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Finisce la guerra dei Vespri siciliani: le nozze tra Federico III d’Aragona ed Eleonora d’Angiò

martedì 8 Maggio 2018

Nel Maggio di 715 anni fa, nella città di Messina, venivano celebrate le nozze tra Federico III d’Aragona ed Eleonora d’Angiò, nuova regina di Sicilia. Un matrimonio conveniente ad entrambe le casate per i risvolti politici che tale unione aveva.

La cerimonia fu celebrata dopo la guerra ventennale dei Vespri Siciliani, un conflitto con alterne vicende, che vide lo scontro tra Aragonesi e Angioini,una guerra nelle cui fasi finali ci furono varie battaglie sanguinose. L’1 Dicembre 1299 le forze di Federico III d’Aragona (re di Sicilia dal 1296) riuscirono ad infliggere una rovinosa sconfitta alle forze angioine, comandate da Filippo I d’Angiò (figlio di Carlo II d’Angiò, re di Napoli), nella piana della Falconara, una zona pianeggiante collocata fra Trapani e Marsala. Re Federico, una volta entrato a Trapani, si diresse verso Palermo dove fu accolto festosamente.

Gli Angioni sembravano sconfitti definitivamente ma nella Primavera del 1302, una nuova armata, comandata da Carlo di Valois (fratello del re di Francia, Filippo IV il Bello), sbarcò nella parte occidentale della Sicilia nel tentativo di riconquistarla. L’armata angioina riuscì ad imporsi con una grande vittoria a Termini Imerese ma fu respinta in diverse località, come a Caccamo e a Corleone, nonostante ciò i francesi cinsero d’assedio Sciacca. A questo punto Federico d’Aragona organizzò un’importante offensiva riuscendo a mettere in difficoltà, almeno parzialmente, l’esercito angioino.

Ma non saranno i campi da battaglia a porre fine alle ostilità, infatti si preferì ricorrere alle vie diplomatiche: Federico III e Carlo di Valois aprirono un dialogo che porterà nell’agosto del 1302 alla stipulazione della pace di Caltabellotta. Il papa, Bonifacio VIII, che era filoangioino avrebbe fatto volentieri qualsiasi altra cosa piuttosto che approvare la fine delle ostilità contro gli Aragonesi e riconoscere il trattato di pace ma vista la posizione presa dal Valois, non potette fare diversamente. Così nell’Ottobre del 1302, il pontefice legittimava la pace di Caltabellotta, anche se essa veniva modificata in alcuni suoi punti: innanzitutto Federico III d’Aragona, re di Sicilia, fu rinominato Federico I, re di Trinacria, poiché non era stato designato e scelto dal Papa che possedeva, per diritto feudale, il Regno di Sicilia; inoltre si stabiliva che alla morte di Federico, il regno sarebbe ritornato agli Angioini e in cambio i legittimi eredi dell’Aragonese avrebbero ricevuto la Sardegna o l’isola di Cipro oppure 100 mile once d’oro. Clausole che Federico accettò senza esserne però convinto, infatti non è un caso se non farà mai ratificare dal Parlamento il trattato di pace con le nuove clausole.

Per rafforzare e rendere più solida la pace si fece anche ricorso alla politica matrimoniale: venne pertanto stabilito il matrimonio tra Federico III d’Aragona ed Eleonora d’Angiò, figlia del re di Napoli, Carlo II d’Angiò. I due sposi avevano una differenza d’età abbastanza rilevante, infatti Federico era un uomo di trent’anni mentre Eleonora era poco più di una bambina essendo appena tredicenne. Nel Marzo del 1303, la futura regina di Sicilia partiva da Napoli con il fratello Giovanni e con la corte, raggiungendo Reggio Calabria nel mese di Maggio dove fu accolta dagli emissari di Federico. Pochi giorni dopo, una volta approdata a Messina, Eleonora fu accompagnata presso la cattedrale della città nella quale furono celebrate le nozze, i festeggiamenti furono sfarzosi e si dilungarono per due giorni. La sovrana negli anni successivi ricevette in donazione da Federico varie terre del regno, come Paternò, Avola, Siracusa, Mineo e l’isola di Pantelleria, esercitando su queste piena sovranità, infatti la nuova regina di Sicilia dovette rendere omaggio e prestare giuramento di fedeltà feudale al re e si dimostrerà capace nell’amministrazione dei territori posti sotto il suo controllo.

Oltretutto, quando a partire dal 1312 il conflitto tra Aragonesi e Angioini si riaccese, Eleonora fece sentire il proprio peso politico intervenendo in alcune vicende nel tentativo di mediare tra le due parti belligeranti. Insomma Eleonora d’Angiò, regina di Sicilia, fu una sovrana con ottime qualità amministrative e diplomatiche, riuscì ad avere un’influenza rilevante nella politica interna ed estera del Regno di Sicilia, quindi una regina, una donna medievale, che si dimostrò molto più moderna di quanto si possa immaginare.

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