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Governo Musumeci: ma è il momento giusto per un rimpasto?

lunedì 14 Dicembre 2020

Il 18 Novembre 2017 nasceva il 59° governo della Regione Siciliana con Presidente Nello Musumeci.

Siamo ormai oltre metà legislatura, tre anni già fatti e due ne rimangono. Una delle caratteristiche di questo governo di centrodestra, a differenza del precedente governo presieduto da Rosario Crocetta, è stata la stabilità della giunta. Pochi e obbligati cambiamenti. E questo è un dato di fatto. Adesso io non entro nel merito della qualità dell’azione governativa, questa la giudicheranno gli elettori tra due anni. Ma mi stupiscono le voci di palazzo, che parlano di un rimpasto o del cambiamento di qualche assessore.

scaglione
Maurizio Scaglione

Lo scorso sabato 12 dicembre, dopo l’udienza in tribunale, in conferenza stampa da Catania il senatore Matteo Salvini ha dichiarato che in questo momento il suo partito avrebbe anche valutato un governo di unità nazionale perché in un momento come questo ci vuole stabilità e ripresa economica. Incredibile detto da Matteo Salvini riguardo al governo Conte , del quale non è amico ne sostenitore. E noi in Sicilia che facciamo? Parliamo di rimpasto o “piccolo ritocco”?

A parte il fatto che quando si parte con un piccolo ritocco, non si sa mai se nel corso della pennellata non possano cadere muri e pilastri. Ma vi sembra il momento di cambiare squadra e fare sto cavolo di ritocco? Ma la vediamo la condizione sanitaria ed economia del momento? Ma siamo in condizione di garantire altri competenti ricambi?

La situazione ad oggi è chiara. Siamo in piena seconda ondata di pandemia e ci stiamo ormai rassegnando alla terza ondata. La crisi economica che attraversa il nostro paese è devastante e ci vorranno anni per recuperare. L’Europa non sempre mette al primo posto i bisogni dell’Italia, figuratevi della nostra regione. In Sicilia abbiamo bisogno di stabilità e di continuità governativa.
Badate bene non è un plauso al governo Musumeci e alla sua giunta, che ha fatto tante cose buone e pure alcune da dimenticare ma, santo cielo, in questo momento facciamo una rotazione?

E poi la competenza. In tre anni gli assessori hanno avuto modo di capire ruoli e competenze. Hanno conosciuto per bene uomini e cose della macchina burocratica. Hanno seminato e costruito un percorso che negli ultimi due anni li potrà portare a raccogliere i frutti di tre anni di lavoro fatto. E cosa facciamo? Li togliamo per metterne altri che, nei soli due anni scarsi che rimangono di legislatura, dovranno conoscere e farsi conoscere, socializzare e condividere azioni con la burocrazia, studiare fondi comunitari e bisogni delle rappresentanze delle categorie sociali e imprenditoriali, sindacali interne ed esterne.

Cioè neanche il tempo e si andrà a votare. Ma vi sembra logico? Dobbiamo rafforzare l’azione governativa, non indebolirla. L’Italia e l’Europa sono lì che guardano e valutano, e spesso con sguardo non benevolo! Non entro nel merito di chi potrebbe entrare e chi uscire, ma non possiamo nascondere il centinaio di sindaci che non vogliono la sostituzione di Bernadette Grasso perché ritengono sia stata un ottimo interlocutore facendo anche non so quante stabilizzazioni, oppure oltre quattrocento imprese che chiedono la conferma di Edy Bandiera che in tre anni ha speso tutta la dotazione dei fondi comunitari a disposizione con oltre un miliardo di euro del Psr già erogati, ha portato a casa la legge sulla pesca e ha disposto oltre seimila controlli in tutto il territorio isolano a tutela della produzione siciliana.

Questi per citare solo alcuni dei nomi che si sentono nei corridoi di palazzo. Presidente Musumeci e Presidente Miccichè, il momento non è facile, i siciliani hanno bisogno di risposte, di aiuti, di certezze. Siamo addolorati per le perdite di amici e parenti a causa di questa dannata pandemia. Le nostre strade e le nostre città devono rivitalizzarsi. Le famiglie hanno bisogno di tanta ma tanta serenità e l’economia di denaro e fiducia. Oggi tutti vi guardiamo nella speranza che, almeno stavolta, le logiche della politica e della vecchia politica  facciamo un passo indietro.

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