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Draghi e i dissidenti M5S che potrebbero andare tra le braccia di Ingroia

sabato 13 Febbraio 2021

Mario Draghi e i suoi Ministri hanno giurato al Quirinale.  Il nuovo esecutivo è nato ed il Movimento 5 stelle, come si evince dalla decisione presa dopo la consultazione della piattaforma Rousseau, appoggerà il governo nascente guidato dall’ex Presidente della Bce.

Tuttavia, il sì dei grillini rischia di creare una frattura all’interno del movimento di Beppe Grillo, preannunciata dai mal di pancia di alcuni parlamentari ‘dissidenti’ pentastellati che hanno già annunciato opposizione contro il governo Draghi. Questo nonostante – ed è certo – il fatto che chi voterà no alla fiducia verrà espulso dal gruppo parlamentare.

Anche in Sicilia c’è chi tra i pentastellati, non ha certo accolto con favore ‘l’abbraccio mortale’ con Draghi: alcuni deputati all’Ars del Movimento 5 stelle hanno parlato, tra questi Giampiero Trizzino, che in un lungo post su facebook esprime apertamente i propri dubbi su come è stata condotta l’operazione su Rousseau. 

“Ho scelto di non votare, non per protesta o per chissà quale arcano motivo. Tra l’atro chi segue la mia pagina facebook, potrà verificare che io ero felice del fatto che si fosse deciso di dare la parola agli attivisti.
Non ho votato perché chi mi ha posto il quesito ha offeso la mia intelligenza. Ed io non permetto a nessuno di offendere la mia intelligenza, tantomeno al M5S, afferma Trizzino.

“Anche uno stupido avrebbe capito che il quesito era una palese circonvenzione. Un tentativo di orientare il voto, di indurre ad una risposta. Nel gergo processuale queste domande vengono definite capziose o suggestive e sono vietate. Perché possono nuocere alla sincerità delle risposte.
Non mi dilungo nemmeno sulla serie infinita di endorsement dei portavoce, sia da un lato che dall’altro. Basta leggere il regolamento del M5S per capire che non è consentito” prosegue il deputato pentastellato.

Per quanto riguarda la lista dei Ministri che affiancheranno il nuovo Presidente del Consiglio, Mario Draghi, Giampiero Trizzino dichiara “Mi stupisco di coloro che hanno votato SÌ e poi hanno gridato allo scandalo quando hanno trovato, ad esempio, i nomi di Garavaglia (LEGA) al turismo o della Carfagna (FORZA ITALIA) alle politiche per il Sud. Ma cosa si aspettavano, che Salvini o Berlusconi davano la fiducia gratis?”

“Non mi stupisco invece di avere avuto ragione quando sostenevo che il Ministero per la ‘Transizione ecologica’ non è altro che il Ministero dell’ambiente con la targhetta nuova. Se così non fosse, non ci saremmo trovati nella lista dei ministri quello dello Sviluppo economico (che è finito alla LEGA) e quello delle Infrastrutture, nelle mani di un uomo di fiducia di Draghi”. 

“Nel mio lungo post avevo spiegato che un Dipartimento per la “Transizione ecologica” già esiste e che accorpare tre ministeri (Ambiente, Infrastrutture e Sviluppo economico), per quanto possa essere una idea potenzialmente vincente, non si fa in un paio di settimane.

Fondere tre ministeri di quella dimensione, non si fa cambiando il nome al Ministero dell’ambiente. Ci sono almeno 40 leggi da modificare, per non parlare del mastodontico Codice dell’ambiente, che andrebbe praticamente riscritto.

E poi, ammesso che tutto questo si possa fare prima della fine della Legislatura, siete davvero convinti che Giorgetti (LEGA), cederà il suo Ministero? Ma davvero ne siete convinti?”

“Il M5S ha fatto una scelta e come ha sempre fatto, sono certo se ne assumerà le conseguenze. Nonostante oggi io sia molto deluso, non abbandonerò il M5S. E non lo abbandono perché cambiare squadra quando perde è da meschini. Ma stare in silenzio quando sbaglia, è da codardi” conclude il pentastellato Trizzino.

Anche l’europarlamentare dell’ala ambientalista, Ignazio Corrao, non nasconde le forti riserve e perplessità rispetto all’impostazione del nuovo esecutivo, cosiddetto, delle larghe intese. Corrao, che ha già abbandonato il Movimento 5 stelle, dichiara “Non ci sono i presupposti di sostegno per questo governo. Un’accozzaglia di potere in cui vedremo insieme tutto il contrario di tutto, che vede alla ribalta Lega e Forza Italia. Manca una componente ambientalista, le parti civiche. Non c’è più opposizione. L’unica cosa che è stata garantita è la poltrona di Di Maio. Per il resto, mancherà una dialettica politica”.

Io ho fatto le mie battaglie interne e continuerò a farle mantenendo i miei impegni con l’elettorato. Manca l’offerta politica, perciò occorre creare un’alternativa nell’ambito del centrosinistra che rappresenti le battaglie popolari”, conclude Corrao.

Insomma critiche aperte intorno alle quali si riuniscono tanti ex ma anche qualcuno che non ha (ancora?) lasciato i Cinquestelle. Resta da capire quale sarà il futuro di tutti i fuoriusciti e di coloro i quali potrebbero dare l’abbandono a breve. Per ora si fanno soltanto ipotesi.

E una delle più suggestive vede un possibile connubio tra il Pm Ignazio Ingroia, promotore di Azione Civile, e i ribelli pentastellati che potrebbero confluire in una lista sotto lo stesso simbolo, facendo da contraltare a questa maggioranza targata Draghi.

“I dissidenti sono numerosi e stiamo prendendo in considerazione l’idea di creare un gruppo politico di opposizione, ma al momento siamo parliamo soltanto di ipotesi-2, afferma Ingroia, contattato da ilSicilia.it. “Il punto – prosegue l’ex pm, commentando il neo esecutivo – non è Mario Draghi, sono indubbie le sue competenze. Anzi ritengo che Mario Draghi potrebbe essere un abile Ministro per l’economia, io lo vedrei tra qualche anno come Presidente della Repubblica. La questione ha a che fare con questo governo a larghe intese“, afferma Ingroia.

 

 

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