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Dalla crociata sullo Stretto all’obbligo di castità: De Luca imita Conte e torna a far discutere

lunedì 4 Maggio 2020
Cateno De Luca, covid19,

Dalla crociata sullo Stretto di Messina all’inno alla castità. Cateno De Luca torna a far discutere e dopo settimane in cui ha dato battaglia contro il Governo Conte per molte misure sull’emergenza Coronavirus, che il sindaco di Messina non ha condiviso, anche stavolta nel mirino ci sono le decisioni di Palazzo Chigi ma il tema è decisamente diverso. Dal “tutti in casa“, “dove ca…o vai” e “vi ordino di non uscire“, stavolta si passa a un altro ordine: “Vi ordino l’astinenza sino al 31 ottobre”.

“Se vi becco a gruppi di due o tre persone abbracciati romanticamente, c’è la multa. Non sono consentiti baci, non sono consentiti abbracci, non è consentito fare altro. Dobbiamo fare astinenza al cubo, quindi per intenderci guai chi viola l’ordine dell’astinenza. A casa state attenti, bisogna stare attenti un metro anche a letto”. Così De Luca, mentre torna ad imitare Conte sulle pre-condizioni dell’emergenza Coronavirus per ripartire, arringa: “Dobbiamo essere in astinenza al cubo. Guai a chi viola l’astinenza, si va a pescare da soli e anche a casa bisogna stare distanti almeno un metro, anche a letto. Visto che il mio sosia (Conte, ndr) non ha avuto il coraggio di dirvelo ve lo dico io, che fino al 31 ottobre si fa astinenza”.

E’ l’ennesima provocazione dello “sceriffo De Luca”, come lui stesso si definisce, che è finita all’attenzione dei media nazionali e ha scatenato nuove polemiche sul primo cittadino di Messina, che intanto arringa: “Non accetto il Dpcm entrato in vigore con queste scadenze scriteriate e la città di Messina non si adeguerà alle disposizioni dettate dal governo. Si inizia il 4 maggio la fase 2 ma con efficacia differita, e decorre dal 4 maggio per una parte e per un’altra, nelle date cioè del 14 maggio e dell’1 giugno non decorreranno mai, non sono riportate nel Dpcm firmato da Conte e sotto il profilo giuridico sono una put….ata”.

Poi l’avvertimento al premier e il richiamo implicito all’ordinanza della discordia, quella sulla Banca Dati che aveva disposto l’obbligo di registrazione per l’ingresso in Sicilia e poi annullata dal Governo: “Attendo un chiarimento dal presidente Conte per non dovere assistere di nuovo all’esodo di massa di persone che non sapranno se potranno raggiungere la Sicilia o se verranno trattenute nel suolo calabro, come già accaduto”. 

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