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Dionisio: il “Signore di Sicilia” che trasformò Siracusa in una potenza mondiale

lunedì 4 Marzo 2019

Le relazioni tra cartaginesi e greci di Sicilia non furono sempre facili, anzi, spesso il confronto tra queste due civiltà sfociò nella lotta armata. Tante furono le guerre combattute, nelle quali a volte la fortuna sorrise ai cartaginesi, in altre, ai greci. Questi ultimi però sul finire del V secolo a. C. si trovarono in una situazione molto pericolosa, rischiando di perdere il controllo di molte aree territoriali dell’Isola in quanto gli eserciti punici erano riusciti, in due campagne militari, a distruggere Imera e Selinunte, per poi conquistare città ricche e fiorenti come Gela e soprattutto Agrigento, arrivando a minacciare la stessa Siracusa.

In tale contesto, nel 405 a. C. riuscì ad acquisire sempre più notorietà Dionisio, un personaggio di grandi capacità, destinato a rendere ricca e potente la propria città natia. Egli non era nobile di nascita ma riuscì a tessere relazioni e legami con esponenti di una forte fazione aristocratica e con grande abilità convinse l’assemblea cittadina siracusana che tale era il pericolo a cui era esposta Siracusa che sarebbe stato necessario nominarlo generale unico con pieni poteri.

Ma la scalata al potere non si era conclusa: Dionisio ottenne una guardia del corpo personale mediante la quale fu nelle condizioni di prendere il controllo dell’acropoli e di autoproclamarsi tiranno della città. Sbarazzatosi dei nemici interni e avendo nelle proprie mani un potere assoluto, concentrò le proprie energie per stringere un accordo con i cartaginesi, in forza del quale quest’ultimi avrebbero mantenuto il controllo sulle città greche conquistate, come contropartita il tiranno avrebbe ottenuto il riconoscimento del proprio potere.

Dionisio sapeva perfettamente che sarebbe stato necessario riprendere le guerre contro i vecchi nemici per ridimensionare la loro presenza sull’Isola e per ripristinare l’egemonia siracusana su buona parte della Sicilia. Così dopo alcune rilevanti vittorie, ricordiamo per esempio la distruzione di Mozia nel 397 a. C., potente base punica, il tiranno fu successivamente costretto ad aprire negoziati a causa dei continui attacchi nemici nel proprio territorio: l’accordo del 392 a. C. stabiliva che il dominio siracusano fosse esteso fino al fiume Imera, si trattava di una vasta area territoriale comprendente molte città greche, a esclusione di Agrigento e Selinunte. Dionisio fu accusato dai suoi oppositori di non avere realmente intenzione di conquistare tutta la Sicilia e scacciare definitivamente i cartaginesi, poiché la loro presenza, nella parte occidentale dell’Isola, costituiva un’ottima giustificazione al suo potere assoluto.

Non possiamo sapere se tali accuse fossero fondate ma certamente Dionisio non si sforzò più di tanto nell’eliminare la presenza cartaginese dalla Sicilia, essendo probabilmente un obiettivo alla sua portata, preferendo invece espandere l’influenza siracusana nell’Italia meridionale, nell’Adriatico e nel Tirreno. In tale prospettiva, strinse un’alleanza con Locri in funzione anti Reggio,poi verranno stretti vari accordi con popolazioni “barbare” come i lucani, con le tribù celte provenienti da Roma dopo il sacco perpetrato ai danni della “città eterna” e con gli illiri.

Questa vasta politica di alleanze era finalizzata al controllo dell’Italia meridionale e dell’Adriatico ai danni delle città greche della Magna Grecia. Naturalmente questa apertura di Dionisio a popolazioni non greche in funzione anti greca destò aspre polemiche non soltanto da parte degli oppositori ma anche ad opera delle persone più vicine al tiranno, come lo storico Filisto. Grazie all’appoggio dei lucani il tiranno sconfisse le città greche, riunite in una lega, nella battaglia di Elleporo nel 388 a. C. e nel 386 a. C. Reggio, rimasta ormai sola e stretta in una morsa, non potette far altro che cedere alle forze di Dionisio che la distrussero, episodio che avrà grande risonanza in tutto il mondo greco.

Adesso Dionisio controllava un vasto territorio comprendente buona parte dell’Italia meridionale e della Sicilia, era la prima volta che nel mondo greco si realizzava una simile entità politico- territoriale, cioè una monarchia su base territoriale di proporzioni così estese, essendo il mondo greco abituato ad avere a che fare con città- stato di limitate dimensioni territoriali. Ma Dionisio non si fermò qui: potendo contare su una potente e ampia flotta, diede vita ad una spregiudicata politica di espansione marittima con la fondazione di colonie allo scopo di accaparrarsi il controllo delle rotte commerciali controllate dagli etruschi nel Tirreno e nell’Adriatico.

In quest’ottica, era strategicamente importante controllare il canale di Otranto, dove venne fondata Lissos, mentre più a Nord furono inviati coloni a Issa, Pharos, Adria e forse ad Ancona. Nel Tirreno Dionisio, da una parte ordinò diversi attacchi ai danni delle fiorenti città etrusche delle coste, dall’altra fece insediare basi siracusane in Corsica. Siracusa divenne talmente potente che Sparta e Atene si resero conto che era meglio stringere alleanze con Dionisio e addirittura gli ateniesi lo definirono “Signore di Sicilia”.

Insomma, Dionisio I di Siracusa fu sicuramente uno dei personaggi più importanti e influenti dell’antichità greca, capace di creare un vasto Stato territoriale come non si era mai visto prima di allora nel mondo greco, capace di espandere l’influenza siracusana nell’Adriatico fino alle coste dell’Illiria e nel Tirreno, trasformando Siracusa, nel giro di un quarantennio (405 a. C.- 367 a. C.), da città- stato a capitale di una potenza di rango mediterraneo, creando il regno più potente dell’intero mondo occidentale.

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