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Corruzione a Catania: tra gli arresti anche l’ex ingegnere capo del Genio Civile

sabato 13 Novembre 2021
foto d'archivio

C’è anche l’ex ingegnere capo del Genio Civile di Catania, Natale Zuccarello, adesso in pensione, tra le cinque persone arrestate dalla guardia di finanza del comando provinciale nell’ambito dell’inchiesta ‘Genius’ della Procura distrettuale su presunti ‘favori’ nella concessione di lavori pubblici nella provincia etnea. I reati ipotizzati dal Gip sono corruzione, turbata libertà degli incanti e falso in atto pubblico.

In carcere sono stati condotti anche un dirigente del genio civile, Saverio Verde, e due imprenditori edili, Nunzio Adesini e Rocco Mondello. Arresti domiciliari per un funzionario del Genio civile, Ignazio Carbonaro. Ad un terzo imprenditore indagato nella stessa inchiesta, Sebastiano Caggia, il Gip ha imposto il divieto di esercitare l’ufficio di amministratore delegato del Consorzio artigianale edile Comiso (Caec).

Al centro delle indagini dei militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania presunti ‘favori’ di dirigenti e funzionari del Genio civile di Catania, “in cambio di soldi o altre utilità”, ad altrettanti imprenditori per l’assegnazione di tre commesse pubbliche per un valore complessivo di quattro milioni.

I bandi al centro delle indagini sono: il consolidamento di dissesti stradali, causati da smottamenti, ad Aci Catena; la sistemazione e all’ammodernamento di una strada provinciale etnea; i lavori di recupero e la messa in sicurezza per gli utenti e i lavoratori del porto di Catania.

Dall’inchiesta della Procura di Catania emerge che per i lavori relativi al dissesto delle strade del Comune di Aci Catena Zuccarello e Verde avrebbero redatto un falso verbale, in cui sarebbe stato attestato l’aggravamento dello stato di dissesto nella zona “collina Vampolieri”, con conseguente aumento della somma originariamente prevista per i lavori, da 150.000 a 260.00 euro, dell’importo dell’appalto dei lavori assegnati alla Nurovi di Gela rappresentata da Adesini e Mondello. Per la sistemazione della strada provinciale 192, secondo l’accusa, Zuccarello e Verde, con la complicità di Carbonaro, “avrebbero falsificato il verbale di selezione delle ditte che avrebbero dovuto partecipare alla gara per l’aggiudicazione dei lavori, attestando di essersi riuniti e aver estratto a sorte le ditte partecipanti, in realtà già da loro precedentemente individuate”. Per questi due episodi, contesta la Procura, “Adesini e Mondello avrebbero consegnato a 5 mila euro a Zuccarello, promettendone altri 25 mila a lui e 5 mila a Verde“.

Per la sistemazione del porto di Catania nel 2018, è emerso dalle indagini, che “Zuccarello avrebbe ricevuto da Adesini una somma di denaro, di importo ancora imprecisato, per l’aggiudicazione dei lavori alla Nurovi“.

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