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Fisascat Cisl: “Lavoratori stagionali senza prospettive, molti andranno all’estero”

sabato 13 Aprile 2019

“Si fanno tanti proclami e troppe promesse puntualmente poi non mantenute ma la verità e il solo dato di fatto che al momento riscontriamo è che a nessuno interessa dei lavoratori stagionali e del dramma economico di migliaia di famiglie che da febbraio non hanno più un euro, parecchi di quei lavoratori il prossimo autunno saranno costretti ad andare al Nord Italia o anche all’estero”.

Il monito arriva dal segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl, Pancrazio Di Leo, che rilancia l’allarme sulla situazione degli stagionali del settore turismo, servizi e commercio.

Il comparto in questione, tra Taormina e l’intera zona ionica interessa almeno 15 mila persone impiegate in questi settori. Alle porte della nuova stagione turistica, c’è l’incubo non ancora concluso di questi mesi invernali di grande difficoltà e già si affaccia lo spettro per quello che poi accadrà dopo ottobre.

Pancrazio Di Leo
Pancrazio Di Leo

I lavoratori hanno già terminato la Naspi da due mesi – spiega Di Leo -. Il loro è un dramma silenzioso di cui nessuno parla, un’emergenza che non sta a cuore a nessuno ma che esiste e ha una gravità innegabile. Il Governo nazionale e, di riflesso, quello regionale hanno lasciato da soli i lavoratori e questo vale per Taormina e l’hinterland, che è il primo polo turistico siciliano, così come vale per tutta l’isola e il resto d’Italia. Non c’è la volontà di incentivare il lavoro altamente qualificato. Molti lavoratori, maltrattati da un Governo che ha detto no alle richieste di aumento della Naspi, ci hanno già comunicato che alla scadenza del prossimo contratto stagionale andranno all’estero perché non hanno alcuna prospettiva per far sopravvivere le proprie famiglie poi da novembre sino alla primavera successiva. Si va verso un ritorno al passato, a quello che accadeva 40 anni”.

Intanto si affaccia l’inizio della stagione turistica ma le prospettive non sembrano rosee: “Buona parte dei lavoratori – continua Di Leo – inizieranno a lavorare a fine aprile ma alcuni dovranno anche attendere maggio e giugno. E quello che più preoccupa è che un lavoratore che farà 5 mesi di impiego avrà poi 2 mesi e mezzo di indennità Naspi e soltanto con quelle mensilità dovrebbe sopravvivere per 6 mesi. Qualsiasi proposta di aumento della Naspi è stata respinta dal Governo ed è la riprova che non sono interessati a tutelare i lavoratori stagionali. E’ chiaro che ci regoleremo di conseguenza e faremo sentire la voce dei lavoratori che hanno diritto al lavoro e alla tutela della propria dignità professionale e morale. Ribadiamo il messaggio: i lavoratori non vogliono elemosine, vogliono il lavoro”

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