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Fondi per Torre Faro e Ganzirri: “Occasione per riaprire il dibattito sui Borghi marinari”

mercoledì 1 Agosto 2018
torre faro

Documento di CapitaleMessina a firma di Gianfranco Salmeri.

 

È sicuramente una buona notizia: il Sindaco di MessinaDe Luca, ha annunciato lo storno di 6 milioni di euro dei fondi Pon Metro per la riqualificazione della viabilità di Ganzirri e FaroNon c’è occasione migliore per aprire il dibattito, antico ma mai risolto, sul destino dei nostri Borghi marinari.

Torre Faro, magico luogo di incontro tra due mari e Ganzirri, con i due laghi salati, dovrebbero diventare oasi turistiche qualificate: ordine nell’uso del litorale, qualità dell’architettura e piano del colore, ma soprattutto forte limitazione al traffico automobilistico.

Perché siamo convinti che il primo momento per la riqualificazione e lo sviluppo dei due Borghi marinari, sia la pedonalizzazione. Basterebbe solo liberare Torre Faro e Ganzirri (lato mare), dal traffico automobilistico, per innescare un meccanismo virtuoso e spontaneo di miglioramento della qualità della vita degli abitanti e di sviluppo economico legato al turismo. Realizzando i necessari parcheggi all’esterno dei Borghi, gli stessi si dovranno pedonalizzare permanentemente e dovranno essere serviti da un sistema di trasporto pubblico interno totalmente gratuito ed ecosostenibile, con veicoli di tipo elettrico.

Certo, bisognerà prevedere delle deroghe per i residenti, c’è la problematica delle “vie di fuga”, ma basta cercare soluzioni, non fermarsi di fronte alla resistenza al cambiamento. D’altro canto in tutta Europa si pedonalizzano i Borghi. Trasformando e riqualificando l’esistente, agevolando gli investimenti privati, pedonalizzando le aree paesaggisticamente strategiche, possiamo portare nei circuiti turistici internazionale i borghi turistici della marineria.

E non solo, nell’ambito di un progetto di rilancio dell’identità territoriale, riteniamo indispensabile implementare un progetto per la valorizzazione dell’attività più tradizionale dei nostri villaggi rivieraschi: la pesca del pesce spadaPesce spada alla piastra

Il primo passo per far conoscere a livello internazionale la pesca del Pesce Spada, unicità dello Stretto di Messina, consiste nel l’inserimento nel Registro Identitario della Pesca del Mediterraneo e dei Borghi Marinari, istituito dalla Regione Siciliana. Quindi andrebbe inserita tale pratica nel Registro delle Identità Immateriali “REI”, secondo la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall’UNESCO il 17 ottobre 2003.

Inoltre si dovranno prevedere servizi e attività relative alla pesca, facendo diventare Torre Faro e Ganzirri i luoghi del sapere, della storia di questa pesca e della sua sostenibilità, in quanto utilizza mezzi che non danneggiano l’ambiente: la storia della Feluca.

capitalemessinaL’amministrazione Comunale, grazie all’elaborazione di un Piano Integrato Generale di riqualificazione Sociale e Culturale, con all’interno una progettualità puntuale, si potrà attivare per reperire le risorse offerte dai Programmi Europei del ciclo di Programmazione 2014/2020 e nello specifico del Programma Operativo F.E.A.M.P. (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca).

Inoltre gli operatori del settore, potranno accedere con l’assistenza del Comune, sia in forma singola che associata sotto forma di “Consorzio” – al fine di promuovere una pesca sostenibile sotto il profilo ambientale – a finanziamenti concessi dalla Comunità Europea, per acquisto ad esempio di attrezzature, sistemi di sicurezza, ed altro. Con l’obiettivo finale di far diventare la pesca del pesce spada dello Stretto Patrimonio dell’UNESCO.

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