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Gestione dei rifiuti in Sicilia, l’affondo dei Cinquestelle: “Ristabilire la legalità violata”

giovedì 23 Marzo 2017
rifiuti discarica
Compactor in landfill

Nuovo capitolo dopo l’inchiesta giudiziaria “piramidi” che ha portato alla luce la gestione e il trattamento illecito di tonnellate di rifiuti provenienti da tutto il territorio nazionale, anche grazie al presunto coinvolgimento di pubblici funzionari della Regione Siciliana deputati al rilascio delle autorizzazioni. Adesso il Movimento 5 Stelle all’Ars, attraverso una mozione ed una interrogazione parlamentare, chiede al presidente Rosario Crocetta di “revocare in autotutela per mancanza di presupposti, tutte le ordinanze emanate in base all’art. 191 del D.Lgs 152/2006, che hanno avocato illegittimamente – si legge nell’atto ispettivo – le procedure autorizzatorie per gli impianti, la pianificazione e per la gestione dei rifiuti”.

I due documenti, firmati da numerosi parlamentari pentastellati all’Ars e che hanno quale prima firmataria la portavoce regionale Valentina Palmeri (nella foto), fanno un excursus storico della gestione rifiuti in Sicilia, partendo dalla commissione ispettiva, istituita attraverso un decreto assessoriale da Nicolò Marino, ex assessore all’Energia del governo Crocetta. “Dalle attività delle Commissioni – si legge nella mozione – risultavano che la situazione di monopolio dei gestori privati di discariche era da addebitare ad una mala gestio dell’Assessorato Territorio e Ambiente nelle procedure di VIA ed AIA”.

 “Dalle relazioni presentate” – scrivono i grillini – “emerge l’attuale articolazione gestionale dei rifiuti basata sulle discariche che si connota per la sistematica, organizzata e reiterata violazione delle normative. Le relazioni mettono in luce, come le attività che sono state poste in essere per autorizzazione/gestione delle discariche, sia avvenuta in un contesto di totale illegittimità, per il modo in cui sono state rilasciate autorizzazioni che non potevano essere concesse; omissioni gravissime di controllo di importanti istituzioni dello Stato”.

Relazioni che, sottolineano i 5 Stelle, sono costate care all’assessore all’Energia Marino perché il “14.3.2014, poco dopo che i primi risultati delle Commissioni ispettive sono state rese note, al Dott. Marino veniva revocato l’incarico”.Nel frattempo però “veniva nominato dal direttore Generale Maurizio Pirillo, il Dirigente del Servizio 7 (Autorizzazioni impianti gestione rifiuti A.I.A) presso l’Assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, l’Ing. Mauro Verace, che sostituiva il dott. Antonio Patella che non aveva condiviso diverse procedure autorizzatorie e diverse ordinanze art. 191 D.Lgs 152/2006″.

Per dovere di cronaca, l’ingegnere Mauro Verace è stato arrestato il 13 marzo 2017, insieme ad altre 14 persone proprio durante l’inchiesta ‘piramidi’. E’ accusato, nella qualità di commissario ad Acta del TAR di Catania di aver “violato il proprio mandato inserendo nel decreto una modifica alla Valutazione di impatto ambientale senza avere titolo e consentendo di conseguenza alla Cisma Ambiente Spa di ricevere e gestire rifiuti provenienti da aree diverse della provincia di Siracusa”.

Infine, per la parlamentare regionale pentastellata, “il presidente della regione, attraverso la predisposizione del Dirigente Generale dott. Pirillo ha emesso numerose ordinanze per la gestione ordinaria e per l’autorizzazione di impianti utilizzando illegittimamente l’articolo 191 D.Lgs 152/2006, senza che ne ricorressero i presupposti di situazioni non tipicizzate dalla normativa, così stabilito la sezione penale della Corte di Cassazione (13 aprile 2016, n. 15410)”.

Ipotesi pesanti, fatte proprie anche da una interrogazione al parlamento europeo presentata dall’eurodeputato Ignazio Corrao. “Il ministro all’Ambiente, Galletti, deve spiegare perché ha chiuso accordi con un’azienda in odor di mafia e chiarire come mai, sebbene abbia prima autorizzato e poi annunciato uno stop al trasferimento del polverino Ilva di Taranto alla discarica Cisma Ambiente di Melilli in Sicilia”.

“La Commissione Europea – conclude Corrao – deve dirci dove viene smaltito il materiale, fornire dettagli sulla situazione attuale della Cisma, comprese le analisi e lo stoccaggio dei cumuli e se intenda verificare le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Siciliana su rifiuti e discariche”.

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