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Covid, Variante Delta sempre più diffusa in Italia: positivi in aumento

mercoledì 7 Luglio 2021

La variante Delta preme l’acceleratore, provocando la risalita della curva dell’epidemia di Covid in tutta Italia. Lo confermano i dati diffusi oggi dal Ministero della Salute, che consentono di fare il raffronto rispetto a 7 e 14 giorni fa. Nelle ultime 24 ore il numero dei positivi è passato da 907 a 1.010, le vittime del Covid sono 14 mentre ieri erano state 24. Numeri che gli esperti leggono come un andamento dissociato, quello a cui si è affidato il premier britannico Boris Johnson per le riaperture: la variante fa aumentare i casi ma non le ospedalizzazioni e i decessi.

Lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza oggi ha sottolineato che fino a due mesi e mezzo fa “avevamo 30.000 persone in ospedale e oggi sono 1.500, il 95% in meno. Avevamo 3.800 persone nelle terapie intensive e oggi siamo sotto i 190, ben oltre il -90%”. Per il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac), con i numeri diffusi oggi, “si conferma il trend di aumento della curva stimata per la percentuale dei positivi ai test molecolari a livello nazionale”. In 28 province, inoltre, si rileva “che negli ultimi sette giorni l’incidenza è aumentata più del 50% rispetto ai sette giorni precedenti” e che “in 14 di esse l’aumento è maggiore del 100%”. L’aumento dei casi si osserva in particolare nelle cinque province “sorvegliate speciali dei giorni scorsi”, ossia Caltanissetta, Ascoli Piceno, Lodi, Napoli e Verona.

Per quanto riguarda i valori relativi all’incidenza nelle 14 province dove il valore attuale è maggiore di 10 casi a settimana per 100.000 abitanti ci sono: Caltanissetta (73), Ascoli Piceno (69), Lodi (28), Napoli e Verona (22), Grosseto (20), Cosenza (17), Caserta (15), Belluno (14), Lecce e Sassari (13), Rimini (11), Bolzano e La Spezia (10). Insomma, la variante Delta sta prendendo piede in Italia, anche se ancora i dati raccolti sono insufficienti per disegnare uno scenario preciso per le prossime settimane. L’attenzione tuttavia è alta e gli esperti avvertono che non è ancora venuto il momento di allentare la presa sulle misure contro il Covid.

Il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Franco Locatelli avverte: “Il virus è sempre lo stesso, semmai le due varianti più diffuse, Alfa e Delta, rispetto al ceppo proveniente da Wuhan hanno maggior contagiosità. Non facciamo però l’errore di pensare a un virus che, per quanto abbia mutato caratteristiche, sia connotato da minor potere di provocare malattia grave”.. Secondo Locatelli “non c’è il rischio di una quarta ondata” perché “ciò che è cambiato è lo stato di immunizzazione del Paese. E questo rende ragione di una maggior protezione dall’infezione”. Quanto alle caratteristiche della variante Delta, “oltre alla maggior contagiosità, sembra aver attenuato o smarrito del tutto alcuni connotati: per esempio la perdita del gusto e dell’olfatto non vengono più lamentate da chi si ammala. I sintomi più frequenti sono invece febbre, naso che cola, mal di testa e mal di gola. Ma questo non impedisce di causare patologie altrettanto gravi”.

Tornando ai dati delle ultime 24 ore in Italia, sono 177.977 i tamponi molecolari e antigenici effettuati, ieri erano stati 74.649. Il tasso di positività è dello 0,56%, sostanzialmente stabile rispetto allo 0,47% di ieri. I pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva sono 180, con un calo di 7 unità rispetto al giorno precedente nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 8, mentre ieri erano stati 11. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 1.234, in calo di 37 unità rispetto a ieri.

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