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É Natale anche nei reparti Covid: un gesto di speranza per chi lotta contro il virus| FOTO

venerdì 25 Dicembre 2020
U.O di pneumologia Covid del Policlinico universitario “Paolo Giaccone”

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Il Natale 2020 non lo avevamo immaginato proprio così. Questo sarà sicuramente un Natale di attesa per molte famiglie che aspettano con speranza il ritorno a casa dei propri cari, che ad oggi sono ricoverati nelle strutture ospedaliere. Sarà un Natale atipico, in particolar modo per chi inaspettatamente si è trovato a dover combattere contro il Virus e trascorrerà le festività all’interno dei reparti Covid. Nessun familiare o parente potrà accedere ai reparti a causa del rischio di contagio, ma come sempre ogni paziente sarà assistito con cura e attenzione dai tanti medici, infermieri e operatori sanitari che da marzo cercano di fronteggiare al meglio un’emergenza sanitaria mondiale senza mai risparmiarsi.

Nonostante per molti sia difficile non trascorrere il giorno più atteso dell’anno con la propria famiglia, nei reparti di medicina interna e di pneumologia Covid degli ospedali palermitani Civico e Policlinico, la speranza di rendere questo periodo meno triste non si è affievolita.

Arriva proprio da chi lavora ogni giorno a contatto con i pazienti affetti dal Covid-19 l’iniziativa di addobbare e rendere il più possibile le corsie ospedaliere un luogo ancora più accogliente, cercando di far sentire ai loro pazienti lo spirito del Natale, la vicinanza e la solidarietà. La rassicurazione inoltre di un gesto pensato proprio per loro, per il loro benessere anche emotivo perché in nessun ospedale un paziente debba sentirsi solo.

Tantissime sono le testimonianze dei medici, degli infermieri e del personale sanitario che durante questa pandemia hanno cercato di far trasparire dai dispositivi di sicurezza gesti di attenzione, cura e umanità. Per molti infatti questa è stata un’esperienza lavorativa forte che ha messo a dura prova non solo l’impegno di ognuno di loro, ma anche il lato psicologico e umano. Uno sforzo, quello del settore sanitario, che non ha visto orari, giorni e festività ma che ha continuato a lavorare ininterrottamente, nonostante l’arrivo imprevisto di questa pandemia che di certo ha segnato il ricordo di questo anno così critico.

La dottoressa Elisa Bruscia Coordinatore infermieristico dell’U.O. di Medicina interna Covid dell’ospedale A.R.N.A.S Civico racconta il grande impegno profuso per il sostegno dei loro pazienti: “È stato molto difficile perché non avevamo esperienza nel fronteggiare una pandemia mondiale e quindi è stato tutto nuovo. Siamo andati avanti con tanti sacrifici e tanta forza, abbiamo tenuto molto in considerazione il lato emotivo del paziente che si ritrova catapultato in un reparto da solo, senza il sostegno dei parenti, potendoli sentire soltanto attraverso delle videochiamate. Questo è stato molto provante.– continua- I pazienti sono completamente isolati dai loro affetti e dalle loro abitudini, a questa mancanza abbiamo dovuto sopperire noi, per quello che possiamo, anche con una mano sulla spalla o sul viso. Non è la stessa cosa dell’affetto di un parente, ma anche una piccola carezza per loro è tanto. Cerchiamo attraverso i nostri gesti di aiutare l’efficacia del farmaco perché solo la terapia non dà buoni risultati, perché spesso i pazienti sono giù, sono demoralizzati e tristi, un nostro piccolo gesto fa tanto per loro”

ALBERI DI NATALE E ADDOBBI NEI REPARTI COVID 

I Fiocchi rossi natalizi per ogni paziente e un corridoio addobbato con alberi dai colori vivi dimostrano l’interesse del personale sanitario ad alleviare il più possibile la nostalgia di casa.

Addobbare l’albero per non dimenticare che tutto sommato e dopo tutte le difficoltà, siamo in dovere di essere felici e di propagare questa felicità per tutto il reparto. Dobbiamo essere contenti per dare il massimo! Vogliamo augurare a tutti un sereno Natale con l’augurio di poter tornare quanto prima ad abbracciarci- continuano- Durante questo periodo cercheremo di umanizzare ulteriormente le nostre cure, abbiamo già addobbato il reparto con dei fiocchi rossi e ci impegneremo nelle giornate delle Vigilia di Natale ad effettuare delle videochiamate con i familiari affinché possano vedere i propri cari”.

Questo il pensiero dell’U.O. di Medicina interna ad indirizzo geriatrico e riabilitativo Covid dell’ospedale Civico di Palermo, diretta dal professore Salvatore Corrao

É proprio in questo reparto che gli infermieri hanno inoltre deciso di applicare alle proprie tute di biocontenimento le foto personali per riuscire a farsi riconoscere dai pazienti nonostante i DPI. “Tutto è nato da una frase di un paziente– raccontano Maria Cavallaro e Gabriele Camillo, infermieri dell’ospedale Civicoil quale una volta negativizzato e dopo averci visto all’esterno, ci ha confessato di non averci immaginato così durante la degenza in reparto, abbiamo deciso allora di farci riconoscere con le nostre foto sui camici per renderci riconoscibili ai nostri pazienti”.

Anche presso U.O di pneumologia Covid diretta dal professore Nicola Scichilone del Policlinico universitario “Paolo Giaccone”, il personale sanitario ha voluto regalare ai propri pazienti un’atmosfera natalizia. Un sorriso in più durante questa degenza che il più delle volte prevede attimi di sconforto, un gesto “dovuto” così come si legge nel pensiero che il reparto ha rivolto ai propri pazienti in cura.

“Siamo medici, infermieri e operatori sanitari della Pneumologia Covid del Policlinico di Palermo e in questo momento così delicato abbiamo cercato, nei limiti del possibile, di alleggerire un po’ l’atmosfera che ogni giorno viviamo, ma soprattutto abbiamo tentato di ridare un barlume di gioia ai nostri pazienti. -continuano- Abbiamo deciso di addobbare il nostro reparto a tema natalizio seppur con uno spirito tutt’altro che felice, ma glielo dovevamo.

Noi operatori avevamo bisogno di vedere qualcos’altro oltre la sofferenza con cui giornalmente lottiamo, avevamo bisogno di vedere un sorriso oltre quei caschi, avevamo bisogno di vedere occhi lucidi di felicità sopra quelle mascherine e avevamo bisogno di qualcosa che ci distraesse anche solo per 5 minuti da tutto ciò che viviamo una volta indossate quelle tute.

I nostri pazienti, invece, avevano bisogno di trovare un qualcosa a cui aggrapparsi per continuare a lottare con tutte le loro forze per sconfiggere questo maledetto virus e benché sappiamo per certo di non poter sopperire alla mancanza degli affetti, del calore familiare, del senso di famiglia che solo i nostri cari possono darci, abbiamo cercato e continuiamo a fare del nostro meglio per rendere il tutto un po’ più “allegro”. Purtroppo arrivati ad un certo punto ci si stanca, si comincia a non tollerare quel casco così rumoroso, quella maschera così stretta, quei prelievi giornalieri così fastidiosi. Abbiamo cercato, nei limiti del possibile e nel nostro piccolo, di dare loro qualcosa che possa significare speranza, d’altronde non è forse questo il vero significato del Natale?”.

 

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