrete per consentire agli italiani di rimanere sì, nelle proprie case, ma al contempo di poter mangiare, approvvigionandosi dei necessari generi alimentari. Per questo facciamo appello al premier Conte e a tutto il Governo affinché vengano messi a disposizione della gente dei buoni pasti da 2 mila euro a nucleo familiare, da collegare al proprio codice fiscale”. Lo affermano in una nota le parlamentari di Forza Italia, Mariarosaria Rossi e Urania Papatheu. Le due esponenti di Forza Italia al Senato propongono al Governo l’adozione di un’importante misura a sostegno immediato delle famiglie per contrastare le problematiche economiche e sociali determinate già nell’immediato dall’emergenza Coronavirus.

“L’istituzione dei buoni pasto, così regolamentati, permetterebbe – spiegano Rossi e Papatheu – di attuare il servizio in sicurezza, in modo tracciato e non falsificabile, circoscrivendone l’impiego in ambito territoriale e previo richiesta obbligatoria del documento al possessore. Si potrebbe istituire un buono formato, ad esempio, da 100 fogli del valore di 10 euro o da 50 fogli del valore di 20 euro, che preveda “buoni pasto” utilizzabili all’interno del circuito delle attività autorizzate all’apertura e senza data di scadenza. Dobbiamo dare da mangiare alle tante persone alle quali, per causa di forza maggiore, è stata tolta la possibilità di lavorare. Per questo va assegnato subito a ogni nucleo familiare un coupon. Gli esercenti potrebbero accumularli e scaricarli dalle tasse.

“E’ un iter – concludono le senatrici Rossi e Papatheu – che può essere coordinato dai comuni, demandandoli alle operazioni di rilascio dei buoni pasto. Questa iniziativa non è conflitto con le leggi UE e non prospetta una forma di emissione di valuta e/o di debito, semmai sarebbe figurabile come “restituzione indiretta” delle tasse, portando in detrazione al fisco le somme dei buoni per l’anno 2020. Bisogna fare in fretta: gli italiani non devono morire di Covid-19, ma non possiamo neppure permettere che muoiano di fame”.

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