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Coronavirus, sport ed aria aperta: tanti i benefici, altrettante le polemiche politiche

giovedì 2 Aprile 2020

#RestoACasa, questo è l’hashtag che ha rivoluzionato le nostre vite da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus. Dopo il lockdown imposto con il DPCM del 9 marzo, il premier Giuseppe Conte aveva lasciato la possibilità di uscire di casa per motivi di lavoro, per necessità e per attività essenziali. Fra questi, erano state ricomprese le passeggiate e le attività sportive.

A seguito di un ulteriore peggioramento e delle polemiche politiche, il provvedimento ha subito un ulteriore limitazione. Ad oggi sono permesse tali attività vicino alla propria abitazione ma le critiche, sopratutto da parte degli enti locali, non si sono placate ed hanno dato luogo a decreti regionali sempre più stringenti.

Ma, mentre la politica discute sulle uscite all’aperto, lo Sport e il Sole si dimostrano, sempre di più, ottimi alleati nella lotta al covid-19. Anche all’interno della propria abitazione, è possibile aumentare le difese immunitarie con alcune semplici mosse.

IL RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

A certificarlo, è arrivata la presa di posizione dell’OMS. In una nota pubblicata domenica 22 marzo, il vertice della sanità mondiale invitava a praticare “30 minuti di attività fisica per un adulto e un’ora per un bambino. Se le linee guida locali e nazionali lo permettono, uscite per una passeggiata, per una corsetta o per un giro in bici, mantenendo una distanza di sicurezza“.

Nel caso non si possa uscire di casa, ecco i consigli dell’organizzazione. “Trovate qualche esercizio online da fare, ballate a ritmo di musica, fate yoga o fate su e giù per le scale“, scrive l’ente sul proprio sito ufficiale. Un riconoscimento formale all’attività sportiva che, unita ad una sana alimentazione, costituisce un fattore di prevenzione dei fattori di rischio non solo del covid-19, ma anche di numerose patologie croniche.

A tal proposito, il 26 marzo scorso, il Ministero della Salute ha lanciato su Facebook la campagna “Resta a casa, ma rimani attivo“. Un invito, rivolto ai cittadini, a pratica esercizio fisico all’interno delle proprie case. Nel post allegato, il dicastero scrive: “L’attività fisica fa bene al corpo e alla mente. Durante l’emergenza #COVID19 fare attività anche in casa può aiutare a mantenere la salute del cuore, la forza muscolare e la flessibilità di tutto il corpo“. All’interno del post, vengono consigliate alcune attività praticabili anche fra le mura domestiche.

UN NUOVO ELEMENTO, LA VITAMINA D. LA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO

Secondo quanto documentato in uno studio dell’Università di Torino, condotto dai professori Giancarlo Isaia (Geriatria) ed Enzo Medico (Istologia), è stato possibile rintracciare una possibile correlazione fra i contagi da coronavirus e l’ipovitaminosi D.

Con la dicitura vitamina D intendiamo un gruppo di ormoni liposolubili costituito da cinque vitamine. Una di queste, la D3 (conosciuta in termini scientifici come colecalciferolo), è una derivante del colesterolo e viene prodotta a livello endogeno dal corpo umano.

Tale sostanza gioca un ruolo chiave nel sistema linfatico, in quanto interviene nei meccanismi di contrasto delle infezioni e riduce la possibilità di contrarre raffredore ed influenza. Molte cellule del sistema immunitario infatti (monociti, macrofagi e le cellule del timo, organo del sistema linfatico responsabile della produzione dei linfociti T), posseggono recettori in grado di legare il metabolita 1,25(OH)2D, presente nella composizione della vitamina D.

La sua sintesi avviene a partire dalla pelle, attraverso una reazione chimica che dipende dall’esposizione alla luce solare (in particolare dall’irradiazione UVB). Tale componente chimica è poco presente negli anziani, proprio a causa dalla scarsa mobilità al di fuori della propria abitazione.

Mettersi nel balcone o nel terrazzo, oltre a praticare qualche passeggiata vicino casa, potrebbe essere un elemento di prevenzione dei fattori di rischio molto importante.

LE POSIZIONI DEL MONDO POLITICO: CONTE VS MUSUMECI PARTE SECONDA

Con una nota pubblicata il 31 marzo, il Viminale ha definitivamente chiarito la questione attività all’aperto. Nei pressi della propria abitazione, si potranno praticare passeggiate, uscite con i bambini in passeggino e jogging.

Una decisione che ha aperto le porte ad una serie di polemiche da parte degli esponenti di alcuni enti locali, autori di misure maggiormente restrittive rispetto a quelle del Governo nazionale.

Alcuni governatori, fra questi Nello Musumeci, hanno vietato le suddette attività con apposito decreto. In particolare, il presidente della Regione ha dichiarato quanto segue. “Le passeggiate si faranno quando finirà l’emergenza. Se ci sono dei casi di bambini affetti da particolari patologie questa esigenza della passeggiata potrà essere consentita ma soltanto davanti a una certificazione medica e per dieci minuti“.

Uno scontro istituzionale continuo, che ormai va avanti da alcune settimane. Da un lato l’esigenza di garantire tutte le misure necessarie a prevenire il contagio mentre dall’altro l’esigenza, da parte di genitori e famiglie, di garantire adeguati spazi temporali alla cura di se stessi e dei propri figli.

I FAVOREVOLI AD UNA RIAPERTURA PARZIALE

Favorevoli diversi esponenti della politica nazionale. Fra questi il leader ad interim del Movimento 5 Stelle Vito Crimi. “C’è una buona notizia, nonostante i tempi difficili. Con l’ultima circolare del Viminale abbiamo accolto l’appello al diritto alla passeggiata per i bambini. A ciascun genitore sarà consentito camminare con i propri figli di minore età in prossimità della propria abitazione.

Recentemente, si è speso positivamente verso una riapertura anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Chi ha già gli anticorpi dovrebbe poter circolare liberamente. Questo vale per chi è guarito e ha la certificazione del doppio tampone. Ma anche per chi ha fatto il test sierologico e ha scoperto di aver contratto il Covid in modo asintomatico. Secondo un recente studio inglese, questi rappresentano il 10% della popolazione. Significherebbe che sei milioni di italiani hanno già avuto il Covid e possono girare liberi. Servono screening di massa, subito“, ha dichiarato Renzi nell’Enews.

I PARERI CONTRARI

Contro la decisione del Viminale si è posto il sindaco di Palermo, nonché presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando. “In Sicilia e a Palermo è troppo presto per allentare le misure di contrasto al coronavirus. Siamo ancora a rischio, lo sono prima di tutto i bambini e gli anziani delle nostre comunità. Condivido che la Regione continui a mantenere il divieto di spostamenti se non per motivi di estrema necessità“.

Si è detto contrario anche il sindaco di Messina, Cateno De Luca. “Sembra di assistere alla fiera dell’insipienza, in cui prima si raccomanda alle persone di non uscire di casa, si comminano sanzioni anche esose per la violazione delle disposizioni, e poi come se nulla fosse, si dice ai cittadini che possono portare i bambini a passeggio, purché la passeggiata avvenga in compagnia di un solo genitore per volta e in prossimità dell’abitazione. Come se queste fossero garanzie o misure sufficienti a prevenire il contagio”.

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