I vescovi siciliani esprimono la loro preoccupazione nei confronti del fenomeno dilagante delle frodi e della disoccupazione in Sicilia, soprattutto per i giovani dell’Isola. Sono questi i due temi principali su cui i prelati hanno voluto accendere i riflettori nel corso della Sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana (CESi), svoltasi dal 16 al 18 gennaio scorso a Palermo.
Nel comunicato finale, diffuso oggi, la CESi richiama la Relazione annuale della Corte dei Conti, inviata al Parlamento, riguardante l’anno 2015, nella quale “la magistratura contabile fa emergere una situazione di irregolarità e frodi di cui la Sicilia risulta avere un primato negativo assoluto tra le regioni italiane”. “I vescovi, a tal proposito – si legge nella nota stampa – esprimono preoccupazione e rincrescimento per un malcostume che non solo danneggia l’immagine dei siciliani onesti, ma soprattutto mina i fondamenti dell’agire etico e rende problematici gli sforzi della parte sana della società per un riscatto morale e sociale della nostra gente”.
I temi economici e sociali sono al centro della riflessione della CESi, in vista del prossimo Convegno delle Chiese dell’Italia meridionale su “Giovani e lavoro. Quale futuro per i giovani del Sud?”, in programma a Napoli il prossimo 8 e 9 febbraio. Un problema, quello della mancanza di lavoro, che riguarda gli adulti ed in modo particolare chi si affaccia per la prima volta sul mercato del lavoro.
“Le attese nei confronti di questo evento sono molteplici, ma tutte legate principalmente all’esigenza dei Vescovi di rendere concreta la solidarietà della Chiesa verso tutti coloro che fanno fatica a mantenere la propria famiglia, che vivono nella disperazione per il dramma della disoccupazione e verso i giovani esclusi dal futuro. Questa solidarietà dovrà mostrarsi con una sua identità, cercando di aprire nuovi sentieri che non possono arrestarsi all’assistenzialismo del momento e alle emergenze incalzanti. Sono molti i giovani che, dopo la fatica e l’impegno per conseguire una laurea, aver superato brillantemente esami di abilitazione o di idoneità e aver conseguito master e corsi di specializzazione, restano seduti sulle panchine in attesa di un ‘tram’ che non passa. Un’attesa che umilia la loro intelligenza e che sopprime la fiducia verso le istituzioni”.
Infine un passaggio è dedicato ai servizi per le persone con disabilità. I vescovi esortano “l’Assessore regionale alla Famiglia perché si creino percorsi virtuosi a favore delle persone disabili, al fine di rendere più stabili e certi i servizi scolastici ed extrascolastici, redigere il Progetto individualizzato di vita per l’autodeterminazione e l’inclusione sociale”. Il riferimento è alla sospensione dei servizi agli alunni disabili che si è verificata in queste settimana nella città di Palermo e nei comuni dell’area metropolitana. A tal proposito la CESi auspica “che le Autorità competenti siano sempre più presenti e coinvolte nelle fasi di programmazione delle iniziative a favore dei soggetti con disabilità”.