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Elipista di Taormina, Cvsm avverte il Cru: “Stop alla variante, terreni in gestione a noi”

sabato 25 Novembre 2017
elipista di Taormina

Il Cru non può approvare la variante per l’elipista di Taormina perché quei terreni sono in gestione a noi sino al 2026 e il Comune non ha titolo per chiedere il cambio di destinazione urbanistica“. Lo affermano i responsabili del Corpo Volontario di Soccorso in Mare, ente gestore della piscina comunale di Taormina che ha inviato una nota al Consiglio regionale dell’Urbanistica per chiedere che venga bocciata la procedura di variante dedita a trasformare da provvisoria a permanente l’elipista realizzata a Taormina in occasione del G7. La Giunta comunale ha richiesto al Cru di Palermo lo scorso settembre di pronunciarsi e dare l’ok alla variante già votata a febbraio dal Consiglio comunale ma sin qui si è registrata una lunga serie di rinvii che il prossimo 20 dicembre potrebbero decretare il silenzio-assenso all’opera se l’organo regionale per quella data non si sarà ancora espresso. Ad opporsi alla conferma dell’elipista c’è da tempo la Soprintendenza di Messina che ritiene l’opera “abusiva” e “non conforme”, in termini urbanistici e paesaggistici, e la cui ordinanza di smontaggio della struttura è stata annullata dall’Assessorato regionali ai Beni Culturali, con provvedimento confermato al Tar di Catania che ha accolto relativo ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri (alla quale le Belle Arti avevano intimato di procedere al ripristino dello stato dei luoghi).

Ma sulla stessa posizione della Soprintendenza, c’è anche il Cvsm, dal 2008 ente gestore della piscina comunale di Taormina, che sorge negli stessi terreni in cui è stata allestita la pista approntata a maggio per accogliere i sette grandi e che adesso viene utilizzata per elisoccorso.  Tra Comune e Cvsm è battaglia senza tregua, anche perché per la Giunta il contratto di gestione della piscina, stipulato dalle parti nel 2008, sarebbe scaduto il 9 marzo scorso e ha imposto nei mesi scorsi la chiusura dell’impianto natatorio (distaccando alcune utenze), mentre per l’associazione il contratto scaderebbe il 9 marzo 2026 in virtù di una proroga a suo tempo disposta dal Comune stesso. Tra le parti è scattata pure una guerra” a suon di decreti ingiuntivi (intrapresi dal Cvsm con una prima azione di pignoramento alla tesoreria comunale in atto da 878 mila euro) e contro-citazioni (per bollette non pagate e occupazione senza titolo del bene, che il Comune a sua volta rivendica). Deciderà il Tar di Catania, a tal proposito, chi ha ragione sul contratto, perché c’è un ricorso pendente, presentato dal Comune, che verrà discusso in apposita udienza a marzo. “Sinora però non c’è nessuna sentenza e non c’è nessuno sfratto, il Tar deciderà a marzo e sino ad allora i gestori dell’area siamo ancora noi quindi come può il Cru autorizzare un’elipista in uno spazio oggi in affidamento al Cvsm?”, tuonano i responsabili del Cvsm.

In questi anni – spiega Alessandro Gaglio, portavoce del Cvsm – abbiamo offerto un servizio ad anziani, disabili e bambini e a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta in un contesto di sport ed attività fisica attraverso una piscina funzionante nel miglior modo possibile. Ma questo a qualcuno non sta bene e la piscina non interessa più. L’Amministrazione pensa di chiuderla per trasformarla in elisuperficie: se questo è il pensiero, allora la piscina dovrebbe essere chiusa per farne che cosa? Nelle scorse ore abbiamo persino trovato anche il cancello che dà accesso ai terreni della piscina, e quindi anche della cosiddetta elipista, forzatamente aperto e bloccato con un catenaccio: ciò lascia la piscina totalmente aperta e senza alcuna guardiania e la cosa ancora più grave è che tutte le attrezzature poste a supporto esterno dell’elipista, come i fari ed il gruppo elettrogeno, sono alla mercé di tutti. C’è un delirio di onnipotenza di qualcuno convinto di fare quello che vuole. Noi siamo arrabbiati, non riusciamo a capire per quale motivo la piscina debba rimanere chiusa e per quale ragione sono state chiuse le utenze. Nessun tribunale ha dato una sentenza che autorizza a fare questo e noi ci troviamo a dover guardare una struttura meravigliosa, il più bell’impianto del settore che c’è in Sicilia ma non possiamo riaprirlo perché qualcuno ha detto “qui è casa mia e comando io”. 

“Tutto questo – continua Gaglio – fa parte di un bando di gara fatto dal Comune di Taormina nel 2004, nel quale si imponeva al vincitore di gestire l’impianto natatorio ma anche di realizzare impianti che dovevano essere annessi all’offerta, e anche dopo una sentenza del Tar a favore nostro, siamo risultati aggiudicatari della procedura e di andare a gestire l’intera area. Ciò significa che al Cvsm è stato dato il compito di costruire tutti questi impianti complementari alla struttura, campi di calcetto, basket, volley, pallamano e minigolf, abbiamo attivato le relative procedure, ottenendo un finanziamento da 490 mila euro dal Credito Sportivo, e chiediamo al Comune che fine abbia fatto questo progetto sul quale il Cvsm ha ottenuto i pareri positivi degli enti come la Soprintendenza, il Genio civile e abbiamo anche fatto i carotaggi dal punto di vista geologico. Perché questa cittadella sportiva non si può fare?”. 

Infine il Cvsm lancia altre frecciate sulle attuali modalità di utilizzo dell’elipista di Piano Piscina per le attività di elisoccorso“Abbiamo constatato ed osservato – dichiara Gaglio – l’arrivo di un elicottero proprio nelle scorse ore. E’ scesa una signora con un bambino in braccio e questo ci ha stupiti. Poi sono poi saliti su un’ambulanza. Abbiamo scoperto, in seguito, che questo bambino e’ arrivato qui per un sospetto trauma cranico ma la madre non ha voluto che si sottoponesse poi ai normali controlli. E allora ci chiediamo chi autorizza questi elicotteri a prendere persone che riteniamo abbiano problemi seri e siano in impellente pericolo di vita, e che invece trasportano persone che, come abbiamo osservato noi, ci fanno riflettere sull’utilizzo di tali mezzo. Se questo è l’utilizzo dell’elisuperficie, allora abbiamo tanto da dire e da discutere”. 

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