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Depistaggio strage Borsellino, cosa c’è nelle 19 bobine misteriose? | FOTO

mercoledì 19 Giugno 2019
RT2000 bobine, Borsellino e Scarantino

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Si svolgerà oggi, 19 giugno, al Racis dei Carabinieri di Roma l’accertamento tecnico irripetibile sulle 19 bobine magnetiche che la Procura di Messina ritiene connesse al depistaggio (ormai certo, in base alla sentenza del Borsellino quater) relativo alla strage di via D’Amelio.

Cosa contengono quei nastri misteriosi? L’unica cosa certa è che riguardano il falso pentito Vincenzo Scarantino e che all’esame tecnico di oggi sono stati convocati i difensori dei due pm indagati per “calunnia aggravata” (Anna Maria Palma e Carmelo Petralia), oltre che i legali dei sette condannati ingiustamente: Cosimo Vernengo, Gaetano La Mattina, Gaetano Murana, Gaetano Scotto, Giuseppe Urso e Natale Gambino, persone offese dal reato di depistaggio.

UHER RT-2000Le 19 registrazioni sono prodotte con vecchi apparecchi per intercettare, gli RT2000, prodotti dal 1982 dall’azienda triestina Radio Trevisan. I nastri sono magnetici quindi l’ascolto è considerato tecnicamente un “atto irripetibile” poiché le bobine potrebbero danneggiarsi. Ecco perché oggi saranno riversate in digitale.

L’ RT2000 fu costruito fino al 1988 e inserito sul telaio di un registratore portatile, “UHER 4400“, dotato anche di una piccolissima stampante termica e un display. Un registratore automatico di intercettazioni telefoniche oggi ormai obsoleto. Poteva registrare fino a 4 canali audio contemporaneamente e stampava le informazioni (ad esempio data e ora, numero di telefono composto) sulla mini-stampante anteriore di biglietti.

Era concepito come un apparecchio di spionaggio, e qualche appassionato lo può ancora trovare come pezzo di “tecnologia d’antiquariato” su Ebay, alla cifra di 75 dollari (66 euro).

Oggi, a 27 anni dalla strage in cui morì il giudice Paolo Borsellino, si sa solo che quei nastri non contengono interrogatori ma intercettazioni di Scarantino. In attesa di scoprire il contenuto di queste bobine misteriose, il Procuratore di Messina Maurizio De Lucia, che coordina l’inchiesta sul depistaggio, spera di trovare indizi importanti.

Chi suggerì a Scarantino le bugie condite da alcune verità? Furono solo i tre poliziotti sotto processo (Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei), oppure – come sostiene Fiammetta Borsellino – dietro ci sarebbero dei pm?

La strada per la verità è ancora lunga, ma si intravede uno spiraglio di luce.

 

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