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Green pass, come viaggiare in Italia e all’estero: le indicazioni anche per i bambini

martedì 6 Luglio 2021
covid passport

Negli appositi siti sono state rese note le risposte dalle FAQ di governo e Commissione Ue su tutte le domande poste in merito al funzionamento del green pass. Ecco come usarlo, come ottenerlo e se è necessario anche per i bambini.

La Certificazione verde COVID-19 può essere utilizzata nel nostro Paese per partecipare a eventi pubblici e feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”. Regioni e Province autonome possono prevedere altri utilizzi della Certificazione verde COVID-19. Dal 1° luglio la Certificazione verde COVID-19 è valida come EU digital COVID certificate e rende più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione Europea.

Per quanto riguarda la possibilità di viaggiare senza green pass, fino al 12 Agosto è consentito viaggiare in Europa anche senza Certificazione verde Covid-19 esibendo le certificazioni di completamento del ciclo vaccinale, di guarigione o di avvenuto test rilasciate dalle strutture sanitarie, dai medici e dalle farmacie autorizzate. Per tali certificazioni valgono gli stessi criteri di validità e durata della Certificazione verde. Per i bambini sotto i 6 anni non è invece prevista la certificazione per viaggiare in Italia. Ai fini dell’ingresso nel territorio nazionale, i bambini di età inferiore ai sei anni sono esentati dall’effettuazione del test molecolare o antigenico e quindi dalla relativa Certificazione.

La Commissione Europea nelle Faq pubblicate nella versione inglese del sito ha fatto chiarezza su come ottenere il green pass, se sia necessaria o meno al prima dose affinché la certificazione sia comunque valida fuori dal paese di provenienza. La premessa fondamentale è che al momento sono gli Stati membri a decidere se accettare un certificato di vaccinazione dopo una dose o dopo il completamento dell’intero ciclo di vaccinazione. In Italia ad esempio, dove il Pass viene rilasciato dopo 14 giorni dalla prima somministrazione, si discute ora dell’ipotesi di una rimodulazione della certificazione a causa della variante delta e non è escluso che le modalità di rilascio possano cambiare in breve tempo.

La Commissione Ue ha sottolineato come “i certificati saranno rilasciati a qualsiasi persona che abbia ricevuto una vaccinazione COVID-19 in uno Stato membro dell’UE, indipendentemente dal numero di dosi. Il numero di dosi sarà chiaramente indicato nel certificato digitale COVID UE per indicare se il corso di vaccinazione è stato completato. Inoltre – si legge ancora –, il regolamento impone agli Stati membri di accettare i certificati di vaccinazione alle stesse condizioni”, e cioè che “ad esempio, quando uno Stato membro decide di revocare le restrizioni di viaggio per i propri cittadini che hanno un certificato per la prima dose di un vaccino che ha ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio in tutta l’UE e che ne prevede due, deve estendere lo stesso trattamento ad altri cittadini dell’UE”.

Notizie più certe, invece, sulla doppia dose: il 31 maggio scorso, si legge ancora, la Commissione ha infatti “proposto agli Stati membri di revocare le restrizioni ai viaggi per le persone che sono completamente vaccinate (al più tardi 14 giorni dopo l’ultima dose) o guarite dal COVID-19 e che sono titolari del certificato digitale dell’UE per la COVID-19”. Una proposta alla quale gli Stati Ue sono stati per altro invitati ad uniformarsi.

Spetta sempre agli Stati membri, inoltre, “decidere se somministrare solo una dose di un vaccino che preveda due dosi alle persone guarite” dal virus. In tal caso, si spiega “il certificato di vaccinazione deve indicare che il ciclo di vaccinazione è stato completato a seguito della somministrazione di una dose. La Commissione ha proposto che le persone che hanno ricevuto una singola dose di un vaccino a due dosi, dopo essere state precedentemente infettate da COVID-19, dovrebbero essere considerate completamente vaccinate ai fini del viaggio”.

In Italia il certificato verde resta valido anche con solo la prima dose di vaccino anti-Covid. “Per ora rimane così” ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ai microfoni di ‘Timeline’ su Sky Tg24 solo qualche giorno fa. “Come ho detto già la scorsa settimana: controlliamo i dati, vediamo la prevalenza di queste varianti in Italia, ma la mia opinione è che dobbiamo valutare attentamente, perché dovrà essere fatto, il cambiamento del Green pass con le due dosi. Se sappiamo che con una dose sei abbastanza coperto, ma non sufficientemente coperto – ha spiegato – allora è chiaro che se il virus si è in qualche maniera adattato e modificato al punto da ingannarci noi dobbiamo difenderci: se lui cambia strategia, noi dobbiamo cambiare strategia”.

Quanto alle differenze tra i Paesi Ue sul Green Pass, Sileri chiede all’Europa di alzare “un po’ più la voce” per tentare di “uniformare un po’ tutto”. “L’Europa – afferma – dovrebbe in qualche maniera avere un unico filo conduttore, perché altrimenti rischiamo di avere troppe diversità. E di diversità ne abbiamo già avute parecchie in questi mesi. a partire dai vaccini e quant’altro. Il Green certificate è un modo per unire definitivamente l’Europa, ma soprattutto all’inizio problemi ci stanno anche perché – conclude il sottosegretario – ci sono Paesi che stanno ancora indietro su questa certificazione”.

Per quanto riguarda chi viaggia dall’estero, la Certificazione verde COVID-19 semplifica l’ingresso in Italia dai Paesi dell’Unione europea e altri Paesi dell’area Schengen. Per entrare in Italia, la Certificazione verde COVID-19 del viaggiatore deve attestare una delle seguenti condizioni:

  • aver completato il ciclo vaccinale prescritto anti-SARS-CoV-2 da almeno 14 giorni
  • esser guariti da COVID-19 (la validità del certificato di guarigione è pari a 180 giorni dalla data del primo tampone positivo)
  • aver fatto un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso in Italia con esito negativo. I minori al di sotto dei 6 anni sono esentati dall’effettuare il tampone pre-partenza.

E’ possibile l’ingresso in Italia con le Certificazioni emesse dai rispettivi Paesi anche da Israele, Stati Uniti, Giappone e Canada. La certificazione relativamente al completamento del ciclo vaccinale deve riferirsi ad uno dei quattro vaccini approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA): Comirnaty di Pfizer-BioNtech, Moderna, Vaxzevria (AstraZeneca), Janssen (Johnson & Johnson).

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