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Fanghi al porto di Trapani, Monti fa chiarezza: “Basta notizie false”

lunedì 15 Novembre 2021
Pasqualino Monti- autorità portuale palermo

È il momento fare chiarezza, una volta per tutte, su un argomento importate che vale il futuro del porto di Trapani”, è il commento del presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentalePasqualino Monti.

“Basta notizie false, basta bugie, dobbiamo rappresentare la verità dei fatti per rispondere ad attacchi che si susseguono e che a noi, soliti ragionare in assoluta buona fede, appaiono strumentali. L’ultima nota pubblicata dalla stampa riporta sciocchezze facilmente oppugnabili; inoltre, come amministrazione, siamo stati sempre trasparenti e disponibili al dialogo con chiunque e in ogni frangente, sempre pronti e attenti a rispondere a qualunque domanda. A patto, ovviamente, che ci venga posta. Invece, come in questo caso, le associazioni in questione hanno pensato bene di diffondere un messaggio senza prima informarsi e senza chiedere un confronto per accertare che le tesi dichiarate corrispondessero alla realtà dei fatti. Questo per me non è rendere un servizio alla comunità ma è fare terrorismo comunicativo. Vuol dire insinuare nella città e nei territori limitrofi – tutti luoghi che si nutrono di turismo – sospetti attorno a pseudo notizie totalmente false che possono sollevare reazioni e malcontento se non si rimette in primo piano la verità. Dopo tutto il lavoro svolto in questi anni per riqualificare i nostri porti, mai commetteremmo errori tanto insensati. La nostra storia e il nostro operato parlano per noi”.

Per chiarire punto per punto quanto contestato, la nota tecnica degli uffici tecnici e legali dell’AdSP

Il progetto in questione concretizza la bonifica degli attuali fondali, oggi inquinati, nel rispetto di tutte le vigenti norme. È, dunque, falsa l’affermazione che verranno sversati rifiuti contaminati in mare, in una zona vicina alle riserve di Monte Cofano e ai siti protetti di San Vito Lo Capo: si prevede, ai sensi di legge, lo sversamento in mare dei soli sedimenti non contaminati, e cioè di quei sedimenti che costituiscono risorse del mare e che debbono appartenere al mare, in quanto hanno caratteristiche fisico-chimiche idonee a tale scopo. Da evidenziare, inoltre, che la scelta del sito di sversamento è stata fatta sulla base di una rigida procedura di valutazione e confronto che ha visto coinvolti professionisti e specialisti in materia e l’Università Kore, che ha individuato l’area in oggetto sulla base di approfonditi studi condotti, passando da uno specifico studio idraulico marittimo alla caratterizzazione del sito di immersione da parte di una società specializzata.

L’individuazione del sito è stata validata dall’analisi di tutte le possibili soluzioni alternative che si sono rivelate peggiori del sito prescelto che ha tutte le caratteristiche di idoneità per gli scopi del progetto. È stato anche predisposto un Piano di Monitoraggio Ambientale da una società incaricata, all’interno del quale è stata prevista una sezione per il controllo degli impatti delle attività di immersione dei sedimenti sulle specie ittiche presenti. Gli studi approfonditi eseguiti e i pareri resi dalle istituzioni competenti in materia ambientale e della pesca escludono qualunque rischio per l’ambiente, gli habitat e l’ecosistema, nonché per l’economia delle marinerie della zona.

Altrettanto non vera è la seconda affermazione, quella secondo cui l’Autorità di Sistema Portuale, dopo avere eseguito un’analisi di mercato sulle discariche, per risparmiare denaro, abbia scartato tale soluzione per un’altra eterea non meglio individuata. Invece, a seguito di prove sperimentali, eseguite sugli attuali sedimenti inquinati del porto, è stato individuato il trattamento idoneo a separare la parte inquinata dalla matrice sedimentologica, prevendo la destinazione degli elementi inquinati nelle discariche autorizzate e il riutilizzo (come VUOLE la legge) del sedimento depurato.

Priva di fondamento l’affermazione che detta previsione sia fatta per economia di previsioni, considerato che tale processo, di fatto, realizza solo un beneficio in termini ambientali (recupero risorsa del mare + minore intasamento delle discariche + minori trasporti). In conclusione, viene spontanea una considerazione: essendo stata l’AdSP sempre molto aperta alla condivisione, non si comprende perché le associazioni firmatarie del documento abbiano fatto ricorso alla stampa – mossa emotivamente più d’impatto – evitando un democratico confronto. Ci auguriamo che tale comportamento non serva a cercare di far lavorare, anche dove non si dovrebbe, le discariche. Se così fosse, sarebbe molto grave. In ogni caso, visto il tono della nota, saremo noi, attraverso il nostro ufficio legale, a valutare una eventuale azione giudiziaria per diffusione di notizie false a mezzo stampa, procurato allarme e danno di  immagine, riservandoci sin da ora la facoltà di richiedere il risarcimento dei danni subiti.

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