Condividi

“Familismo universitario, anche se in calo, sempre presente nelle regioni meridionali”

mercoledì 5 Luglio 2017
salmeri

Il sociologo Edward C. Banfield scrisse nel 1958 il saggio “The Moral Basis of a Backward Society (Le basi morali di una società arretrata), nel quale, studiando alcuni paesi del Sud Italia, introdusse il concetto del “familismo amorale”Si tratta di quella condotta etica tipicamente meridionale, che tende a privilegiare il benessere del proprio clan familiare a discapito dell’interesse di tutta la comunità. Secondo l’autore il familismo amorale sarebbe la principale causa dell’arretratezza sociale e del sottosviluppo economico del Mezzogiorno.

Sono passati 60 anni e l’argomento è ancora attuale, se leggiamo la ricerca pubblicata sul Corriere della Sera di Stefano Allesina e Jacopo Grilli. I due, ricercatori dell’Università di Chicago, hanno pubblicato uno studio, in prosecuzione di un lavoro analogo del 2011, nel quale valutano l’incidenza del nepotismo nell’Università italiana.

Analizzando con metodi statistici i cognomi di 133 mila ricercatori italiani, francesi ed americani, dimostrano che il fenomeno, seppure in calo, in Italia è più marcato rispetto ai nostri cugini francesi o agli Stati Uniti. Ed è presente in misura altamente significativa soprattutto in Puglia, Campania e Sicilia: è in queste regioni che i professori con i cognomi uguali ricorrono di più.

Che l’Università italiana dei “baroni” fosse la culla del nepotismo, che non è solo quello familiare, è cosa risaputa; anche se il fenomeno è stato mitigato, ma non eliminato a quanto pare, dalla legge Gelmini che rende più difficile l’assunzione di un parente. Ma questa patologia della selezione non è ristretta all’ambito accademico, ė invece diffusa a tutti i livelli del nostro contesto sociale. E si sviluppa da un humus culturale nel quale è totalmente assente la cultura del “merito”.

Intendo dire che se il familismo prospera e regge nel tempo è anche perché rappresenta una rete di protezione, contro una competizione che mai diventa meritocratica. Poiché in Italia regna la sfiducia nel merito, e la selezione difficilmente sarà basata su valori oggettivi, allora risulta meno “amorale” il familismo agli occhi di chi lo esercita.  La vera questione, la madre di tutte le battaglie per far funzionare questo Paese e per dare pari opportunità a tutti i suoi cittadini, è quella di affermare finalmente il valore assoluto e prioritario del merito.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
BarSicilia

Bar Sicilia, Savarino: “La comunicazione ‘social’ non va contaminata, serve una legge” CLICCA PER IL VIDEO

La puntata di oggi si occupa dei principali temi della politica siciliana: dall’acqua pubblica alla necessità di riconsiderare una efficace riforma di settore nei rifiuti. Savarino si sofferma inoltre sull’episodio della scorsa settimana ad Agrigento in cui sono comparse scritte offensive e intimidatori  sui muri della sede dei meloniani

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.