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Terremoto alla Foss, il presidente Stefano Santoro si è dimesso

martedì 10 Dicembre 2019

Il presidente della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana, Stefano Santoro si è dimesso. La decisione è arrivata dopo la riunione avuta qualche settimana fa con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il presidente della Regione, Nello Musumeci che trattava l’ennesimo scontro. Questa volta la lite interessava la Foss e gli Amici della musica. Il presidente Santoro aveva contestato all’associazione le somme arretrate e mai corrisposte per gli spettacoli per 671mila euro, per cui aveva dato mandato all’avvocato Alessandro Dagnino con una delibera presidenziale. “Se gli ‘Amici’ non firmano una nuova convenzione che sostituisca quella scaduta e si mettono in regola, per noi non hanno nessun titolo –diceva  Santoro giorni fa ai giornalisti – . È finita l’era degli sprechi e delle ingerenze della politica, la Fondazione sta pagando con rate molto onerose un debito di 7 milioni e mezzo. Resto basito per le uscite del Comune di Palermo”. Ma Leoluca Orlando aveva garantito comunque i concerti all’associazione Amici della Musica.

Santoro spiega le ragioni del suo passo indietro in una lettera indirizzata al governatore siciliano, Nello Musumeci, all’assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, e al sovrintendente della Foss, Antonino Marcellino, lanciando un pesante atto d’accusa. Quello che contesta è la “situazione di impasse” e di “immobilismo” determinata a suo dire “da inequivocabili influenze politiche che a tutt’oggi orientano i comportamenti e persino la partecipazione alle riunioni di alcuni componenti del medesimo Cda”.

CapodannoSantoro non fa sconti neanche al presidente della Regione e all’assessore regionale al Turismo. “Durante quel vertice non hanno proferito parola. Mi sono sentito isolato e abbandonato dal Governo regionale, da quello stesso schieramento politico in cui ho militato e che mi ha indicato presidente. In questi mesi ho trovato una situazione drammatica e ho fronteggiato una continua emergenza”. Ecco perché l’ex presidente del Cda rivendica con orgoglio i risultati positivi raggiunti: dall’azzeramento quasi totale del contenzioso legale “in cui la Fondazione era coinvolta al momento dell’insediamento dell’odierno Cda – scrive nella lettera di dimissioni -, costituito per la maggior parte dalle azioni legali promosse dai lavoratori” dopo il taglio delle retribuzioni effettuato nel 2013 all’ampliamento dell’organico dell’Orchestra che l’ha riportata “agli standard delle più importanti orchestre sinfoniche internazionali”.

“La stagione estiva ha registrato un incremento degli incassi e un grande successo di pubblico, maggiore rispetto a quello dell’estate 2018, assicurando così un’evidente ricaduta d’immagine e turistica per la Regione e per la città di Palermo – scrive ancora Santoro -. Con riferimento alla stagione concertistica 2019/2020, su mio input sono stati operati apprezzabili tagli al costo dei cachet degli artisti scritturati, pur assicurando un elevato standard qualitativo dell’offerta artistica, riscontrato dal numero degli abbonamenti venduti che, anche, in questo caso ha registrato maggiori incassi per la Fondazione rispetto alla stagione precedente”.

Accuse anche al sovrintendente Marcellino. “A tutt’oggi non ha nominato il direttore artistico della Fondazione, figura contemplata dallo Statuto – scrive Santoro -, e tantomeno ha conferito l’incarico di addetto stampa a un giornalista professionista, causando un grave impasse per la fondazione, sia sotto il profilo artistico e sia sotto il profilo della comunicazione”. E poi c’è il mancato avvio delle procedure per l’affidamento del servizio delle visite guidate del teatro, che provoca “una perdita di introiti per la Fondazione”, e il mancato rinnovo del contratto integrativo aziendale, con i conseguenti “disagi ai dipendenti”. 

“L’1 ottobre scorso il sovrintendente ha conferito l’incarico di direttore principale ospite della Fondazione al maestro Evgeny Bushkov, prevedendo il compenso annuo di 15.000 euro – scrive ancora Santoro -, senza alcuna preventiva comunicazione al Consiglio di Amministrazione, anche in ragione dell’impegno di spesa che ne deriva. Né ha rinnovato la pianta organica della Fondazione, nonostante l’atto di indirizzo del Consiglio di amministrazione, e tantomeno ha avviato le procedure selettive interne per procedere all’attribuzione di specifiche mansioni e dei corrispondenti livelli. Inoltre, nonostante l’imminenza scadenza dei termini per la formulazione del parere da parte del Collegio dei revisori dei conti e per l’approvazione da parte del Cda non ha ancora predisposto il bilancio preventivo”.

Santoro nei mesi scorsi era stato protagonista anche della defenestrazione immediata di Ester Bonafede, nominata per poco tempo come sovrintendente dell’Orchestra sinfonica Siciliana. La nomina era arrivata proprio grazie al voto determinante (perchè vale doppio) del presidente del Cda, Stefano Santoro. La Bonafede era stata fortemente voluta dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Lei aveva già ricoperto il ruolo di sovrintendente della Foss per sette anni. Ma dopo qualche settimana dalla nomina, lo stesso Santoro aveva fatto un passo in dietro rispetto alle sue scelte passate  scagliandosi contro la Bonafede “sia perché ha un conflitto di interessi, sia perché c’è una indagine in corso della Corte dei conti per spese fatte da lei in passato”.

Nelle scorse settimane, gli unici che avevano espresso solidarietà a Santoro e alla sua azione all’interno del teatro Politeama erano stati i vertici palermitani della Lega.

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