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Crocetta difende Monterosso e attacca la Corte dei Conti: “Che fine hanno fatto mie denunce?”

martedì 5 Dicembre 2017
crocetta monterosso

Per Rosario Crocetta ci sono “alcune cose inquietanti” dietro l’inchiesta della sezione siciliana della Corte dei Conti, che contesta la nomina di Patrizia Monterosso a segretario generale di Palazzo d’Orleans e un danno di 900 mila euro. Una contestazione, sottolinea l’ex presidente della Regione Siciliana, fatta a distanza di 12 anni. Ovvero quando l’allora governatore Raffaele Lombardo scelse la dottoressa al di fuori dei dirigenti in dotazione all’interno della pianta organica, per ricoprire il ruolo di vertice dell’amministrazione regionale.

Ma soprattutto a suscitare la dura critica di Crocetta sono le mancate risposte alle tante denunce economico-finanziarie fatte negli anni in cui ha governato. “Che fine hanno hanno fatto? Come mai non hanno avuto uno sviluppo? Non c’è’ un obbligo di indagine ed un interesse pubblico a farle, visto che si tratta di danni per diverse centinaia di milioni euro?”.
L’ex presidente si riferisce alle vicende relative alla svendita del patrimonio immobiliare della Regione, al contenzioso Montepaschi-Serit, all’assicurazione sanitaria di 155 milioni di euro, alle truffe sui corsi di formazione.

“Quando la dottoressa Monterosso è stata nominata da Lombardo segretario generale –  scrive in una nota – aveva i titoli per farlo e un curriculum adatto. Appare strano che questa inchiesta si faccia dopo dodici anni. Non ho ricevuto alcuna richiesta di chiarimento se non attraverso i giornali. Durante il mio governo la dottoressa Monterosso ha lavorato con diligenza, competenza, difendendo l’interesse pubblico e nessuno può contestare il fatto che ha una conoscenza profonda della macchina amministrativa”.

Secondo Crocetta, quindi, non solo non ci sarebbero profili di illegittimità, ma la decisione presa dalla Corte dei Conti appare sospetta e dettata logiche che nulla hanno a che vedere con quelle della giustizia contabile. “Non voglio parlare di giustizia ad orologeria, ma ci sono alcune cose inquietanti – aggiunge – che spingono a pensarlo, dal momento che non è stata fatta prima una verifica curriculare e ci sveglia quando sussiste l’ipotesi che possa ricoprire l’ incarico di segretario generale dell’Ars”.

Infine il contrattacco: “Resta l’amarezza di aver cercato di ‘ripulire’ la Regione e non aver avuto riposte – conclude – su inchieste precise e documentate. Sembra quasi che se non elimini la Monterosso non sei un buon amministratore. E questa mi appare un’ argomentazione più politica che tecnico giuridica”.

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