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Covid, “cerco un positivo”: l’ultima follia dei party per contagiarsi e avere Green Pass

mercoledì 12 Gennaio 2022

L’ennesima follia inventata dai no vax per ottenere la certficazione verde si chiama “Cerco un positivo“. Il boom è avvenuto proprio durante le vacanze natalizie, in cui si sono verificati questi incontri attraverso l’uso di canali Telegram.

È nato così “Casual Coronavirus party” dove c’è chi inserisce veri e propri annunci: «Sono della provincia di Agrigento. Cerco positivo urgentemente e sono disposto a pagare», la risposta non si fa attendere: «Sono positivo e vivo in Toscana». E’ così che poi si potrà passare all’incontro. C’è poi chi cerca un positivo “con urgenza” ed è disponibile a “spostarsi ovunque”.

I partecipanti spesso sono persone che hanno la necessità di andare a lavoro ma che non vogliono vaccinarsi e così aspirano al Green Pass con metodi alternativi. 

Dei Covid-party o corona-party «ne ho sentito parlare moltissimo ed è una cosa terribile – ha detto Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova -: andando in una festa dove ti contagi con il coronavirus può andarti bene, con una forma blanda, ma anche malissimo e finire in rianimazione e anche peggio. Lo abbiamo detto e ridetto di fronte, il rischio è altissimo e così si gioca con la morte come con la roulette russa».

«Speravo di non sentire e vedere più cose come i morbillo-party – si è  rammaricato Bassetti – è stata una cosa devastante del nostro passato. Di fronte a quest’ottusità non so cosa fare. Questi incontri sono contro la legge e non dovrebbero esserci. Spero che si esca dalla logica del Green pass e si arrivi a una situazione normalità, con l’immunità di gregge in primavera. Dobbiamo – ha concluso – ripartire e spero che ci saranno anche meno di queste stupidaggine dei Covid-party».

«E’ un fenomeno che sta emergendo in modo più evidente a causa di un messaggio distorto, ovvero che la variante Omicron è più tranquilla quindi si può rischiare di più» secondo il virologo Fabrizio Pregliasco. «Ma Omicron non è proprio una passeggiata – ha chiarito l’esperto – e l’effetto di riduzione di un terzo di possibili complicanze che vediamo dai dati è legato soprattutto al fatto che siamo in gran parte vaccinati. Oltretutto – ha ammonito il virologo – siamo in una fase di co-circolazione di due varianti, quindi magari non becchi la Omicron ma la Delta”. Contagiarsi piuttosto che vaccinarsi, ha concluso, «è veramente un messaggio distorto che viene assurdamente considerato».

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