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Coronavirus, scarcerato un altro boss: “Si dimettano ministro della Giustizia e capo del Dap”

martedì 28 Aprile 2020
bonafede
Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede

«Oggi, causa coronavirus, hanno scarcerato Angelo Porcino uno dei boss della cosca barcellonese». Lo scrive su Facebook Chicco Alfano, figlio di Beppe Alfano, il giornalista di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) ucciso dalla mafia l’8 gennaio del 1993.

alfano chiccoDuro l’affondo contro il Ministro Alfonso Bonafede (siciliano, M5s) e il capo del DAP: «Adesso basta indugiare – continua Alfano – scarcerate anche Giuseppe Gullotti, boss della mafia barcellonese e mandante dell’omicidio di mio padre e Antonino Merlino killer di mio padre. Fatelo subito non aspettate la scusa del coronavirus perché tanto lo sappiamo: ciò che iniziò 28 anni fa non si è mai fermato. In un paese civile quale NON è l’Italia sarebbero già arrivate le dimissioni del ministro della Giustizia e del capo del D.A.P. Ma noi abbiamo invece il ministro del “io non centro”, del “non è colpa mia” e dell’indifferenza».

Angelo Porcino, 63 anni, elemento di spicco della mafia di Barcellona era detenuto a Voghera, lo stesso carcere in cui si è registrata una vittima per coronavirus. Da lì è uscito pochi giorni fa anche Pino Sansone, costruttore e presunto mafioso dell’Uditore (Palermo), vicino di casa di Totò Riina nel famoso covo di via Bernini, dove nel 1993 si nascondeva il capo dei capi della mafia. Sansone, 69 anni, è stato mandato ai domiciliari per motivi di salute.

Anche Sonia Alfano, sorella di Chicco e figlia di Beppe, ha attaccato lo Stato: «L’Italia reclusa in casa, e i mafiosi liberi! In nome del Covid-19 italiano, Angelo Porcino, un altro 41/bis di mia conoscenza, ha fatto il suo rientro tra le accoglienti mura di casa a Barcellona Pozzo di Gotto. Silenzio dalle Procure Generali in merito ad eventuali impugnazioni delle scarcerazioni, silenzio dal Ministro (sa solo tacere), e silenzio da parte del capo del Dap. Preferirei, a questo punto, scarcerassero anche gli assassini di mio padre, così evitiamo la finta sorpresa e non ci giriamo tanto attorno. Fatelo, noi familiari della loro vittima, aspettiamo solo questo, per poter vivere meglio con il nostro dolore e le ingiustizie che questo stato ci impone da 27 anni. Adesso, Merlino e Gullotti liberi. Viva il Covid19, viva la trattativa Stato-mafia, viva il popolo bue italiano».
 

 

 

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