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Emergenza rifiuti, la crisi infinita di Bellolampo e la corsa contro il tempo

martedì 15 Ottobre 2019
discarica

Come stanno le condizioni di salute di Bellolampo? Se per il presidente della Rap, Giuseppe Norata la diffida della Regione ha creato stupore, per il dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti, Salvatore Cocina è d’obbligo. “La diffida è stata fatta per consentire loro di mettersi in regola” afferma a ilSicilia.it l’ingegnere Cocina. “Le carte dell’Arpa, sul rischio percolato e sull’emergenza rifiuti, sono chiare”.

Cocina attraverso la diffida ha dettato i tempi che pesano come un macigno sulle spalle del Presidente Norata e di tutti i cittadini. “L’Aia potrebbe essere sospesa se non dovessero arrivare al compimento di alcune scadenze”. Per esempio sull’emergenza del percolato: “sono circa 120 giorni per regolarizzare la situazione”.

Per l’ingegnere il problema più grande che attanaglia Bellolampo è il fatto che “doveva essere fatta una manutenzione periodica. Ci vogliono anche i mezzi di ricambio sempre pronti”. So che al momento nella discarica palermitana stanno usando il Tmb mobile mentre stanno cercando di risolvere il problema in quello fisso”.

«Da Palermo non abbiamo segnali concreti, con questo andazzo la settima vasca durerà appena due anni» aveva commentato il dirigente regionale venerdì, all’Ecofocus organizzato da Legambiente.

E nel frattempo che Cocina motiva la sua diffida, iniziano ad arrivare i conti da saldare in merito all’emergenza di Bellolampo e delle sue 30mila tonnellate di rifiuti stipati all’interno della discarica e che continuano ad aumentare perché non si riesce a smaltire la quota giornaliera. Più di due milioni di euro vale l’emergenza rifiuti nel primo mese e mezzo. E chi lo paga il conto? Da Rap, indirizzano ‘l’oste’ alla Regione. Solo per i conferimenti del solo mese di agosto le discariche catanesi hanno emesso fatture pari a 1,2 milioni di euro.

Da settimane Bellolampo fa fatica a smaltire la spazzatura, visti i continui no delle discariche di Motta Sant’Anastasia e Lentini a ricevere l’immondizia trattata a Palermo. Da giorni sono previsti i controlli incrociati sulla qualità dei rifiuti: con la supervisione della prefetta Antonella De Miro che verifica la quantità di umido nella spazzatura proveniente dal capoluogo siciliano, per rendere omogenea la valutazione chimica che ha provocato lo stallo fra Palermo e le due discariche della Sicilia orientale.

Ma l’emergenza rifiuti, le trentamila tonnellate di immondizia, il come ed il perché si sia arrivati a questo punto sono al centro di una inchiesta aperta dalla procura di Palermo. Il fascicolo, che sarebbe ancora a titolo informativo, tenderebbe ad accertare se dietro la vicenda ci siano estremi di reato. Le voci di una inchiesta su Bellolampo si rincorrono da oltre un mese ma hanno trovato una conferma indiretta con la convocazione in Procura dell’assessore regionale ai Rifiuti Alberto Pierobon. Il titolare dell’assessorato è stato ascoltato per oltre due ore. Su cosa abbia detto ai magistrati vige il segreto delle indagini preliminari. Pierobon non è indagato ma è stato convocato come persona informata dei fatti.

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