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Corruzione e turbativa d’asta, otto arresti, c’è anche il sindaco di Acireale

venerdì 23 Febbraio 2018
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Otto persone sono state arrestate dalla guardia di finanza di Catania per corruzione e turbativa d’asta a conclusione di indagini sui Comuni di Acireale e Malvagna (Messina).

Tra i destinatari del provvedimento cautelare, cinque in carcere e tre ai domiciliari, emesso dal Gip su richiesta della Procura distrettuale etnea, anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, eletto con una lista civica.

Roberto Barbagallo, 42 anni, era stato eletto sindaco di Acireale nel giugno del 2014. Con i suoi 15.573 voti, appoggiato da liste civiche del centrosinistra, aveva quasi doppiato, nel turno di ballottaggio, il candidato del centrodestra, Michele Di Re (8.939 preferenze).

Laureato in ingegneria civile all’università degli Studi di Catania con una specializzazione in idraulica è un libero professionista. Nel 2009 era stato il primo degli eletti al consiglio comunale di Acireale. Politicamente è considerato vicino al deputato regionale Nicola D’Agostino, leader del Movimento “Sicilia futura”.

L’operazione “Sibilla”, iniziata nel 2017 e condotta dalla Guardia di Finanza di Acireale, ha portato alla luce quattro episodi di corruzione e turbativa d’asta nella gestione della cosa pubblica. Un episodio di corruzione avrebbe coinvolto il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, il quale, per favorire la campagna elettorale del suo referente politico, avrebbe spinto due piccoli imprenditori acesi a promettergli il voto, con l’ausilio di un luogotenente della polizia locale, Nicolò Urso. Il sindaco avrebbe chiesto al luogotenente di avviare controlli amministrativi nei confronti degli imprenditori al fine di indurli, per evitare la sanzione, ad avvicinarlo. Nella circostanza gli avrebbe chiesto il sostegno elettorale. Il GIP ha ordinato la traduzione in carcere del sindaco e gli arresti domiciliari per il funzionario di polizia. Altro episodio contestato riguarda la realizzazione dell’ampliamento del cimitero comunale di Acireale. Durante la fase terminale dei lavori, il responsabile della Protezione civile del Comune di Acireale, Salvatore Di Stefano, avrebbe curato il collaudo dell’opera, attestando che l’intervento sarebbe stato eseguito a regola d’arte.

Tuttavia, nella certificazione redatta dal dirigente, sarebbero state indicate operazioni di verifica strutturale presso il cimitero in realta’ mai effettuate: anzi, dalle indagini sarebbe emerso che i quattro verbali di sopralluogo sarebbero tutti stati predisposti nel momento finale della stesura del collaudo dal referente in loco dell’impresa costruttrice con l’ausilio del consulente tecnico dell’impresa stessa. Per il collaudo, il funzionario pubblico avrebbe fatturato alla societa’ 6.600 euro a titolo di compenso professionale. La somma ricevuta e’ stata qualificata come “tangente” per la buona riuscita delle operazioni di verifica. Il GIP ha ordinato la traduzione in carcere del dirigente pubblico e del referente dell’ATI, e gli arresti domiciliari per il consulente tecnico. Le indagini hanno riguardato anche alcuni incarichi professionali relativi alla progettazione di impianti sportivi affidati illecitamente dai Comuni di Acireale (Ct) e Malvagna (Me) al consulente locale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Anna Maria Sapienza, e a un ingegnere catanese, Ferdinando Garilli, sottoposti l’una a custodia cautelare in carcere, l’altro agli arresti domiciliari, per turbata libertà degli incanti.

Tra le proposte validate nel 2017, rientrano anche quelle relative alla riqualificazione della pista di atletica presso il centro sportivo “Tupparello” di Acireale e del campo di calcio di Malvagna. In entrambi i casi, la donna, in cambio del parere favorevole, avrebbe ottenuto, per Garilli e per sè, l’incarico di redigere il progetto dei medesimi impianti sportivi, retribuito con un compenso rispettivamente di 5.000 euro e di 14.300 euro, attribuito con una finta gara al massimo ribasso. Per dare una parvenza di liceità agli affidamenti e risultare formalmente in regola con le prescrizioni dell’ANAC (Autorita’ Nazionale Anticorruzione), i dirigenti degli Uffici Tecnici dei Comuni di Acireale e di Malvagna, di concerto con la Sapienza, avrebbero finto una ricerca di mercato, inviando richieste di offerta, oltre che al vincitore già prestabilito, ad altri due professionisti di fiducia, già istruiti “a tavolino” sulla percentuale di ribasso da indicare nelle risposte. “Nella gestione degli affidamenti, Sapienza avrebbe agito da vero e proprio organo decisorio”, scrive la Guardia di Finanza.

Nel caso di Malvagna, per garantire al collega un compenso anche nell’ambito di quel progetto, avrebbe ottenuto dal dirigente dell’Ufficio Tecnico la previsione di un ruolo ad hoc da affidargli, quello di Assistente al RUP (Responsabile Unico del Procedimento) che, per legge, dovrebbe essere nominato solo in caso di carenza di organico della stazione appaltante. “Sapienza e Garilli avrebbero usato assoluta sufficienza nelle previsioni di spesa del denaro pubblico anche nella redazione successiva dei citati progetti, suscitando la perplessità di chi, presso il CONI, era preposto a corrispondere il finanziamento”, spiegano le Fiamme Gialle.

 

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