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Differenziata flop a Palermo: la Corte dei conti assolve Crocetta, Lombardo, Orlando e Cammarata

martedì 31 Dicembre 2019
Corte dei Conti

I giudici della Corte dei conti hanno assolto gli ex presidenti della Regione, Raffaele Lombardo e crocetta-tristeRosario Crocetta, l’ex sindaco di Palermo Diego Cammarata e l’attuale sindaco di Palermo Leoluca Orlando e gli assessori Michele Pergolizzi, Giuseppe Barbera e Cesare La Piana per il flop della raccolta differenziata nel capoluogo.

La procura della Corte dei Conti li aveva citati tutti a giudizio per un presunto danno erariale di 9 milioni e 500 mila euro. Al centro della contestazione il mancato avvio della differenziata tra il 2012 e il 2014. L’indagine era nata da un esposto del Movimento 5 stelle, prima firmataria l’ex deputata Claudia Mannino, in seguito al quale la Guardia di finanza aveva avviato alcune indagini. I livelli della raccolta differenziata erano rimasti fermi al 9 per cento dal 2011 al 2013, mentre nel 2014 erano addirittura diminuiti all’8%.

Leoluca OrlandoNel frattempo, il Comune ha pagato alla controllata ex Amia 98 euro a tonnellata dal 2011 al 2013 e 65 euro nel 2014. Il danno era stato stimato prendendo a riferimento i livelli di differenziata previsti dalla legge regionale del 2010, poi modificati successivamente nel nuovo piano regionale. I magistrati contabili nella citazione avevano contestato un danno di 970 mila euro a Raffaele Lombardo e di 620 mila euro a Rosario Crocetta, in qualità di commissari con poteri speciali. L’ex sindaco di Palermo Diego Cammarata aveva una citazione per 180 mila euro, e l’attuale sindaco Leoluca Orlando per 3,7 milioni; coinvolti anche due suoi ex assessori all’Ambiente, il professore Giuseppe Barbera, al quale la Corte chiedeva 2,7 milioni di euro e Cesare La Piana, citato per 1 milione di euro.

Per i giudici della Corte dei Conti, presieduta da Guido Carlino, le responsabilità del flop della differenziata non possono essere imputabili agli amministratori in quanto tali per la loro posizione visto che “nella materia di cui si tratta – scrivono i giudici – la disciplina unitaria può incontrare effettive possibilità di attuazione in misura differenziata, a seconda dei contesti territoriali e sociali di volta in volta interessati”.

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